INTERVISTA ALL'AUTRICE MIRIAM PALOMBI

LE INTERVISTE DEL SALOTTO
Bentornati agli appuntamenti extra con le interviste de Il Salotto Letterario. Oggi siamo in compagnia di Miriam Palombi, che ci parlerà di "Creepy Tales", il suo ultimo romanzo horror pubblicato da Watson Edizioni.



Ciao Miriam, benvenuta nel mio Salotto e grazie per essere qui in nostra compagnia oggi. Raccontaci qualcosa di te.
Sono Miriam Palombi, ceramista e scrittrice. Sono un’autrice di narrativa horror, dark fantasy, thriller. Nelle mie opere cerco di esplorare un universo macabro e spettrale, ispirandomi ai temi più classici del genere. Sono membro della Horror Writers Association. Curatrice della collana horror della DZ Edizioni, e cofondatrice del blog Horror Cultura.

A dicembre 2020 è uscito “Creepy Tales” per la casa editrice Watson Edizioni. Potresti presentarlo brevemente ai nostri lettori?
A me piace definire "Creepy Tales" una favola oscura che mescola elementi tipici del genere dark fantasy e sfumature horror, non adatta, però, a un pubblico molto giovane. L’elemento cardine della vicenda è la malvagità. Nello scenario distorto in cui si muovono i personaggi, anche i luoghi e addirittura gli oggetti possono celare una natura malevola.

Benjamin Winterbottom è il giovane protagonista del tuo romanzo, dotato di una sensibilità molto particolare che lo porterà a scoprire i segreti del St. Grace and Mercy. Come è nato questo personaggio e che tipo di evoluzione vive nel corso della storia?
Benjamin è un ragazzo particolare. Ha un dono: riesce a scorgere ciò che si nasconde nell’oscurità. Viene abbandonato tra le mura di un orfanotrofio, in cui i giovani ospiti sono sempre più emaciati… e a volte scompaiono nel nulla.
Fin dalle prime pagine troviamo un bambino spaventato, segnato dall’abbandono, in cerca di un affetto sincero. Quando le poche certezze gli saranno tolte, il suo personaggio vedrà una evoluzione. Sarà costretto a crescere molto in fretta, a superare le proprie paure in nome dell’amicizia e di un istintivo spirito di conservazione.

Cernunnos è il grande antagonista silenzioso di “Creepy Tales” e protagonista del poema che apre il volume. Potresti spiegare ai nostri lettori di che tipo di figura si tratta e come mai ha deciso di inserirla nel romanzo?


In tutto il libro sono disseminati richiami a una sorta di paganesimo ancestrale, che mi affascina molto. La Natura intorno al villaggio di Midsomer Mallow ha perso tutto il suo benevolo aspetto, divenendo matrigna e crudele. In questo panorama si inserisce la figura di Cernunnos, il Dio Cornuto, divinità antica e selvaggia conosciuta dai celti, e non solo, che racchiude in sé una forte dualità. Dio della foresta e della fertilità, e figura psicopompa, signore dei morti e traghettatore nell’oltretomba. Con l’avvento del Cristianesimo assimilato addirittura all’iconografia diabolica di Satana. Per queste caratteristiche così peculiari era il villain perfetto, ma forse il meno crudele all’interno del pantheon di creature bizzarre che popolano l’orfanotrofio. Ho una particolare attrazione verso il body horror. Adoro ideare cattivi che, anche nell’aspetto esteriore, dimostrino la stessa oscurità che segna la loro condotta morale.

Come nasce “Creepy Tales”? Ci sono delle fonti di ispirazione a cui ti sei sentita particolarmente vicina durante la creazione della storia?
Quella di Benjamin è una storia all’apparenza semplice. La stesura è iniziata dopo un periodo complicato della mia vita, in cui avevo “necessità” di capire se fossi ancora in grado di scrivere. Tutto è partito da poche parole, divenute poi l’incipit:
“Benjamin era convinto che non ci fosse nulla di più osceno e maligno del St. Grace and Mercy”.
Walpole, Blake, Shelley, Poe, Lovecraft, King, non gli unici ma quelli che maggiormente prediligo, sono stati di ispirazione durante la stesura di "Creepy Tales". Questi autori non hanno fatto altro che creare delle favole macabre per adulti, delle orride fiabe della buona notte che ci avrebbero accompagnato anche da grandi.

Stai lavorando a qualche nuovo progetto per il futuro?
Ho appena terminato la stesura di un romanzo horror di ambientazione italiana, legato al folklore e alla superstizione. Un’opera corale che mi ha permesso di mostrare le varie sfaccettature psicologiche dei protagonisti, portando in superficie debolezze, drammi e dipendenze. Nel frattempo continuerò a scrivere racconti per varie antologie, e porterò avanti il progetto per la divulgazione della cultura horror. E per cultura intendo “un sistema di saperi, opinioni, credenze, costumi e comportamenti che caratterizzano un gruppo e trasmessi di generazione in generazione”. Troppo spesso si è costretti a dover legittimare un tipo di narrativa che ha come scopo quello di mettere a disagio il lettore.


Grazie a Miriam Palombi per essere stata in nostra compagnia oggi. Vi ricordo che "Creepy Tales" è disponibile sul catalogo della casa editrice e su tutti i maggiori store online.

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