INTERVISTA A MATTEO RUBBOLI - VANILLA MAGAZINE

INTERVISTA A MATTEO RUBBOLI - VANILLA MAGAZINE
Bentornati al puntualissimo appuntamento con le interviste de Il Salotto Letterario e Il Salotto Creativo del gruppo Facebook MyMee-Express Yourself. 
Oggi siamo in compagnia di un ospite davvero speciale: Matteo Rubboli, editore e curatore della rivista Vanilla Magazine, centro di ritrovo culturale con una media di oltre due milioni di lettori mensili. Ma ora accomodiamoci e lasciamo la parola a Matteo.



Ciao Matteo, benvenuto nel mio Salotto e grazie per essere qui in nostra compagnia oggi. Partiamo subito con la prima domanda che rivolgo a tutti i miei ospiti: raccontaci qualcosa di te. 
Ciao Caterina, ti ringrazio per avermi invitato, è un piacere essere sul tuo blog de “Il Salotto Letterario”, un nome che evoca l’importanza della diffusione orizzontale della cultura. Ho 37 anni e sono nato a Cagliari, durante l’infanzia ho vissuto a Roma, Ravenna e Linosa, una piccolissima isola di fronte alla celebre Lampedusa nella parte più meridionale della Sicilia. Per questo mio continuo peregrinare per l’Italia gli amici mi considerano apolide, ed effettivamente un po’ mi sento tale. Dopo la scuola dell’obbligo mi sono diplomato al Liceo Scientifico, la mia scuola di vita, e in seguito ho frequentato Ingegneria fermandomi però a metà degli studi (14 esami su 30), un po’ perché volevo diventare economicamente indipendente un po’ perché avevo di fronte 3 esami che erano per me insormontabili. A 22 anni (era il 2004, due ere tecnologiche fa) ho iniziato a lavorare con il web lanciando insieme ad altri amici una start-up di fotografie scattate nei locali della mia regione, l’Emilia Romagna, e mi sono innamorato della filosofia dei progetti online. Da allora ho svolto i lavori più disparati, sempre con l’idea di guadagnare tempo per riuscire a concretizzare un progetto web che mi consentisse di creare una community di persone appassionate a ciò che volevo comunicare. 

Da circa dieci anni sei curatore di “Vanilla Magazine – Cultura, leggende e popoli nella Storia”, un centro di ritrovo culturale per milioni di lettori e spettatori. Come mai la scelta di questo nome e com’è nato il magazine? 
Il nome nasce dal mio primo progetto online, che si chiamava “Vanilla Glam”, di cui ho tenuto soltanto la parte più dolce. L’occasione per la sua nascita è stata un lungo periodo in cui ho vissuto in Grecia, per amore, durante il quale ho potuto pensare a un progetto culturale a tutto tondo com'è Vanilla Magazine, che nasce sulle rive del Mar Ionio con l’idea di aggregare persone appassionate di storia, viaggi, leggende e più in genere di cultura. Da allora, sono passati ormai 10 anni, la strada per rendere quell’idea un’azienda è stata lunga e tortuosa, ma alla fine la perseveranza, un po’ di cocciutaggine e tanta fortuna hanno portato Vanilla ad essere uno dei punti di riferimento culturali nel panorama web italiano. 

Matteo, Vanilla Magazine è anche un canale YouTube con più di ottantamila iscritti. I video del magazine sono sempre estremamente curati, ricchi di dettagli e allo stesso tempo fruibili a tutti grazie allo stile semplice e intuitivo con il quale vengono proposti. Potresti raccontarci come nasce un tuo video? 
L’idea di portare i nostri articoli in video è stata elaborata durante molto tempo, ed è partita con mezzi amatoriali che si sono evoluti con la crescita del canale YouTube. Oggi un video nasce da un articolo pubblicato su Vanilla Magazine, che viene ricontrollato (per l’ennesima volta) e che poi interpreto in parte di fronte alla telecamera, dove imparo il testo come un copione teatrale, e in parte di fronte a immagini attinenti il tema trattato. Dopo viene la parte del montaggio, che è quella più lunga e “noiosa”, che per ora faccio ancora io ma che spero, prima o poi, di poter delegare a qualcuno più competente di me. 
Prima del lato tecnico c’è però quello creativo sul testo, che spesso non faccio io ma che realizzano i tantissimi autori del Magazine, con cui decidiamo gli argomenti da trattare che vengono poi pubblicati. Fra questi, mi fa piacere ricordarlo, l’autrice più prolifica è Annalisa Lo Monaco, senza la quale molti degli argomenti non riuscirebbero ad essere approfonditi in modo così efficace per la sua capacità di tradurre in parola scritta le tante sfaccettature delle storie più curiose. 

I temi affrontati da Vanilla Magazine sono innumerevoli e coprono un’ampia gamma di argomenti, da quelli storici, geografici o legati a leggende e folklore, solo per menzionarne alcuni. Quale è stata, a tuo avviso, una tra le storie che ti hanno colpito o affascinato di più e per quale motivo? 
Vanilla è davvero un magazine poliedrico, caratteristica che all’inizio era considerata dagli esperti un “suicidio editoriale” ma che alla lunga si è rivelata la sua carta vincente. Le storie che più mi coinvolgono e colpiscono sono sicuramente le vicissitudini dei civili durante le Guerre, i periodi più difficili affrontati dall’umanità. Fra queste due articoli in particolare li ho “sentiti” nel cuore e li porto ancora dentro: quello su Alfred Nakache, un nuotatore ebreo internato ad Auschwitz, e quello del padre di una bambina di nome Boali, alla quale vennero tagliate le mani perché non aveva raggiunto la quota giornaliera di caucciù nel Congo Belga. Queste, ma anche tante altre come quello sulle Comfort Women durante la Seconda Guerra Mondiale, quello su Genie, la bambina reclusa dal padre, o l’italianissima vicenda di Alfredino, sono storie che ti lasciano una piccola tacca nell’anima, destinata a rimanere per sempre. 



Quinta e ultima domanda: stai lavorando o pianificando a qualche progetto futuro? 
In questo particolare mondo mi piace di pensare di lavorare sempre per il futuro, mantenendo l’operatività sul presente. A breve uscirà il libro con le storie di maggior successo di Vanilla Magazine, un progetto che sta assorbendo non solo noi ma anche i bravissimi editori, la società editrice Edity di Palermo, e stiamo iniziando a pianificare una serie di presentazioni in giro per l’Italia attraverso le quali i tanti appassionati della nostra community potranno incontrarsi fra loro insieme a noi autori. Poi sto seguendo la traduzione in inglese di Vanilla Magazine, ad opera della bravissima Rachele Goracci, un progetto che, spero, nell’arco di qualche anno ci consenta di creare un buon pubblico anche a livello internazionale. 
A livello personale sto invece valutando alcune proposte che mi sono arrivate dal mondo di quello che una volta poteva definirsi il “tubo catodico”. Ma per questo “salto cosmico”, penso, c’è davvero ancora tempo…

Ringrazio di cuore Matteo per la sua disponibilità e gentilezza e per essere stato in nostra compagnia oggi. Qui di seguito potete trovare tutti i link di riferimento del canale e della rivista, per restare sempre aggiornati su tanti nuovi e imperdibili appuntamenti!



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