INTERVISTA AGLI AUTORI SILVIA TREVES E MASSIMO CITI

LE INTERVISTE DEL SALOTTO
Bentornati agli appuntamenti delle interviste del giovedì de Il Salotto Letterario e de Il Salotto Creativo del gruppo Facebook MyMee - Express Yourself. Oggi siamo in compagnia di Silvia Treves e Massimo Citi, autori e curatori del progetto ALIA Evo, che ci parleranno del loro lavoro, di "ALIA Evo 4.0" per CS_Libri, di fantastico e fantascienza. 
Si ringrazia Alessandro Iascy di Heroic Fantasy Italia per la gentile collaborazione.



Salve Silvia, salve Massimo, benvenuti nel mio Salotto e tra le pagine di Heroic Fantasy Italia. Grazie per essere in nostra compagnia qui oggi. Raccontateci qualcosa di voi.

MC & ST: Innanzitutto grazie di ospitarci nel tuo Salotto, ci fa molto piacere fare una chiacchierata con voi tutti.

MC & ST: Siamo in circolazione da molto tempo tutti e due, sia come semplici lettori di fantastico e fantascienza sia, più recentemente, come autori di romanzi, racconti e frammenti vari per CS_libri e altrove.
Il fatto che siamo sposati è una felice combinazione, anche se è probabile che la nostra comune passione per il fantastico abbia avuto un certo peso nella conoscenza e nella vita comune. Come compagni di vita e di interessi abbiamo condiviso molti progetti e sarebbe assurdo raccontarli due volte, quindi risponderemo separatamente solo nel caso di esperienze e opinioni differenti.

MC: Dovendo parlare di me stesso, dirò che sono stato un libraio per quasi quarant’anni, ovvero fino al 2012, essendo nel frattempo anche un piccolo editore, all’inizio di testi scientifici in seguito anche di narrativa, ovviamente in primo luogo fantastica. Oltre a questo sono stato e sono tuttora un modesto autore di fantastico e di fantascienza, anche se con passare del tempo devo ammettere di leggere molto più di quanto scriva. Ultima caratteristica che permette di riconoscermi senza difficoltà è la tendenza a scrivere di quanto ho letto, in forma di presentazioni, recensioni, riflessioni e osservazioni varie, il tutto contenuto nella rivista on line LN-LibriNuovi, una rivista trimestrale pubblicata dalla libreria per la quale lavoravo – giunta oltre il numero 50 – e sopravvissuta alla chiusura della libreria presso il sito http://librinuovi.net/.

ST: La laurea in biologia ha condizionato le mie esperienze e le mie scelte: dapprima mi sono fermata qualche anno all’università come borsista, poi ho cominciato a insegnare scoprendo che non era affatto un ripiego: nella “scuola media” la cattedra di scienze e quella di matematica sono abbinate e… sono entrambe discipline ampie, sfaccettate e fantastiche!
Nel frattempo trascorrevo molto tempo in libreria, con Massimo… insieme abbiamo cominciato a fare progetti: prima LibriNuovi, poi Fata Morgana, infine ALIA.

MC & ST: "Fata Morgana" fu un’antologia annuale di narrativa italiana, che raccoglieva racconti a tema, di ispirazione sia fantastica sia realistica e che affiancava autori già noti e pubblicati e autori esordienti. Una bella esperienza durata tredici anni, che ci ha permesso di conoscere scrittori con cui abbiamo collaborato anche in seguito.
Proprio l’esperienza di Fata Morgana ha finito per risvegliare il desiderio di cimentarci in un impegno più complesso, gravoso ma anche di maggiore risonanza come ALIA.

Dal 2003 siete impegnati con il progetto “ALIA: antologia internazionale di narrativa fantastica”. Che cos’è ALIA, qual è il suo scopo e che tipo di relazione c’è con il progetto “ALIA Evo”?

