LE RECENSIONI DEL SALOTTO: BOSCO BIANCO

LE RECENSIONI DEL SALOTTO

Diego Galdino, Bosco Bianco, Independently Published




L'AUTORE

Diego Galdino (classe 1971) vive a Roma e ogni mattina si alza alle cinque per aprire il suo bar in centro, dove tutti i giorni saluta i clienti con i caffè più fantasiosi della città. Con Sperling & Kupfer ha pubblicato il suo romanzo d'esordio, Il primo caffè del mattino (di cui sono stati venduti anche i diritti cinematografici), e Mi arrivi come da un sogno. I suoi libri sono tradotti con successo in Spagna, Germania e Polonia.
Diego Galdino è stato ospite del Salotto in un'intervista che potete trovare qui

LA TRAMA
Nel suo testamento, la signora Chiara Pizzi lascia in eredità Bosco Bianco, una bellissima e storica tenuta affacciata sulla costiera amalfitana, a suo nipote Samuele Milleri, figlio di sua sorella e alla signorina Maia Antonini, figlia della sua più cara amica d'infanzia. Si racconta che a Bosco Bianco sia nascosto il diario segreto del leggendario scrittore americano Albert Grant. Proprio per questo motivo Andrea Razzi, ricco uomo d’affari, con velleità politiche, vuole entrarne in possesso a qualsiasi costo, tanto da acquistare da Samuele Milleri la sua metà di Bosco Bianco appena ereditata, approfittando dei suoi gravi problemi finanziari, per poi obbligare Giorgio Betti, il suo migliore e fascinoso agente immobiliare, a fingersi il nipote della vecchia proprietaria per cercare di convincere Maia Antonini a vendergli la sua parte della tenuta, anche a costo di farla innamorare di lui. Ma vivere a Bosco Bianco, seppur per pochissimo tempo, può cambiare il destino delle persone. Lo sapeva bene lo scrittore americano Albert Grant, che aveva fatto dell'amore la sua ragione di vita perchè come scritto alla fine del suo libro più famoso... "Per perdersi non serve un posto, basta una persona".

LA RECENSIONE
La piccola cittadina di Santa Maria venne fondata nel 1710 dal duca Enrico Someri. Il nobile, durante un suo viaggio di piacere, rimase inevitabilmente affascinato da quel piccolo lembo di costa nascosto tra Amalfi e Positano. Tornato a casa decise che avrebbe costruito tra quei venti leggeri e quelle dolci maree che tanto l'avevano ammaliato la sua nuova dimora. Da allora in poi alcune perle sotto forma di case bianche e splendenti si unirono servendosi di quella scogliera come un invisibile filo naturale. 
Quella regione divenne così in breve tempo uno dei gioielli più preziosi con cui l'Italia adornò la sua rigogliosa terra. 
Santa Maria come un'elegante dama offrì il braccio al tempo ed insieme, sospinti da una leggera corrente marina, iniziarono a volteggiare secolo dopo secolo al centro del mondo, suscitando l'invidia dei presenti. 
Fra quelle perle ve ne era che risplendeva più delle altre: la tenuta di Bosco Bianco. Essa catturava lo sguardo grazie ad una qualità e una sofisticatezza architettonica fuori dal comune, insolita per un paese così piccolo. Esprimeva il meglio dello stile del diciottesimo secolo, costruita su due piani, con mattoni provenienti dalla vicina isola di Santa Caterina, era circondata da piccole colonne in legno di ciliegio verniciate di bianco come tutto il resto della casa.

Giorgio Betti sta per partire per Disneyland con le figlie quando la telefonata del suo capo, il prestigioso agente immobiliare Andrea Razzi, rovina tutti i piani: Giorgio deve dirigersi immediatamente verso la costiera amalfitana, verso il piccolo angolo di paradiso dove si trova la tenuta di Bosco Bianco. La signora Chiara Pizzi ha lasciato in eredità metà della villa a suo nipote Samuele Milleri e l'altra metà a Maia Antonini, figlia della sua più cara amica d'infanzia. Milleri non ha esitato a vendere la propria parte a Razzi e ora Giorgio (fingendosi Samuele Milleri) deve convincere Maia a vendere ciò che rimane della tenuta. Ma Bosco Bianco è un posto diverso da tutti gli altri, dove il tempo sembra scorrere diversamente e le vite delle persone sembrano prendere pieghe inaspettate...

Una storia d'amore delicata e che sembra uscita da un romanzo d'altri tempi quella di Bosco Bianco, il romanzo che lo scrittore barista Diego Galdino ha deciso di pubblicare in maniera indipendente. Sullo sfondo della splendida costiera amalfitana si delinea la magica tenuta di Bosco Bianco, una favola che sembra divenuta realtà. Sarà proprio qui che i due protagonisti del romanzo, Maia Antonini e Giorgio Betti (sotto le mentite spoglie di Samuele Milleri) si incontreranno e si innamoreranno a dispetto di tutte le bugie e i sotterfugi a cui la dura realtà li costringe a ricorrere. Sia Giorgio che Maia hanno sofferto per amore: lui, dopo aver sposato una donna di cui non è realmente innamorato, si ritrova divorziato e con poco tempo da dedicare alle figlie che non vuole perdere; lei sopporta quotidianamente il dolore di non poter avere bambini a causa di una malattia che ha anche messo fine al suo precedente matrimonio. Nonostante il loro passato così difficile da sopportare, Maia e Giorgio non hanno perso la voglia di vivere, di rimettersi in gioco e di amare di nuovo.
La storia di Bosco Bianco segue sicuramente un intreccio lineare e senza particolari colpi di scena, ma non ha importanza. Quello che più preme allo scrittore è la storia vera e propria e il modo in cui vuole narrarla, cioè parlando direttamente al cuore dei lettori. Diego Galdino racconta di emozioni e sentimenti, di amore paterno e di amore romantico, di senso del dovere e onestà. Il suo stile è semplice e scorrevole, alla portata di tutti, ma riesce a delineare in maniera vivida e coinvolgente ambientazioni e personaggi. La magia di Bosco Bianco prende così vita tra le pagine del romanzo, rivelando a poco a poco anche un'altra storia nella storia, quella dello scrittore americano Albert Grant, antico ospite della tenuta. I suoi preziosi diari potrebbero ancora trovarsi lì ed è per questo che lo spregevole Andrea Razzi preme così tanto per acquistare l'intera proprietà.
Una storia poetica, malinconica e romantica, che ammalia l'animo del lettore, facendolo riflettere ma anche sognare, ma che soprattutto ci ricorda che l'amore  - nonostante tutto - non smette mai di bussare alla nostra porta.       


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