INTERVISTA ALL'AUTORE MAICO MORELLINI: IL RAGNO DEL TEMPO

INTERVISTA ALL'AUTORE MAICO MORELLINI
IL RAGNO DEL TEMPO
Bentornati ai puntualissimi appuntamenti del giovedì interviste de Il Salotto Letterario e de Il Salotto Creativo del gruppo Facebook MyMee-Express Yourself. Oggi diamo nuovamente il benvenuto a Maico Morellini, vincitore del Premio Urania 2010 con il romanzo "Il Re Nero" e del Premio Italia 2019 con il romanzo "Il diario dell'estinzione" e autore della space opera "La Corporazione dei Necronauti", in occasione della pubblicazione del suo nuovo romanzo per Providence Press: "Il ragno del tempo". 
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Ciao Maico, bentornato nel mio Salotto e grazie per essere in nostra compagnia oggi. Per chi ancora non ti conoscesse, potresti raccontarci qualcosa di te? 
Ciao, è sempre un piacere essere ospitati qui da te, perciò grazie! Permettimi anche di salutare tutti gli affezionati lettori del Salotto ai quali mi presento molto volentieri. Io sono Maico Morellini, appassionato di narrativa fantastica che frequento come autore con una certa testardaggine da ormai dieci anni. Il mio esordio è stato sulla collana Urania di Mondadori, nel 2011, con Il Re Nero (romanzo con il quale ho vinto il premio Urania). Da lì sono arrivati altri romanzi, antologie e racconti. Sono un grande appassionato di cinema (horror e fantascienza più di tutto) e sono un profondo sostenitore sia della narrativa di intrattenimento che delle contaminazioni (letterarie e cinematografiche). Credo di aver detto tutto! 

“Il ragno del tempo” è il tuo ultimo romanzo, di recente pubblicazione per Providence Press. Potresti presentarcelo brevemente? 
Una delle definizioni che più mi piacciono della narrativa di genere è: “Tutto ciò che non è fantascienza, che non è fantasy e non è horror rientra nel weird”. Ecco, credo che questa definizione si adatti perfettamente a Il ragno del tempo. È un romanzo breve i cui ingredienti principali sono quattro: un misterioso lascito testamentario, un vecchio studioso isolato dal mondo, un’investigatrice privata e una bizzarra villa incastrata tra i colli bolognesi. Mescolati insieme, nel mio intento, permettono al lettore di aprire una finestra su un mondo “altro”, inquieto e inquietante. Ci sono temi classici (quello della casa infestata), ma che ho cercato di declinare in modo differente. 

“Il ragno del tempo”: cosa si nasconde dietro questo titolo sibillino? 
Dietro questo titolo si nasconde una delle frasi simbolo del romanzo. “Il mondo non vuol essere scoperto, vuole essere sedotto”. E questa frase, nella storia che racconto, vale anche per il tempo. Ho provato a immaginarlo come una ragnatela, non tanto in senso letterale quanto in senso simbolico. Ma non posso – ok lo ammetto, non voglio - dire di più. 

Ne “Il ragno del tempo” hai deciso di dedicarti a tematiche meno fantascientifiche e molto più weird. Come mai questa scelta e cosa possono aspettarsi i tuoi lettori dal tuo nuovo romanzo? 
I miei primi racconti, scritti davvero tanti anni fa, affrontano tematiche e suggestioni tra l’horror e il weird perciò mi sento di dire che la passione per il ‘bizzarro’ fa parte del mio DNA. Il ragno del tempo arriva dopo un lento ma continuo riavvicinamento a questo tipo di narrativa. Un riavvicinamento iniziato qualche anno fa con il racconto “Spettri di Ghiaccio”, pubblicato all’interno del bel progetto Collana Miskatonic, continuato con Il diario dell’estinzione (romanzo che ha avuto la fortuna di essere ospitato proprio su queste pagine) e arrivato al ragno. Cosa aspettarsi? Una finestra. Una finestra che si schiude qui e ora per aprirsi su un mondo “altro” dalle coordinate inquietanti. Però ci tengo a dire una cosa: come ho accennato, non sono un amante della divisione in generi perciò fantascienza, horror, fantasy, weird rientrano tutti nel grande insieme della narrativa fantastica e a me piace scrivere questo: narrativa fantastica. Poi so che le classificazioni sono molto utili e a volte persino indispensabili, però non sento di essermi allontanato dai miei canoni anche quando (e se) non scrivo “fantascienza”. 

Nel tuo romanzo tocchi numerose location e alcune di esse le hai anche visitate e “vissute” in prima persona. Cosa rappresentano dunque per te questi luoghi? 
Rappresentano opportunità. Opportunità di mostrare in modo diverso luoghi che si conoscono, che sembrano normali (ma mai banali, nessun luogo è davvero banale), ma che possono piano piano rivelare tutta un’altra natura. Ogni luogo che racconto ne "Il ragno del tempo" mi ha lasciato qualcosa. Qualcosa che magari ci ha messo un po’ a prendere forma, che è rimasto lì in attesa del momento giusto. E il momento giusto è arrivato proprio mentre scrivevo il ragno. Alcuni di questi, come Avigliana e Suviana, possono avere omologhi con nomi e posizioni diverse in tutta Italia. Altri, come la Sacra di San Michele, hanno senza dubbio un mistero intrinseco che non può lasciare indifferenti.

Avigliana

Lago di Suviana

Sacra di San Michele

Un ragno, un notaio, un’investigatrice e un vecchio professore: questi i protagonisti del tuo nuovo romanzo. Quanto di te c’è in questi personaggi? 
A rischio di dare una risposta banale, sono sincero nel dire che c’è un po’ di me in tutti i personaggi, ragno compreso! Credo che scrivere, cercare di rendere credibili i protagonisti dei propri romanzi, significhi donare loro un pezzo dei propri pregi e dei propri difetti. Si cerca di connotare un carattere, di mettere in luce debolezze e virtù, e per farlo si è costretti ad attingere da ciò che si conosce: e quello che si conosce è il proprio modo di interpretare le relazioni umane. 
Il personaggio a cui sono più legato, comunque, è il vecchio professore. Mi sono divertito molto a parlare di lui e con lui. Poi c’è un non-personaggio che si può considerare il fulcro dell’intera storia ed è quello a cui ho dedicato più tempo in termini di studio e creazione del background. Ma questo lo scopriranno i lettori. 

Progetti futuri? 
C’è un romanzo di fantascienza in valutazione che spero di poter offrire a chi vorrà leggerlo già l’anno prossimo. Adesso sto lavorando a un romanzo breve incentrato sulla controversa figura di Cesare Lombroso, al secondo volume dei Necronauti e, se avrò il tempo anche che un romanzo breve di fantascienza tutto genetica e altre stranezze. Mi piacerebbe scrivere anche qualche racconto marinaro tra l’horror e il weird. Adoro le storie di mare e credo che siano capaci di offrire ai lettori una moderna visione del mistero che tanto li ha resi appassionanti in passato. 

Grazie dell’ospitalità, e spero di poter tornare presto nel tuo Salotto! 


Grazie di cuore a Maico per essere stato in nostra compagnia oggi. Vi ricordo che potete seguire l'autore sulle sue pagine social e sul suo sito web e qui di seguito potrete trovare anche i link per l'acquisto e un interessante "behind the scenes" de "Il ragno del tempo". 

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