LE RECENSIONI DEL SALOTTO: IL PROFUMO DELLA NEVE

LE RECENSIONI DEL SALOTTO
Francesca Bandiera, Il profumo della neve, Delos Digital Dark Fantasy


L'AUTRICE
Francesca Bandiera è una ragazza alle prese con se stessa. Studia Scienze della Comunicazione a Bologna, ma vive a Ferrara, una cittadina immersa nella nebbia che, fin dalla prima infanzia, ha ispirato le sue storie di streghe assassine e api parlanti. Crescendo, diversi elementi sono diventati essenziali nella creazione dei suoi racconti immaginifici: cornacchie, boschi, spettri del passato e, perché no, un pizzico di realismo magico. La scrittura, per lei, è uno spirito-guida; proprio grazie a essa, infatti, sta imparando a tornare bambina. Per Delos Digital ha pubblicato "Corrosione" (Narrazioni, 2017) e "Pandemonio" (Fantasy Tales, 2019).

LA TRAMA
Siamo davvero soli quando la paura perseguita le nostre ombre? Come si affronta un mostro, se assume le sembianze del dolore? È possibile reagire di fronte all’angoscia di un ricordo? Un libro che tenta di esplorare gli antri più ombrosi della psiche umana: perdite e silenzi, rimpianti e paradossi, fraintendimenti e condanne. Alla ricerca, sotto uno spesso strato nevoso, del coraggio. 

Gemma Trentini, affetta da “quionofobia” (fobia della neve), deve fare i conti con un trauma risalente a tre anni prima, da lei definito “la Tragedia”. Insieme all’ex vicina di casa Leda, sarà costretta a ripercorrere i giorni successivi alla morte di Bianca: la sua migliore amica aveva soltanto quattordici anni quando è stata travolta da una valanga, ai margini di una pista da sci, e da allora Gemma non ha fatto altro che scorgerne lo spirito ovunque. Bianca l’aveva tormentata in vita, con le sue inguaribili manie sul cibo e i suoi abusi silenziosi, e ha continuato a perseguitarla da morta, sbucando qua e là in qualche incubo o manifestandosi in diverse allucinazioni. Dopo la notizia di un’imminente bufera di neve, diretta a Verona, Gemma si vede abbandonata da Leda e impossibilitata a prenotare un viaggio a Catania, come d’abitudine, per sottrarsi alle intemperie. Da quel momento sarà intrappolata in un vortice di terrore che si nutrirà delle sue più profonde incertezze e renderà Bianca uno spirito maligno dal quale fuggire. Cosa succederebbe, se stavolta fosse la paura stessa a presentarsi alla sua porta? E con quali sembianze?

LA RECENSIONE
Il vapore si acquatta sui muri, formando una patina biancastra sopra lo specchio. Per terra, un campo minato di pozzanghere. Gocce roventi scorrono dal rubinetto e colmano la vasca fino all'orlo: il livello dell'acqua supera i seni, interrompendosi all'altezza delle clavicole. Lascio le dita a mollo, a sfiorarne giusto la superficie, e muovo i polsi da destra a sinistra, provocando una serie di piccole onde. I polpastrelli, a bagno, si sono raggrinziti; l'unghia pare essersi rammollita, tanto è divenuta flessibile.
"Gemma? Posso entrare?"
Leda ha varcato la soglia prima di terminare la domanda. Sventola una mano a mezz'aria, cercando di far fuoriuscire l'umidità, e nel contempo assottiglia le labbra, segno premonitore di un'infuriata.

Gemma ha perso la sua amica Bianca sotto una valanga in montagna e da quel momento la sua vita non è più stata la stessa. Oltre ad aver sviluppato una fobia nei confronti della neve e dell'inverno (la cosiddetta "quionofobia"), Gemma continua ad essere tormentata anche dal ricordo dell'amica. Quasi si fosse tramutata in uno spirito, Bianca continua a comparire nei sogni e nel quotidiano di Gemma. L'amica Leda si sforza di starle vicino, di scuoterla da quello stato di torpore che sembra non volerla abbandonare, invano. La paura attanaglia Gemma, le si stringe addosso fino a trasformarsi in qualcosa di concreto, forse anche di umano... qualcosa che vive nel mondo di Amygdále.

Con "Il profumo della neve" Francesca Bandiera firma un romanzo dalle atmosfere cupe e angoscianti, dallo stile essenziale, intenso e a tratti brutale che scende nell'animo dei lettori e li scuote fin nel profondo. In poco più di cento pagine, l'autrice dà vita ad una storia che si legge tutta d'un fiato, ma che non sarà affatto facile dimenticare, una storia molto più spaventosa di un romanzo horror classico. "Il profumo della neve" non  è un viaggio facile: ci costringe a confrontarci sulla nostra natura più vera e ad affrontare le nostre paure più oscure e recondite, quelle paure che molto spesso siamo proprio noi stessi ad alimentare.  
 
"Il profumo della neve" è diviso in due parti: la prima, ambientata nel mondo reale e narrata dal punto di vista di Gemma, è dedicata alla sua storia, alla sua quionofobia e all'incontro con un giovane misterioso, candido come la neve che tanto terrorizza Gemma e dalla quale la ragazza lo salva; la seconda è ambientata in un mondo dalle atmosfere classico-dantesche, Amygdále, ed è narrata dal punto di vista di una delle paure in forma umana che lo abitano: Nix, una giovane donna. Soprattutto in questa seconda parte, il romanzo assume tinte particolarmente dark e oniriche, che acuiscono la sensazione di trovarci in una sorta di oltretomba/limbo dantesco. Nix non è la sola entità a vivere nell'Amygdále: attorno a lei ruotano altre, sfuggenti figure, più o meno macilente. La loro forza proviene dalle loro vittime: quanto più le persone come Gemma sono soggiogate dal potere delle ossessioni, tanto più Nix e i compagni acquistano forza. 

Francesca Bandiera intreccia due storie, una reale e una più prettamente "fantasy", ambientandole su diversi livelli di esistenza - almeno in apparenza. I drammi psicologici che fanno da perno all'intero romanzo travolgono i lettori con la loro potenza e intensità, così come le lunghe digressioni riflessive ed emotive di entrambe le protagoniste. Poco importa che Nix faccia parte di un universo fantastico (ai lettori scoprire quanto): i suoi pensieri, le sue azioni e le sue emozioni sono descritti e analizzati fin nel profondo della sua psiche. La paura viene resa umana e, come tale, messa a nudo. Proprio come Gemma dovrà affrontare i propri mostri, così Nix sarà costretta a confrontarsi con l'oscurità e la devastazione che pervade l'Amygdále e che minaccia costantemente ciascuno dei suoi abitanti. Non per niente, l'autrice ha scelto proprio questo nome per il suo mondo parallelo in quanto l'amigdala è quella parte del nostro cervello preposta alla gestione delle emozioni e, in particolar modo, della paura. 

Attraverso due storie parallele, Francesca Bandiera dà vita ad un romanzo cupo e angosciante, che sembra soffocarci e avvincerci tra le sue spire. Le voci di Gemma e Nix raccontano di perdite, di dolore, di paure e ossessioni che condizionano la vita quotidiana anche nei più piccoli gesti. Raccontano di un orrore intraducibile a parole e per questo più spaventoso di qualsiasi altra cosa. Solo la tenacia e il desiderio di rialzarsi potrà portarci a fronteggiare l'oscurità e - chissà - forse anche a distruggerla. L'autrice lascia il finale aperto per permettere ai lettori di scegliere quello che più preferiscono, di essere liberi di immaginare un possibile futuro per le sorti di Gemma e Nix. 

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