LE RECENSIONI DEL SALOTTO: LA VOCE NERA
LE RECENSIONI DEL SALOTTO
Gianmaria Ghetta, La voce nera, Delos Digital Heroic Fantasy Italia
A cura di Alessandro Iascy e Giorgio Smojver
Copertina di Eleonora Garofalo. Illustrazioni di Pietro Rotelli.
L'AUTORE
Gianmaria Ghetta è nato a Trento il 10 aprile 1977. Vive a Rimini dal 2003 dove si occupa di marketing per un’azienda informatica. Ha conseguito la Laurea in Storia Contemporanea presso l’Università di Bologna nel 2002.
Cresciuto in Val di Fassa, tra i maestosi scenari alpini delle Dolomiti, è sempre stato affascinato dalla natura selvaggia e dalla letteratura avventurosa. I classici di Salgari, Verne, Stevenson, Cooper, London, Dumas… lo hanno aiutato a scoprire anche la letteratura fantastica, facendolo innamorare di autori come Tolkien, Howard, Burroughs, Lovecraft, Eddings, Leiber, Gemmell, Moorcock. Sposato e padre di due figli, tra gli altri interessi, oltre alla lettura e scrittura, annovera l’escursionismo alpino, i boardgame/wargame, il cinema (soprattutto western) e la storia militare, di cui è appassionato cultore. Per la collana Heroic Fantasy Italia di Delos Digital ha pubblicato il romanzo breve "L’eredità" (2020) e per l’editore Letterelettriche il racconto "L’aquila e la pietra", inserito nell’antologia Sword & Sorcery "Sui mari d’acciaio" (2020).
LA TRAMA
Proveniente da un’epoca di faide selvagge e arcani senza nome, una minaccia prende forma nella vita del giovane e inquieto Edgar Allan Poe. Ignaro del destino che lo attende, come risponderà al tremendo richiamo della “Voce Nera”?
Edgar Allan Poe, lo scrittore, il mito. Ma ci fu un tempo, in cui ancora la fama non aveva bussato alla sua porta… un tempo oscuro, dominato da un oscuro richiamo. Attraverso le nebbie di un remoto passato, poteri antichi e minacciosi sortilegi raggiungono Edgar, per intrappolarlo in una ragnatela di morte. In una lunga scia di sangue, sarà la vendetta a segnare il fato del futuro maestro del brivido, cambiando la sua esistenza per sempre.
LA RECENSIONE
I passi pesanti sul selciato echeggiavano distintamente sotto i porticati silenziosi di Croaghan of the Cups, annunciando l'arrivo di grossi guai agli abitanti del castello già svegli a quell'ora antelucana. Il manipolo di uomini del clan aveva attraversato rapidamente la corte interna, ancora pressoché deserta e comunque prontamente abbandonata dai pochi occupanti di fronte a quell'incedere frettoloso. I rari garzoni impegnati nei lavori di stalla e cucina si erano infatti subito dileguati, valutando saggio e prudente non incrociare il cammino impaziente dei guerrieri. Nascosti dietro casse e barili, rimasero in silenzio a osservare il gruppo, diretto verso il largo torrione che sorgeva nell'angolo orientale dell'antica fortezza dei McKiernan. Davanti a tutti procedeva un uomo di media statura, rivestito di brache e tunica color dell'erba. Il mantello marrone che gli drappeggiava le ampie spalle non riusciva a nasconderne la corporatura massiccia. I capelli biondissimi, raccolti in una lunga coda, si agitavano sotto la pungente sferza del vento autunnale. Con un gesto brusco, Ivor McKiernan spalancò il portoncino massiccio della torre.
Irlanda, XIII secolo. Baltimora, 1800.
Due luoghi e due tempi molto diversi fra loro, ma accomunati da un personaggio d'eccezione: lo scrittore Edgar Allan Poe. Attraverso circostanze prodigiose, Poe lascia Baltimora e si ritrova catapultato nell'Irlanda del passato, in un'epoca oscura di faide fra clan e scontri all'ultimo sangue. Ma come e perché è potuto accadere?
Gianmaria Ghetta firma un altro racconto d'eccezione per Heroic Fantasy Italia, questa volta magistralmente illustrato da Eleonora Garofalo e Pietro Rotelli. Come ne "L'eredità", anche ne "La Voce Nera" l'autore parte da eventi reali e da accurate basi storiche, per poi intrecciare elementi di fiction e fantastico e dar vita a una storia unica ed emozionante.
Come brevemente spiegato nella nota alla fine del volume, Ghetta ha scelto di trasportare Poe nell'Irlanda del XIII secolo, nel periodo che seguì la battaglia di Magh Slécht del 1256, che causò la divisione della zona nota allora come Bréifne nei due regni del Bréifne Occidentale (assegnato al clan degli O'Rourke) e del Bréifne Orientale (assegnato al clan degli O'Reilly). Questa situazione causò diverse tensioni e i due clan furono spesso protagonisti di interminabili e sanguinose faide, le stesse a cui Edgar Allan Poe assisterà e di cui si ritroverà suo malgrado a far parte una volta tornato indietro nel tempo.
Il suo viaggio e la sua missione non saranno affatto facili da affrontare, in quanto, come scrive Gianmaria Ghetta nella prefazione all'opera, il mondo in cui Poe si trova catapultato era "contraddistinto da lotte cruente e senza tregua, governato dalla legge del taglione", "una terra segnata dal sangue di interminabili faide spietate, contesa in lotte feroci dalla costellazione di clan perennemente in lotta tra loro, da tempo convertiti alle leggi del cristianesimo ma ancora impregnati dallo spirito furioso dei propri antenati gaelici".
Tradimenti, combattimenti all'arma bianca, magia nera ma anche passioni, legami fraterni e obblighi di lealtà sono solo alcuni dei temi portanti dell’opera. E dietro a tutto, come l'ombra di un'ala di corvo, la Voce Nera, il potente e misterioso richiamo a cui Edgar Allan Poe non potrà fare a meno di rispondere.
Gianmaria Ghetta intreccia storia e finzione per dar vita a un'opera dal ritmo incalzante e ricca di colpi di scena. Il suo Poe non è ancora il famoso scrittore il cui nome è diventato immortale: Ghetta lo dipinge infatti come un giovane ancora acerbo e propone un'originale spiegazione sull'origine dei racconti che lo consacreranno come maestro dell'orrore. I lettori più attenti sapranno dunque cogliere tutte le citazioni inserite all'interno de "La Voce Nera" appartenenti a "Il gatto nero", "Berenice", "Il crollo della casa Usher", "L'ombra", "Una discesa nel Maelström" e "La mascherata della Morte Rossa", ma anche chi si avvicina per la prima volta al mondo di Poe, rimarrà certamente affascinato dalla storia e dall'intreccio degli eventi che Ghetta ha creato attraverso un sapiente ed equilibrato utilizzo del fantastico e del reale, ma - soprattutto - non potrà fare a meno di restare colpito dallo spaccato storico e culturale che emerge, vivido e reale, dalle pagine del libro. Il racconto sembra prendere vita sotto ai nostri occhi e, al termine della storia, avremo l'impressione di essere stati anche noi trasportati indietro nel tempo insieme ai protagonisti, stavolta non grazie a qualche prodigio, ma alla magia delle parole dell'autore.
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