LE RECENSIONI DEL SALOTTO: FIABE DELLA NOTTE OSCURA

LE RECENSIONI DEL SALOTTO
AA. VV., Fiabe della notte oscura, Delos Digital Heroic Fantasy Italia
A cura di Alessandro Iascy e Giorgio Smojver
Copertina e illustrazioni di Silvia Perosino


LA TRAMA
Da Biancaneve a Cenerentola, da Cappuccetto Rosso a Barbablù: le fiabe famose reinventate tra avventura, orrore, humor nero, sullo sfondo delle cosmogonie di H.P. Lovecraft e Clark Ashton Smith.

C'era una volta l'orrore cosmico, che s'agitava inquieto, in agguato nella notte profonda e senza fine.
Le fiabe, quelle vere, popolari, fanno paura. Sono state scritte per insegnare che l'oscurità è più antica della luce e che la morte attende gli incauti, nella foresta o nelle segrete di un castello. E se le fiabe sono crudeli, i racconti dell'orrore sono spesso fiabeschi. Basta pensare a Sheridan Le Fanu, Lord Dunsany, Arthur Machen, Clark Ashton Smith e soprattutto Howard Phillips Lovecraft, il Lovecraft de "I gatti di Ulthar", "La chiave d'argento", "La ricerca in sogno dello sconosciuto Kadath", "L'estraneo".

Da un'idea di Alessandro Iascy, undici autori riscrivono le fiabe famose con toni dal romanticismo gotico all'umorismo nero, dalla pura avventura all'horror lovecraftiano, e le reinventano sullo sfondo dei miti di orrore. Storie di Andrea Berneschi, Angelo Berti, Francesco Corigliano, Enzo Conti, Lorenzo Davia, Cristiano Fighera, Nicola Lombardi, Laura Silvestri, Giorgio Smojver, Mala Spina, Yuri Zanelli

LA RECENSIONE
"Fiabe della notte oscura": undici rivisitazioni in chiave lovecraftiana delle famose fiabe che ci hanno accompagnati fin da bambini. Biancaneve, la Sirenetta, il Gatto con gli Stivali e Aladino sono solo alcuni dei titoli che potrete trovare in questa ampia e variegata raccolta illustrata edita da Delos Digital per la collana Heroic Fantasy Italia, sia in edizione ebook che cartacea.
L'idea da cui parte l'antologia è quella di creare un parallelismo fra l'orrore cosmico lovecraftiano e la crudeltà intrinseca delle fiabe originali. Le narrazioni della tradizione popolare, oltre a trasmettere usi e costumi tipici e locali, venivano talvolta utilizzate a scopo educativo o di crescita morale ed erano pertanto volutamente spaventose o crudeli.
 
Le edulcorazioni della Disney sono arrivate in seguito.

Riprendendo le parole di Giorgio Smojver nella prefazione all'opera: "E se da un lato le fiabe sono crudeli, dall'altro i racconti dell'orrore sono spesso fiabeschi. Lo schema è eguale: il protagonista si addentra in un luogo remoto e pericoloso, entra in una stanza o in un giardino proibito, e vi trova l'orrore. Sheridan Le Fanu, Lord Dunsany, Arthur Machen (si pensi alla successione di fiabe che accompagna la protagonista del terribile racconto "The White People"), Clark Ashton Smith sono maestri di favole nere."

Ma vediamo, per l'appunto, quali fiabe sono state rivisitate e in che modo.

Laura Silvestri apre la raccolta con il racconto "Lei", un'originale riscrittura ad alto impatto emozionale de "La Sirenetta". L'autrice trasforma Ariel in un'oscura creatura marina piena di tentacoli, che per amore salva un giovane principe da morte certa ma che pretende da lui qualcosa in cambio. 

"Biancalapide" di Lorenzo Davia ci riporta a Thanatolia, il continente di necropoli e tombaroli, in una divertente rivisitazione di una Biancaneve non-morta. Dimenticate dunque Principi Azzurri, uccellini e nanetti canterini: a Thanatolia si ha a che fare con gli orrori più neri!

Andrea Berneschi propone un'ironica e nerissima versione di "Cenerentola": "La ragazza degli Shoggoth". Cenerentola è stata data in sposa ad un disgustoso Shoggoth, mentre la matrigna e le sorellastre cercano di combinare il più vantaggioso dei matrimoni con un membro degli Antichi. Riusciranno nel loro intento? Non vi anticipo nulla, se non che questa versione della fiaba mi ha dato molte più soddisfazioni di quella originale. 

"Gatto di spada" di Enzo Conti è la versione cupa e a tratti grottesca del celebre "Il Gatto con gli stivali", in cui il protagonista è vittima di un terribile inganno e costretto ad affrontare indicibili orrori per aver salva la vita.

"I tre capelli d'oro del Dio Nero" di Giorgio Smojver riprende la fiaba "I tre capelli d'oro del diavolo" dei fratelli Grimm. Il giovane Fortunato deve affrontare le prove imposte dal Re per poter sposare sua figlia, durante le quali si troverà a combattere sì contro mostri terribili ma - soprattutto - contro qualcosa di ancora più oscuro: la crudeltà umana.

"La lampada del distillatore d'incubi" di Yuri Zanelli è il più esotico dei racconti della raccolta. Si tratta della rivisitazione di "Aladino" ed è ricco di magia, mistero ed esotismo.

Angelo Berti riscrive "Cappuccetto Rosso", traducendo la fiaba in "Cappuccetto di Sangue". Anche questa volta, mostri e lupi sono nulla a confronto con le efferatezze di cui è capace il genere umano.

Mala Spina firma invece "L'arcolaio", una toccante riscrittura de "La bella addormentata nel bosco". Una storia d'amore tragica, suggestiva ed emozionante. 

"Raperonzolo - La Torre di Zehel" di Nicola Lombardi è la rivisitazione della fiaba omonima, con un guerriero, una madre che ha perso una figlia, una principessa da salvare e - soprattutto - con un plot twist finale che vi lascerà senza parole.

"Il pupazzo" di Cristiano Fighera è forse uno tra i racconti che ho trovato più inquietanti, dovuto al rapporto di amore/odio che ho con la fiaba di "Pinocchio". In questa versione, il bambino di legno assume una connotazione tutta particolare, diventando oscuro ricettacolo di un male indescrivibile. 

Ultimo ma non ultimo, "Fuori dal coro" di Francesco Corigliano riesce a rendere - se possibile - ancora più nera una fiaba già terrificante di suo: quella di "Barbablù". Ci sono le mogli, c'è la porta che non si deve aprire e c'è anche la musica, una melodia particolare e in apparenza irraggiungibile e dalla quale Barbablù è ossessionato. 

"Fiabe della notte oscura" attinge a piene mani dalla mitologia lovecraftiana per dare vita a undici, originalissimi racconti che esplorano i meandri più oscuri dell'Universo. Le illustrazioni di Silvia Perosino contribuiscono ad ampliare quel senso di terrore strisciante che permea ogni pagina del volume, spesso rimanendo nell'ombra in attesa che qualcuno lo risvegli o si offra ad esso come sacrificio - più o meno volontario. 
Anche se, talvolta, ciò che più ci sconvolge e ci lascia impietriti dall'orrore non sono tanto i Grandi Antichi e i loro sacerdoti e portavoce o ancora mostri come Shoggoth, Gaunt e Ghast, bensì le azioni compiute dall'essere umano ai danni del proprio simile, con un'efferatezza e una spietatezza degna dei nostri peggiori incubi.    



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