INTERVISTA ALL'AUTORE DAVIDE ROCCO COLACRAI

LE INTERVISTE DEL SALOTTO
Bentornati agli appuntamenti extra con le interviste del Salotto. Oggi siamo in compagnia di Davide Rocco Colacrai che ci presenterà il suo ultimo volume per la casa editrice Le Mezzelane: "Della stessa sostanza dei padri - Poesie al Maschile".



Salve Davide, bentornato nel mio Salotto e di nuovo grazie per essere qui in nostra compagnia oggi. Per tutti i nostri lettori che ancora non la conoscessero, potrebbe raccontarci qualcosa di lei?
Innanzitutto grazie per l’ospitalità. In questi giorni mi ritrovo spesso a riflettere sull’uomo che si esprime e manifesta per mezzo della poesia e sulle tante avventure, non tutte piacevoli o facili, che lo hanno formato, anche e inevitabilmente come poeta. Ci sono state esperienze che, a tutt’oggi, non so come sia stato possibile attraversare e concludere in modo più o meno illeso e tuttavia con un cambiamento interiore così profondo, viscerale, da segnare un prima e un dopo. Come se ogni avventura – come piace chiamarle a me – mi avesse sospinto nel mio percorso come anima e permesso di evolvere, con una sua precisa ragione.

A marzo 2021 è uscita la sua nuova silloge poetica, "Della stessa sostanza dei padri - Poesie al Maschile", per la casa editrice Le Mezzelane. Potrebbe presentarla brevemente ai nostri lettori?
Ho avuto questa idea, forse un po’ stravagante, di unire alcune delle mie poesie, che avevo dedicato a protagonisti maschili, in una raccolta, e così raccontare storie dal punto di vista degli uomini. È importante sapere infatti che noi uomini viviamo le nostre esperienze – che si tratti di conquiste o di fallimenti – esattamente come lo fanno le donne, con una forza che è interamente di cuore, con una differenza importante: che non siamo bravi a raccontarle, e ancora meno a condividere le sensazioni e le emozioni che ogni storia comporta. Le temiamo. Temiamo cioè chi siamo veramente.

Quali tematiche ha deciso di affrontare in questa sua nuova opera? Ce n’è una in particolare di cui vorrebbe parlare ai nostri lettori?
Il comune denominatore alle poesie che compongono questa mia opera è rappresentato dalla fragilità del quotidiano. Racconto infatti le difficoltà e le paure che ogni giorno proviamo nell’affrontare le prove a cui il mondo, soprattutto quello di oggi, ci sottopone e lo stress che ci irrigidisce e avvelena. E racconto anche l’incapacità di parlarne, la malattia a cui l’uomo è condannato da una società che non accetta debolezze, non rispetta le differenze, non promuove i talenti. Una società che condanna prima di conoscere/ riconoscere. E racconto la solitudine.

Cosa rappresenta per lei "Della stessa sostanza dei padri - Poesie al Maschile" e in che modo è correlato alla sua precedente opera "Istantanee Donna - Poesie al femminile"?
I due libri nascono separati e autonomi, nel senso che è possibile leggere “Della sostanza dei padri” senza aver letto “Istantanee Donna” e cogliere pienamente il messaggio di cui si fa portatore. Non mi ricordo quando, ma ho detto, in modo del tutto casuale, istintivo, che è possibile vedere anche una eventuale (cioè non voluta né consapevole) complementarità tra le due opere citate nella misura in cui parlano degli stessi sogni da due punti di vista diversi.

Sta lavorando a qualche nuovo progetto per il futuro?
Mi piacerebbe molto organizzare alcune presentazioni “a modo mio” dei miei due ultimi libri, ma al momento non c’è alcun progetto. Devo dire che lo smart working nelle condizioni attuali – senza possibilità di movimento, di incontrare persone e nutrirsi di confronti – è, almeno per me, molto limitante soprattutto dal punto di vista delle idee.

Grazie a Davide Rocco Colacrai per essere stato con noi oggi. Si ringrazia inoltre l'ufficio stampa di Emanuela Nicoloro per la gentile collaborazione. Vi ricordo che "Della stessa sostanza dei padri - Poesie al Maschile" è disponibile sul catalogo della casa editrice e su tutti i maggiori store online.


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