MC & ST: ALIA è un progetto nato nella seconda parte del 2003, mettendo insieme gli interessi e le idee di alcuni personaggi che – a parte Vic Catani, per ragioni geografiche – si incontravano in libreria: Massimo Soumaré, Davide Mana, Vittorio Catani, Silvia Treves e Massimo Citi. Vittorio Catani, purtroppo recentemente scomparso, era un nome di lusso nella fantascienza italiana, «agganciato» grazie alla sua partecipazione a un convegno del 2001, «La Fantasie della Scienza – la scienza ha bisogno di narrazioni?» organizzato dalla rivista LN-LibriNuovi.
Questo piccolo gruppo aveva due aspirazioni: la prima era colmare quella che a noi sembrava una carenza nella produzione libraria italiana: un percorso di letture che unisse due importanti luoghi letterari, ovvero il genere fantastico e la forma del racconto. È vero che già allora le proposte editoriali fantastiche erano quasi debordanti, ma riguardavano soprattutto il romanzo, il fantasy e i soliti vampiri. Il fantastico, invece, è un’entità letteraria multiforme, dai confini incerti e ricca di contaminazioni, che va trattata con leggerezza, consentendole di mantenere la sua ricca ambiguità. La narrativa fantastica – sf, horror, fantasy e gotico ecc. – era e resta nelle corde del nostro gruppetto di mattoidi, per sincerarvene vi basterà fare un salto sui nostri blog personali. La seconda aspirazione era esplorare le tradizioni e le letterature fantastiche di culture differenti.
Il progetto ALIA proseguì fino al 2012 con 6 numeri e una raccolta interamente nipponica intitolata “Foglie Multicolori”.
ALIA Evo, attraverso varie transizioni, è divenuta la nuova versione di ALIA: dapprima blog e interfaccia virtuale di ALIA e del suo ambiente editoriale con i lettori, è diventato sempre più autonomo, sino a trasformarsi in un progetto digitale a se stante. “Evo”, quindi sta per “evoluto”, un nome azzeccato considerando che la spinta evolutiva principale è stata la necessità: nel 2012 la libreria indipendente CS_Libri di Torino fu costretta, come tante altre, a chiudere. Nel 2013 le ultime incombenze editoriali ci condussero a una rimpatriata al Salone del Libro e lì decidemmo di non fare morire la nostra creatura ma di spostarla sui nuovi supporti elettronici. Per quanto la casa editrice fosse ancora viva, pubblicare ALIA in cartaceo sarebbe stato troppo oneroso. Il primo "ALIA Evo 2.0" venne pubblicato soltanto come e-book e, proprio per questo, conteneva pochissimi autori di altri paesi (a causa della differente legislazione che regolamenta il copyright). Era comunque una bella raccolta e proprio quest’anno è finalmente uscita in cartaceo come "ALIA Evo 1.0" per mantenere la promessa fatta allora: “prima o poi lo stamperemo”.
Da allora in poi il lavoro di ricerca e contatto degli autori e tutto l’impegno editoriale riguardante ALIA Evo è a carico nostro.

Il progetto Alia è articolato in tre diverse sezioni dedicate alla narrativa italiana, anglofona e orientale. Come vengono curate queste sezioni, anche in relazione ai rapporti con gli autori?

MC & ST: Il lavoro per ALIA 1 nel 2003 fu insieme esperimento e rodaggio: Massimo (Maz) Soumaré, Davide Mana e Vic Catani si dedicarono alle rispettive aree linguistiche come scout, curatori, traduttori e, nel caso, editor. Noi due lavorammo come curatori generali, revisori, correttori di bozze, prefatori, nonché autori sotto la tutela di Vic.

MC: io mi occupai anche di lavori “pesanti” come trovare il vile denaro per stampare i volumi, cercare di venderli al vasto mondo e prendere contatto con librerie fisiche e virtuali di ogni dimensione.

MC & ST: Il nostro problema iniziale fu quello di rintracciare un insieme di racconti non più coperti da copyright ma sufficientemente suggestivi per interessare i lettori contemporanei e per dare un'idea dello sviluppo della letteratura fantastica dalle sue origini.
Per l’area anglofona, Davide ripescò alcuni autori praticamente sconosciuti in Italia – o, nel caso di Theodor Roosvelt, conosciuti per motivi che poco hanno a che fare con la narrativa fantastica – e li allineò in una collezione bizzarra, stravagante e molto succosa, cogliendo pienamente il bersaglio.
Per la sezione nipponica, curata da Massimo Soumaré il compito risultava diverso: se Davide poteva lamentarsi di aver dovuto trovare “qualcosa di inatteso in un mondo che tutti sono convinti di conoscere”, Maz doveva presentare al pubblico italiano qualcosa di altrettanto sorprendente in un universo letterario sostanzialmente sconosciuto per i locali. Ci riuscì pubblicando ottimi racconti – e tra questi anche un testo firmato dal grande Kobo Abe – che risultarono sicuramente inattesi per i lettori italiani, familiarizzandoli con gli autori nipponici. Attività che poi Massimo ha continuato negli altri ALIA, con la splendida l'antologia "Foglie multicolori" e con "Onryo, Avatar di morte", pubblicato nel gennaio 2012 dalla rivista Urania.
Molto diverso, infine, il lavoro che attendeva Vittorio Catani. Se Davide aveva a che fare con una metropoli letteraria e Maz con una sconosciuta città aliena, Catani si trovò a lavorare in una steppa poco abitata e ancor meno conosciuta.
Il «fantastico italiano» è stato – e in parte è tuttora – una purissima antinomia, se non un genuino ossimoro. Comunque il compianto Vic condusse in porto la navicella, inserendo alcuni autori contemporanei come Alessandro Defilippi e Nicoletta Vallorani e riproponendo, tra gli altri, un eccellente racconto di Massimo Lo Jacono, "L'ultima finzione di Basilide", comparso moltissimi anni fa in un'antologia semicarbonara, "I labirinti del terzo pianeta" esempio – allora più unico che raro – di antologia di fantascienza di autori italiani.
Una volta avviato il meccanismo di ALIA con un discreto successo, ne seguirono altri cinque contenenti solo racconti contemporanei per i quali i curatori delle varie sezioni presero contatto con gli autori, li sedussero con alate parole e li convinsero a prestare racconti al nostro progetto a titolo di regalia. Nel corso del tempo collaborammo con autori di diverse aree geografiche e linguistiche, giungendo con l’ultimo ALIA (2011) a pubblicare autori cinesi – tradotti da Federico Madaro – e di Singapore. Negli anni precedenti avevamo pubblicato autori ben noti al pubblico italiano del fantastico e della sf: Riccardo Valla, Danilo Arona, Kremo, Renato Pestriniero, Alberto Cola, Vittorio Curtoni tra gli autori nazionali e David Brin, Cory Doctorow, Ted Chiang, Michael Moorcock, Karl Schroeder e Walter Jon Williams tra gli autori dell’area anglofona. Particolarmente interessante il contributo nipponico da parte di scrittori di ottimo livello, purtroppo sconosciuti al pubblico italiano, che incuriosirono non poco i lettori, giungendo a risultati di vendita davvero sorprendenti.
La suddivisione nelle tre aree linguistiche è cessata con il passaggio ad ALIA Evo.
Aggiungiamo che i rapporti fra gli autori e ALIA (e ALIA Evo) sono sempre stati basati, da parte loro sulla stima per il progetto e sulla generosità di concederci gratuitamente i loro racconti, da parte nostra sulla correttezza e sull’intesa che i diritti sui testi pubblicati rimanevano di proprietà dei rispettivi autori. Un modo di procedere che è comunque rimasto nella prassi di CS_libri, a conferma che lo scopo primario della nostra attività resta quello di promuovere il fantastico e chi ne scrive.

