INTERVISTA ALL'AUTORE GIANMARIA GHETTA
INTERVISTA ALL'AUTORE GIANMARIA GHETTA
Bentornati al puntualissimo appuntamento delle interviste de Il Salotto Letterario e de Il Salotto Creativo del gruppo Facebook MyMee-Express Yourself. Oggi ho il piacere di ospitare Gianmaria Ghetta, autore per Delos Digital Heroic Fantasy Italia e Letterelettriche Edizioni. Accomodiamoci e lasciamo a lui la parola...
Ciao Gianmaria, benvenuto nel mio salotto. Raccontaci qualcosa di te.
Ciao, e un saluto a tutti quelli che ci leggono. Innanzitutto grazie per questo spazio che mi concedi. Sarò sintetico: ho quarantadue anni, felicemente sposato e papà di due splendidi ragazzi, lavoro nel settore informatico (area comunicazione e marketing; la mia formazione è squisitamente umanistica). Vivo a Rimini da anni ma sono orgogliosamente trentino al cento per cento, fassano per la precisione, perché vengo da Vigo di Fassa, per me il paese più bello del mondo!
Come ti sei avvicinato alla scrittura?
Mi è sempre piaciuto scrivere, ma fino a tre anni fa avevo sempre lasciato questa cosa un po’ nel cassetto, senza crederci davvero. Prima l’università, poi il matrimonio, i figli, il lavoro… c’era sempre una scusa per rimandare più avanti la “resa dei conti” con quella vocina che mi sussurrava scrivi, scrivi… Con una certa auto-indulgenza mi ripetevo che tanto nessuno avrebbe mai davvero prestato caso ai miei scritti, che sarebbe stata solo fatica sprecata. Poi, un giorno, una persona mi ha colpito con una frustata: senti Gianmaria, ma se non ci provi seriamente adesso, quando pensi di farlo? È stato come svegliarsi di colpo da un lungo sonno. Avevo tralasciato per troppo tempo, colpevolmente, questa mia grande passione. Ho ripreso in mano la penna, anzi il computer, ed è partito tutto.
Qual è il tuo genere preferito?
Ho un grande amore per la narrativa fantasy, ma leggo volentieri qualunque genere dove facciano capolino l’epica o l’avventura: fantascienza, storico, western, soprannaturale, talvolta anche horror. Una passione a parte, che mi accompagna dai tempi della scuola, è quella per la saggistica sulla storia militare (ho studiato storia all’università), che mi fornisce anche interessanti spunti per le mie avventure letterarie.
Parliamo un po’ del tuo libro. Come è nato? Di cosa parla? Quali sono i temi principali?
Ho deciso di rispondere all’appello dell’editore Delos Digital, che stava per inaugurare la nuova collana Heroic Fantasy Italia, e ho proposto un mio romanzo breve intitolato “L’eredità”, ambientato nel 67 d.C., durante la rivolta giudaica contro l’impero romano. L’idea per questa ambientazione era nata durante la lettura di un saggio sull’assedio di Gerusalemme, sanguinoso evento situato al culmine di quel tragico conflitto di popoli. I protagonisti del romanzo, impegnati a combattere su fronti opposti, si trovano costretti a lottare per la propria vita e a fare scelte difficili, sullo sfondo di una tragedia storica di immani proporzioni. Naturalmente, trattandosi non di un romanzo storico, ma di un fantasy a sfondo storico, il tutto è abbondantemente farcito di mostri ed elementi soprannaturali; eppure, e mi preme sottolinearlo, al centro restano sempre gli uomini, con le loro complessità, debolezze e paure, le loro decisioni. E la guerra, che nella sua insensibile brutalità mette a nudo ogni fragilità umana.
C’è un titolo di una delle tue opere che è particolarmente significativo per te?
Considero “L’eredità” molto significativo, perché questo titolo riassume un concetto a me molto caro: il valore del passato, di ciò che ci ha preceduto e ci viene tramandato. Una famosa citazione del compositore Gustav Mahler (niente arie da finto filosofo, intendiamoci, è l’unica frase che conosco del personaggio!) sintetizza bene ciò che penso su passato e futuro: “Tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri”. Saper valorizzare la propria storia, capirla, amarla e quando necessario anche aspramente criticarla, per poter guardare avanti con consapevolezza di sé. Credo che nella comprensione delle nostre, e altrui, radici, si trovi una chiave importante per aprire le porte di un futuro migliore. Ne “L’eredità”, pur doverosamente nascosti tra gli elementi del genere fantasy che devono restare prevalenti, ho voluto inserire alcuni frammenti di questa mia visione.
