INTERVISTA ALL'AUTORE GIORGIO BORRONI

LE INTERVISTE DEL SALOTTO
Bentornati al puntualissimo appuntamento del giovedì interviste de Il Salotto Letterario e de Il Salotto Creativo del gruppo Facebook MyMee-Express Yourself. Oggi conosciamo Giorgio Borroni, traduttore sceneggiatore, illustratore e autore del romanzo "Il vuoto dentro" per Ater Edizioni. 
Accomodiamoci e lasciamo a lui la parola.



Salve Giorgio, benvenuto nel mio Salotto e grazie per essere in nostra compagnia qui oggi. Partiamo con la prima domanda che rivolgo a tutti i miei ospiti: raccontaci qualcosa di te. 
Ciao, grazie dell’opportunità! Che dire? Sono un tipo eccentrico e dal carattere un po’ difficile che dopo un corso di scrittura creativa nel 2014 si è messo a scrivere roba horror in un Paese dove l’horror è pompato come roba da adolescenti che saltano sulle poltrone dei cinema al primo jumpscare e i lettori sono fermi a Stephen King o ai classici: non è molto furbo da parte mia, lo ammetto. Dopo un provino fatto per caso, ho recitato in alcuni film dove ho fatto lo zombie e il cacciatore di zombie, il capitano dei Marines nello spazio, il goticone fuori di testa e il rapinatore… ah, modello in 3d cravatte texane tamarrissime che indosso senza pudore su completi rigorosamente neri e realizzo illustrazioni per fanzine o semplicemente per riempire l’HD esterno. Direi che ultimamente la mia vita ha preso una piega movimentata… 

“Il vuoto dentro” è la tua prima pubblicazione per Ater Editore. Potresti presentarla brevemente ai nostri lettori? 
È un romanzo breve e cupissimo, credo sia la cosa più oscura che abbia mai realizzato. Un ex galeotto che è stato dentro per un crimine orrendo e una donna sola sono così disperati da voler entrare in contatto con un’entità maligna in un gioco perverso che finirà solo con la dipartita del più debole fra i due, con una morte atroce. Perché si sottopongono a questa ordalia? Non posso svelarvelo, ma posso dirvi che per scrivere quest’opera ci sono stato parecchio male. Ho raggiunto un incredibile livello di prostrazione psicofisica, anche se a qualcuno può risultare una cosa stupida o sensazionalistica da dire. In più non ho molta simpatia per il racconto in prima persona e invece, da bravo masochista, ho voluto mettermi alla prova cimentandomici: la storia è narrata dal punto di vista di Biagio e Nadia che si alternano capitolo per capitolo… non è stato facile e ci sono state delle volte in cui volevo buttare via tutto. Se Ater non avesse opzionato il romanzo e lo avessi perso per un guasto al pc probabilmente non lo avrei riscritto, è stata una esperienza che mi ha provato. 

Che ruolo ha giocato e che influenza pensi possa aver avuto il tuo lavoro come traduttore, sceneggiatore e illustratore rispetto alla creazione de “Il vuoto dentro”? 
Credo che tradurre fumetti abbia influenzato il mio modo di concepire dialoghi, infatti cesello le battute cercando tic linguistici per caratterizzare un personaggio e lavoro molto sui registri. Tradurre è stato un buon punto di partenza per allenarsi a essere fluido, concentrare le battute in poco spazio e spesso entrare nella testa dell’autore per capire che impronta voleva dare alla pagina: è stata una buona palestra. La sceneggiatura di un fumetto è qualcosa di altro rispetto allo scrivere un racconto o un romanzo, a mio parere: i tempi della narrazione sono molto diversi e devi concentrarti sull’istruire il disegnatore su inquadrature, fargli vedere ciò che vedi tu e magari discuterne. Il fatto che il prodotto finito si veda dopo molte discussioni con chi lavora sulla parte grafica la dice lunga invece sulla solitudine di chi scrive un racconto o un romanzo, se si esclude il lavoro di post produzione in accordo con il tuo editor. Le illustrazioni invece sono un passatempo che solitamente tengo fuori dalla scrittura, a parte il mio ultimo lavoro autoprodotto, “La stagione della morte” in cui ne ho piazzate un paio all’inizio e alla fine di ogni capitolo. “Il vuoto dentro” invece era nato per essere un audiolibro, volevo partecipare a un bando di Audible, poi mi sono detto che per le tematiche trattate e per la lunghezza della storia, non liquidabile in poche cartelle come richiesto dal bando, forse avrei dovuto presentarlo a qualche casa editrice per una pubblicazione su carta o ebook. 

Come traduttore ti sei occupato di alcune edizioni italiane di vari classici della letteratura anglo-americana, quali “Frankenstein” (per Feltrinelli), “Dracula” (per Barbera) e “La lettera scarlatta” (per Liberamente). Tradurre non significa soltanto riportare un testo da una lingua all’altra, ma si tratta di un lavoro molto più complesso, fatto di precise scelte stilistiche atte a trasmettere non solo concetti ma anche emozioni e talvolta addirittura particolari sonorità o significati. Quali sono secondo te gli aspetti più affascinanti e quali quelli più “spinosi” del processo di traduzione? 
Direi che saper decodificare il testo in entrata è l’ultimo problema di un traduttore, i guai arrivano quando bisogna rispettare lo stile dell’autore da tradurre e renderlo comunque fruibile per i lettori. Ci sono un sacco di sfumature da considerare e tieni conto che le case editrici odiano le note a piè di pagina, perché fanno sprecare carta e spezzano il ritmo. In altre parole devi essere capace di far intendere slang, giochi di parole e rendere le battute comiche originali divertenti nella traduzione senza ricorrere ad “aiuti” o spiegare il senso di qualcosa perché è esattamente come quando si spiega una barzelletta. Credo che la sfida più grande sia adattare senza stuprare e rispettare senza risultare artificiosi. Poi ogni traduzione invecchia e sono prontissimo a essere soppiantato da uno che fra un po’ troverà soluzioni migliori delle mie. 

Quinta e ultima domanda: progetti per il futuro? 
Piazzare un romanzo thriller-horror su cui ho lavorato per tre anni e ho completato durante il Lockdown… anche qui ci sono andato peso, sicuramente ho poche chance, in più portarlo a termine è stata una bella faticaccia, ma come avrai capito non sono tanto per le cose facili! 

Ringrazio Giorgio per essere stato in nostra compagnia oggi. Vi ricordo che potete seguirlo sui social e che il suo romanzo è disponibile sia sui maggiori store online sia sul catalogo della casa editrice. 


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