LE RECENSIONI DEL SALOTTO: FUERTE APACHE

LE RECENSIONI DEL SALOTTO
Jacopo Montrasi, Fuerte Apache, Delos Digital
Collana Delos Passport a cura di Fabio Novel


L'AUTORE
Jacopo Montrasi comincia a scrivere nel 2016, partecipando a un Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa breve, ottenendo il podio. In seguito, conquista diversi riconoscimenti tra cui la Menzione d'Onore Premio Internazionale Thesaurus Albarella, la Menzione di Pregio Concorso Nazionale Città di Cologna Spiaggia, il terzo posto alla 45ª edizione del Premio Writers Magazine. Altri racconti vengono pubblicati in raccolte, antologie e sulla prestigiosa rivista “Writers Magazine”. Nel 2020 si aggiudica il premio Delos Passport con il racconto “Fuerte Apache” ed ex aequo la prima edizione dell'ambito Termini Book Festival con il racconto “Hot for You”, pubblicato nello speciale n. 57 della “Writers Magazine Italia”. Il suo romanzo d'esordio è “Le memorie dell'ombra” (Bertoni Editore, 2018).

LA TRAMA
Dalla periferia degradata e violenta di Buenos Aires alla Pampa sterminata, in fuga per salvare la pelle. Racconto vincitore del Delos Passport Contest 2020.

Fuerte Apache, villa miseria di Buenos Aires. Quartiere povero, degradato e pericoloso, dove respirano assassini, fannulloni da sussidio o spacciatori di droga. Ma anche tutte le altre anime che affollano i blocchi di cemento scadente, e che si alzano la mattina all'alba per poi lavorare nei cantieri, nei campi, nei magazzini. Ovunque, per qualche peso e un piatto di riso ai figli.
Il quindicenne Tullio Molina spera di scappare dal barrio grazie al calcio, come prima di lui ha fatto il suo idolo, Carlos Tévez, l'Apache. Di cambiare vita, di lasciare quella fogna senza speranza. Si ritrova invece costretto a una vera fuga quando l'amico Ramon lo coinvolge, suo malgrado, in un furto alla persona decisamente sbagliata: Tati, uno degli spacciatori più violenti e bastardi del Fuerte. Uno che non perdona, che ammazza Ramon e che è pronto a fargli la pelle per avere indietro i soldi.
Tullio trova rifugio fuori città, nella piccola fattoria dello zio Alfredo. Ma anche la Pampa purtroppo riserverà dolorose sorprese, che risveglieranno un cuore apache.

LA RECENSIONE
Tullio Molina non abbassava mai gli occhi per primo. Era una questione di rispetto. E tra i vicoli il rispetto non era parola vuota ma valore solido, concreto come le pistole infilate nelle cintole, reale come una coltellata nel fegato. Al Fuerte, il rispetto veniva prima di tutto: era la moneta sonante con la quale si pagava la tranquillità di poter camminare per strada senza essere importunato, o sorridere a una ragazza senza essere pestato. Era selezione naturale come quando andavi a fare i provini per le squadre di calcio e solo i più forti passavano il turno. Gli altri tornavano a casa, la testa infilata nella disperazione, lo stomaco a pulsare di fame tra le baracche e i palazzoni fatiscenti della periferia male di Buenos Aires.

Fuerte Apache, quartiere popolare della città di Ciudadela, Buenos Aires. Un mondo a parte, in cui la legge non esiste e chi comanda sono assassini e spacciatori. Ma a Fuerte Apache c'è anche chi non vuole rassegnarsi a una vita di stenti e di degrado. C'è chi si rimbocca le maniche e combatte giorno dopo giorno in nome di una vita onesta. E c'è anche chi, come Tullio Molina, sogna qualcosa di più: diventare un calciatore e lasciare per sempre la terribile realtà del Fuerte. 

Con "Fuerte Apache", Jacopo Montrasi si aggiudica il podio del Delos Passport Contest 2020 firmando un thriller crudo e lapidario. La dura vita di Fuerte Apache ci viene posta davanti brutalmente, senza orpelli di sorta. Con uno stile asciutto e minimale, l'autore ci racconta di come la Morte regni sovrana nel quartiere e nella quotidianità del giovane Tullio Molina. Ogni giorno gli spari delle bande rivali riempiono i vicoli e le piazze, ogni giorno nessuno sa con certezza se farà ritorno a casa o se si ritroverà agonizzante tra i cassonetti luridi. Ogni minimo errore viene punito severamente, come Tullio impara a sue spese quando - dopo essersi inimicato uno dei peggiori spacciatori del quartiere - la madre lo costringe a trasferirsi fuori città, nella fattoria dello zio Alfredo. E nella pampa assolata, Tullio intraprenderà uno spietato percorso di crescita che lo trasformerà da adolescente a giovane uomo. 

"Fuerte Apache" ha il sapore del mate più amaro e della pampa argentina. L'odore greve del degrado si solleva letteralmente dalle pagine e gli spari dei criminali riecheggiano in ogni riga. Realismo e vividezza vengono portati all'ennesima potenza in questo racconto sudamericano, così come l'immediatezza delle immagini descritte. Jacopo Montrasi confeziona un thriller che si divora in meno di un'ora ma che colpisce dritto al cuore, proprio come il colpo di una pistola del Fuerte. 




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