LE RECENSIONI DEL SALOTTO: SE ESISTE UN FUTURO

LE RECENSIONI DEL SALOTTO
Stefano Spataro, Se esiste un futuro, Delos Digital
Collana Dystopica a cura di Delos Veronesi


L'AUTORE
Stefano Spataro, classe 1985, è dottore in storia della scienza, ricercatore e musicista.
Ha pubblicato racconti su antologie, come “Prisma Vol. 2” (Moscabianca Edizioni, 2020) e riviste online, tra le quali Crapula Club e la nuova carne. Scrive articoli e recensioni per diverse riviste web come “Wired Italia”, “Crapula Club”, “La nuova carne”, “Andromeda”, “La Rivista Culturale”.
Nel 2019 Prospero Editore ha pubblicato il suo primo romanzo, una space opera dal titolo “Attis, Sogni dal terzo pianeta”.

LA TRAMA
Quale futuro può esserci in una società nella quale non è possibile raggiungere l'età adulta?

In un mondo reso tossico dall'inquinamento, una mutazione cellulare ha ridotto l'aspettativa di vita dell'umanità a poco più dell'adolescenza. La rediviva società civile, gestita integralmente da bambini e ragazzi, non ha il tempo materiale di progredire e vive confinata in una enorme struttura di vetro e acciaio che la protegge dall'esterno, mentre la tecnologia del vecchio mondo inizia a perdere del tutto di efficacia. Un giorno però un uomo adulto viene catturato all'esterno della sovrastruttura e porta con sé la speranza di un mondo e di una vita diversa; una speranza rifiutata dai politici adolescenti accecati dal potere. Sarà la giovane Giulia a rischiare la sua breve vita per cercare di cogliere il fiore di un futuro migliore.

LA RECENSIONE
La stanza degli interrogatori è grigia e in penombra. Intorno al tavolo d'acciaio un uomo e due ragazzi in divisa sono in silenzio. Gli occhi dei due giovani si muovono nervosi, all'unisono. Sebbene siano uno dietro l'altra le rispettive agitazioni e ansie sembrano essere collegate da un filo teso. La ragazza potrà avere sedici anni, è seduta di fronte all'adulto e si sistema l'uniforme che sembra ricavata dal tessuto di un sacco di canapa. Sfrega le dita di una mano sulla spalline opposta, il metallo riluccica di tonalità bronzee. L'altro è poco più che un bambino, è in piedi vicino alla porta, impettito. Ha il volto costellato di lentiggini.

Si può ancora parlare di futuro se le vite degli esseri umani sono destinate a spezzarsi dopo una manciata di anni? E può ancora definirsi vita quella che conducono i ragazzi di “Se esiste un futuro”, costretti a nascondersi all’interno di strutture protettive che contrastino i rischi del mondo esterno? Eppure Giulia è convinta che là fuori possa celarsi qualcosa di importante, una piccola pianta forse in grado di correggere la mutazione cellulare che affligge la sua società. Come avrebbe fatto altrimenti quell’uomo – un adulto – a raggiungere la struttura?

“Se esiste un futuro” di Stefano Spataro è un racconto fulminante, duro ed essenziale proprio come lo stile che lo contraddistingue e che in pochissime pagine riesce a suscitare in noi emozioni e sensazioni contrastanti. La società del domani tratteggiata nel racconto ci raggela e ci terrorizza: per colpa di una mutazione cellulare causata dall’inquinamento globale, gli esseri umani sono destinati a morire attorno ai vent’anni. Ragazzi e ragazze sono così costretti a condensare in un brevissimo lasso di tempo un’intera esistenza, sapendo di avere letteralmente i minuti contati. Ma quando, insieme a Giulia, scopriamo che al di fuori della struttura è ancora possibile invecchiare, ecco accendersi in noi una scintilla di speranza. Insieme alla giovane protagonista andremo dunque alla scoperta di un mondo ormai ritenuto leggendario.

“Se esiste un futuro” riprende una tematica a mio avviso sempre affascinante, quella del genere umano minacciato dall’estinzione. Senza scendere troppo nei dettagli e lasciando che l’immaginazione dei lettori possa correre a briglia sciolta per trovare risposte alle domande sollevate nel corso della storia, l’autore ci pone davanti a spinose domande esistenziali, giocando su una dicotomia costante lungo tutto il dipanarsi del racconto: città post apocalittica e paradiso naturale; prigionia e libertà; giovinezza e vecchiaia; passato e presente; morte certa e speranza di sopravvivere. Stefano Spataro confeziona una storia che si legge tutta d’un fiato, destinata a travolgerci con la potenza di una valanga. Una storia di cui vorremmo sapere e che si dimostra essere senza ombra di dubbio un ottimo preludio per un’opera di più ampio respiro.


Commenti

Post più popolari