A aprile 2020 è uscita l’antologia di narrativa fantastica “Alia Evo 4.0” per CS Libri. Potreste presentarla ai nostri lettori?
"ALIA Evo 4.0" è un tipico prodotto ALIA Evo. Raccoglie infatti testi di quattordici autori italiani e di un autore argentino. Come sempre il tema dominante è fantastico, svolto in maniera differente e sorprendente, ma qui preferisco cedere la parola a Silvia, autrice dell’introduzione all’antologia:
«La fantascienza è rappresentata da sei testi, rispettivamente di Paolo Cavazza ("Una notte al Mufant", pubblicato su gentile concessione del Museolab del fantastico e della fantascienza di Torino), Antonino Martino ("Zombie"), Caterina Mortillaro ("21 ottobre"), Eugenio Saguatti ("Questione di gusti"), Silvia Treves ("Apprendistato") e Davide Zampatori ("Eredità"). Le vicende sono ambientate in futuri più o meno distanti dall’oggi: quelli di Cavazza e di Mortillaro sono quasi presenti alternativi, gli altri si allontanano di qualche secolo, Zampatori è l’autore che è andato più lontano.
L’horror annovera due autori: Danilo Arona che, con Area di servizio sulla Sleepy Hollow Road, rivisita un classico del genere in modo originale e divertente, e Fabio Lastrucci ("Scuro, bruciato, miscela arabica"), che intreccia fili tenebrosi in una Parigi tutt’altro che romantica.
Tre racconti sono chiaramente weird: suggestivo e inquietante Il consulente dei processi aziendali di Massimiliano Malerba, "La grande litigata" di Massimo Soumaré trasforma un curioso modo di dire nipponico in un’avventura soprannaturale, mentre "Il travestimento" di Sergio Gaut Vel Hartman usa in senso davvero estremo il sostantivo del titolo.
A seguire ci sono il gotico contemporaneo di Massimo Citi ("La lente del tempo") e il racconto misterioso e difficile da catalogare di Alberto Costantini ("La palude del tempo").
Restano due autori da sempre sui generis: Mario Giorgi ("Wo Man") e Consolata Lanza ("Memoria piena") che, anche questa volta, regalano ai lettori due racconti fantasticamente personali».

State lavorando a qualche progetto futuro, magari un “Alia Evo 5.0”?

MC & ST: Preparare un ALIA Evo non è un lavoro facile né veloce, di questo siamo ben consci. In genere invitiamo gli autori a inviare i racconti con la fine dell’estate, contando di pubblicare l’antologia per l’inizio della primavera successiva, dopo sei o sette mesi. Ora, però, ci stiamo chiedendo è se sia il caso di replicare ancora una volta una formula che ha avuto successo ma che ora rischia di essere superata. Pensiamo a una proposta almeno in parte diversa, un ALIA Evo più “mirato” su determinati temi, più aderente a uno spunto o a una suggestione comune ma affrontata con gli strumenti tipici della sf o dell’horror o del weird o di qualunque altro genere di fantastico. Quindi sì, stiamo pensando a un ALIA Evo 5.0 davvero nuovo. Vi terremo informati.

Grazie a Silvia Treves e Massimo Citi per essere stati con noi oggi. Vi ricordo che "ALIA Evo 4.0" è disponibile su tutti i maggiori store online.


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