LE RECENSIONI DI HALLOWEEN: I FIGLI DELLE OMBRE

LE RECENSIONI DI HALLOWEEN
Federica Leonardi, I figli delle Ombre, LaPiccolaVolante
A cura di Michele Gonnella 

Il Salotto Letterario inaugura quest'anno una rassegna speciale dedicata alla settimana di Halloween, con proposte di lettura thriller/horror a cura di diversi autori e lit-blogger. 
La proposta di oggi, a cura di Michele Gonnella, autore e co-fondatore del collettivo letterario Ignoranza Eroica, è "I figli delle ombre", di Federica Leonardi.


L'AUTRICE
Federica Leonardi vive in quelle che un tempo erano paludi, in compagnia di umani, gatti e pappagalli. Scrive storie che spaziano dall'horror al weird. Per La Piccola Volante ha scritto anche "I figli delle Ombre", sequel di "Il signor W." Suoi racconti sono apparsi in diverse antologie: "Women of Weird" (Mosca bianca edizioni), "La prima frontiera" (Kipple), "Zappa e Spada" (Acheron books). Il suo blog: Letture Pericolose.

LA TRAMA
Vemana, la città delle bestie striscianti, è la nuova scacchiera sulla quale si muovono Aloysius Carset e Noah Whateley per giocare l'ultima partita. Aiutati da una donna senza nome dai denti affilati, emissario del dio dalle molte ossa, i due alchimisti dovranno sfidarsi a una caccia al tesoro: ritrovare il Libro perduto e una ragazza dal volto marchiato. La posta in palio: la vita. I due rivali si muovono in una città che ha escluso la notte, in cui il buio fa sorgere creature sconosciute e assassine chiamate Ombre; tra insetti meccanici, carri trainati da blatte e pasticci di lumaca hanno ottanta giorni di tempo per portare a termine la sfida, prima che il verdetto venga pronunciato. Che si accorgano o meno che qualcuno, a questo gioco, sta barando. "I Figli delle Ombre" è il sequel dell'horror/weird "Il Signor W.", di cui riprende personaggi e cosmogonia, per compiere un ulteriore passo verso la rovina. 

IL PARERE DI MICHELE
Prima ancora che la donna potesse gridare, le zampe anteriori di una delle bestie erano schizzate in avanti e le chele si erano strette attorno al morbido collo, mozzandole la testa. L'uomo aveva tentato di fuggire, ma tre Ombre lo avevano assalito, strappandogli le gambe e le braccia.

Seguito de "Il Signor W.", questo libro riesce a mantenere i target del primo tomo seppur cambiando genere: gli eventi di questo sequel infatti prendono vita in un ambiente completamente diverso, se prima eravamo nei tempi odierni, adesso ci troviamo in un mondo fantastico dove insetti giganti e componenti steampunk fanno parte del quotidiano tanto quanto orripilanti pasticcini al gusto mirtillo e coccinella (avete presente cosa dicevo nella recensione su “Il Signor W.” in merito ai criceti? Ecco, era un modo di dare l'idea, qui dico sul serio). 

In comune con il primo tomo c'è tuttavia l'orrore: una realtà superna, corrotta e aliena che rinnova il mito degli antichi lovecraftiani stavolta è più presente anche grazie al punto di vista di due nuovi protagonisti, alchimisti impegnati in un gioco più grande di loro e in cui c'è in palio la vita, una posta piuttosto bassa vista l'identità del mazziere. Abbiamo quindi un romanzo che sfrutta l'orrore - oltre che in scene spaventose - persino per descrivere quotidianità grottesche, abitudini e stili di vita marci e materiali umani che possono porgerti la mano o una coltellata in base a quanto vale la taglia sulla tua testa, il tutto contornato da una notte letale, da cui i benestanti possono proteggersi con lumi e solide porte e dove i meno fortunati servono solo da esca per ciò che striscia nelle tenebre. Riusciranno gli alchimisti a uscire vincitori contro entità al di sopra delle possibilità umane? E la povera ragazza dal volto marchiato di lentiggini potrà sopravvivere a un mondo che la vuole morta? “I figli delle Ombre” è una garanzia per passare un Halloween con tè caldo e la sensazione di insetti carnivori che ti strisciano sotto pelle.


Michele Gonnella, labrolucchese classe '88, vive una vita dedicata a quattro attività fondamentali: arti marziali, tè, libri, sopravvivere a sé stesso, il tutto sotto gli insegnamenti dei felini con cui condivide l'esistenza. Di fatto, è il bohémien più zen e monastico che si possa trovare. Egli non ci combina nulla col mondo della letteratura, tant'è che è perito informatico, ma forse proprio per questo si diverte a rompere tutti i canoni letterari da che ha impugnato la penna. Già di suo infatti era un bel casinista, tra romanzi e saggi al di fuori dei generi. Quando poi si è ritrovato a essere uno dei fondatori di Ignoranza Eroica apriti cielo...


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