Da dove prendi ispirazione per scrivere?
L’ispirazione non la prendo affatto in realtà, perché vive di vita propria. Fa quel che vuole, e quando vuole. Se la cerco si nasconde, per poi piombarmi tra capo e collo quando meno me l’aspetto. E naturalmente, dispettosissima, di solito arriva quando non posso scrivere. Quindi mi tocca afferrarla per il collo, legarla come un salame e metterla in saccoccia dentro un cantuccio della memoria, pronta per essere liberata quando finalmente posso mettermi davanti alla tastiera. Quanto alla sua origine, è sempre diversa: un libro, un film, un paesaggio, un discorso tra amici, un sogno…
Ogni scrittore inserisce inevitabilmente una parte di se stesso nelle sue opere. C’è un personaggio in particolare che senti più vicino di altri?
Come, credo, ogni autore, metto un po’ di me in ogni cosa che scrivo: personaggi, situazioni, dialoghi. C’è un personaggio che in effetti maggiormente mi rispecchia, ma, e spero mi perdonerai per essere così evasivo, non vorrei parlarne qui e ora. Si tratta infatti del protagonista di una serie di racconti fantasy ancora inediti, che in futuro mi piacerebbe pubblicare. Quindi, se mi concedi un pizzico di scaramanzia, per il momento preferisco mantenerlo nell’ombra.
Potresti raccontarci la tua esperienza con la casa editrice (o le case editrici) con la quale hai pubblicato?
La mia esperienza è stata ottima. Per la pubblicazione de “L’eredità” ho avuto a che fare con Delos Digital, casa editrice professionale, organizzata, e soprattutto trasparente e corretta. Le persone con cui ho collaborato o avuto contatti si sono rivelate squisite: in primo luogo il curatore della collana Heroic Fantasy Italia, Alessandro Iascy, sempre attento e disponibile, il mio editor per il testo, Giorgio Smojver, persona preparatissima e di grande cultura, nonché eccellente scrittore, oltre naturalmente al presidente Silvio Sosio, che ha dato prova di grande gentilezza complimentandosi con me per la pubblicazione. Altra esperienza editoriale, e mia primissima, è stata quella, assolutamente positiva, con la casa editrice Letterelettriche Edizioni, nella persona del suo bravo e disponibile presidente, Vittorio Marco Ivan Cirino. Con Letterelettriche ho pubblicato il mio racconto di ambientazione vichinga “L’aquila e la pietra” che, in compagnia di quelli di tanti bravi colleghi, è stato inserito all’interno dell’antologia Sword & Sorcery “Sui mari d’acciaio”, anch’essa voluta, coordinata e curata da Alessandro Iascy e Giorgio Smojver.
Hai qualche consiglio da dare ad un aspirante scrittore alle prese con la sua prima opera?
A essere sincero, dall’alto della mia fresca esperienza, mi sentirei un po’ ridicolo a dispensare consigli. Posso solo parlare di quello che ho imparato personalmente. Prima di tutto l’importanza di non mollare: se qualche anno fa mi avessero detto che sarei stato qui a parlare di questi argomenti, mi sarei messo a ridere… però ho insistito, ed eccomi. Considero essenziale la voglia di migliorarsi e imparare continuamente. Ogni volta che scrivo, il mio desiderio è quello di comporre il testo migliore che sia mai stato realizzato. Non fraintendermi, non si tratta di avere un ego smisurato, ma semplicemente di aspirare al meglio e di essere seri in ciò che si fa. Non mi interessa pubblicare qualcosa tanto per pubblicarla. Quando scrivo, voglio provare a essere il miglior scrittore possibile, allo stesso modo in cui cerco di fare un ottimo lavoro in ufficio o di essere un buon papà. Se non avessi voglia di migliorarmi e perfezionarmi, smetterei di scrivere in questo istante. Per concludere, tre piccole cose: la prima, leggere molto. La seconda, scrivere anche quando l’ispirazione sembra latitare. La terza, curare il linguaggio, perché l’italiano è una lingua ricca e magnifica, quindi merita di essere sfruttata a fondo e di venire trattata bene.
Ringrazio Gianmaria per essere stato in nostra compagnia oggi. Vi ricordo che potete seguirlo su Facebook per restare sempre aggiornati su ogni novità e che a questo link Amazon trovate anche un piccolo estratto de "L'eredità".
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