GUERRIERE: INTERVISTA ALL'AUTRICE MARIA ROSARIA MONTICELLI

GUERRIERE
INTERVISTA ALL'AUTRICE MARIA ROSARIA MONTICELLI
"ONORE"
"Guerriere": antologia fantasy al femminile edita da Le Mezzelane. Il Salotto ha il piacere di ospitare oggi una nuova autrice dell'antologia: Maria Rosaria Monticelli, in arte Fantasmary, e la protagonista del suo racconto "Onore".



Ciao Maria e benvenuta nel mio Salotto. Raccontaci qualcosa di te. 
Ciao Caterina, e grazie per l’opportunità! Sono Maria Monticelli, in arte Fantasmary, e mi piace raccontare storie. Ho imparato a leggere a tre anni e da allora non mi sono più fermata, divorando continuamente qualunque parola rimanesse scritta abbastanza a lungo da poterla decifrare. Sono anche giocatrice di ruolo di vecchia data, quindi creare personaggi e storie mi viene naturale. 
Di solito uso il medium dell’illustrazione e lascio che sia l’immagine a raccontare, ma ogni tanto mi piace tornare al buon vecchio metodo delle parole. 

Come si intitola il tuo racconto dell’antologia “Guerriere” e di cosa parla? 
“Onore” è un racconto che parla di vergogna e riscatto, disperazione e speranza. È importante il ruolo della comunicazione fra orchi ed elfi, ed è anche il viaggio personale di una delle due protagoniste. Un’azione dettata da motivi intimi e personali ha conseguenze che si propagheranno nel destino di due razze. 

Da dove nasce la tua protagonista? 
Grava è un’orchessa. La sua cultura valorizza l’onore e il coraggio sopra ogni cosa, anche di fronte a una sconfitta certa. Ora è matura, ha combattuto la sua dose di battaglie e si è guadagnata il suo onore, ma un avvenimento del suo passato continua a tormentarla. Nessuno è a conoscenza di quel suo atto di codardia, ma il desiderio di riscattarlo dopo tutti quegli anni la spinge a compiere un’azione disperata ma che potrebbe farle perdere ogni credito agli occhi dei suoi compagni. 
Ho voluto raccontare di una guerriera in tutti i sensi, una persona che combatte per la sua razza, per i suoi amici e per se stessa: penso che il concetto di guerra non si limiti a quella su un campo di battaglia. 

Come mai hai deciso di scegliere certe tematiche e certe ambientazioni? 
Ho sempre avuto una grande passione per gli orchi, che negli scritti di Tolkien sono sintetizzati all’estremo e nelle produzioni fantasy successive sono sempre i “brutti e cattivi”, mancando il più delle volte di una caratterizzazione realistica (con notevoli seppur scarse eccezioni). Ancora più rara è l’orchessa, che quando viene citata è solo un “orco femmina” e difficilmente ha caratteristiche proprie di femminilità. Le mie due orchesse, Grava e Ronia, hanno ricordi, rimpianti, sogni e ambizioni: sono personaggi completi e non solo uno stereotipo. Al contrario, nel mio racconto gli elfi sono visti come una massa amorfa e indifferente. Solo quando da entrambe le parti si inizia a vedere l’altro come un individuo e non come un epiteto razziale si inizia ad avere una risoluzione. 

Progetti per il futuro? 
Tanti, troppi! Sto portando principalmente il mio lavoro di illustratrice quindi aspettatevi un artbook sulle donne nel fantasy, ma sto lavorando anche a una serie di brevi racconti illustrati insieme a decine di piccoli progetti collaterali. Continuate a seguirmi!



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