LE RECENSIONI DEL SALOTTO: 1984


LE RECENSIONI DEL SALOTTO
George Orwell, 1984, Oscar Moderni Cult


L'AUTORE 
Pseudonimo di Eric Arthur Blair, Motihari, Bengala, 1903 - Londra 1950. Prese parte alla Guerra civile spagnola e durante il secondo conflitto mondiale fu corrispondente di guerra. Le sue opere più celebri sono Omaggio alla Catalogna (1938), La fattoria degli animali (1945) e 1984 (1949). 

LA TRAMA 
1984 è il testamento di uno scrittore che ha dedicato la vita alla difesa della libertà e della verità, denunciando tutte le perversioni politiche, dall’imperialismo all’ingiustizia sociale ai totalitarismi di ogni colore. 
1984 è un potentissimo monito contro l’odio verso l’altro, contro le false informazioni, contro il “sentire di pancia”, contro gli insulti all’immaginazione, contro le parole che non corrispondono a un pensiero. 
Letto 1984, chiunque vedrà con chiarezza che l’errore socialmente più grave è il rifiuto dell’intelligenza. 

LA RECENSIONE 
Era una giornata fredda e luminosa di aprile e gli orologi segnavano le tredici. Calcando bene il mento contro il petto per ripararsi dal ventaccio, Winston Smith s'infilò in fretta nel Caseggiato della Vittoria attraverso la porta a vetri, non abbastanza in fretta però da impedire che un mulinello di polvere grossa entrasse insieme a lui. 
Il corridoio puzzava di cavolo bollito e di vecchi zerbini. All'altro capo era attaccato un manifesto a colori, troppo grande per stare all'interno. Raffigurava una faccia enorme, larga più di un metro: la faccia di un uomo di circa quarantacinque anni, con grossi baffi neri e tratti rozzi ma gradevoli. Winston si diresse verso la scale. Inutile provare l'ascensore. Anche quando le cose andavano meglio, funzionava di rado, e ormai nelle ore diurne tagliavano l'elettricità. Con quel genere di restrizioni ci si preparava alla Settimana dell'Odio. L'appartamento si trovava in cima alla settima rampa di scale, e Winston, che aveva trentanove anni e un'ulcera varicosa sopra la caviglia destra, saliva con lentezza, costretto a fermarsi parecchie volte per riposare. Su ogni pianerottolo, di fronte al pozzo dell'ascensore, l'enorme faccia scrutava dalla parete. Era una di quelle immagini che ti seguono con gli occhi. IL GRANDE FRATELLO TI STA GUARDANDO, diceva la scritta sottostante.

Winston Smith è un impiegato come tutti gli altri presso gli uffici del Ministero della Verità. Il suo lavoro consiste nel modificare e correggere libri e articoli di giornale già pubblicati affinché gli eventi accaduti siano sempre in linea con quanto previsto dal Partito. Il suo lavoro, in sostanza, è cambiare la storia. Winston Smith è in apparenza un onesto cittadino di Londra, nella nuova nazione di Oceania, ma qualcosa ribolle dentro di lui: la dittatura imposta dal regime è sempre più difficile da sopportare, ma sfuggire agli occhi del Grande Fratello è impossibile. La sorveglianza del Partito è costante e sempre pronta ad intervenire al minimo accenno di ribellione. Il libero pensiero o qualsiasi espressione della propria individualità sono crimini punibili per legge nella Londra di Orwell. L'unica valvola di sfogo di Winston è scrivere di nascosto, nell'unico angolo cieco del proprio appartamento, su un diario comprato illegalmente. Se qualcuno lo scoprisse, per lui sarebbe la fine. Ma Winston non sa ancora che il diario sarà soltanto la punta dell'iceberg di tutto quello che è in procinto di accadere...

Insieme a La fattoria degli animali, 1984 è tra i romanzi più potenti e conosciuti di George Orwell, una denuncia feroce e spietata contro i totalitarismi e le dittature di ogni sorta. 1984 perde ogni traccia dei toni fiabeschi de La fattoria degli animali e apre ai suoi lettori le porte di un mondo angosciante e claustrofobico.
Nella nuova Londra della nazione di Oceania, l'occhio del Grande Fratello domina ogni aspetto della vita umana, dalle piccole azioni della vita quotidiana fino ad un controllo mentale totale, ricorrendo a perversi meccanismi di manipolazione psicologica, fisica e ad una rigida sorveglianza dell'informazione, della storia e della tecnologia.
Persino il linguaggio si è trasformato nell'ennesima espressione di dittatura. Il Newspeak, la nuova lingua del mondo di Orwell, è strutturata in maniera tale da limitare la capacità di formulare ed esprimere le idee del singolo. Non esistono più termini o parole per concepire pensieri che non siano in linea con le idee del Partito e il regime lavora costantemente al suo miglioramento. Lo scopo finale è raggiungere il momento in cui nessuno sarà più in grado neppure di concettualizzare qualsiasi idea che differisca da quelle del regime. Attraverso il controllo mentale, il potere del Partito diviene così totale: l'indipendenza e l'identità dei singoli cittadini sono completamente annientate. Ogni individuo è uguale all'altro. Addirittura, nessuno di loro possiede più un passato o ricordi di famiglia, in quanto il Partito si occupa della nascita e della crescita della popolazione.
Non esistono più emozioni. L'unico modo che Winston ha per affermarsi, per poter identificare e trovare se stesso, è il suo diario, l'unico strumento in suo possesso per fissare la realtà e la verità degli eventi prima che vengano distorti dal Partito. Per qualche motivo, Winston riesce a sviluppare una consapevolezza propria che lo distingue dalla massa di automi che lo circonda; pur non avendo particolari capacità fisiche o carismatiche, pur non essendo dunque un eroe, il protagonista è in grado di estraniarsi e di percepire la realtà da un punto di vista differente e più oggettivo. Ed è proprio questa sua crescente consapevolezza di dover resistere al controllo totale del Partito che lo spinge a perseverare nei suoi intenti ribelli, fino a raggiungere il suo apice nell'incontro con Julia. Quel che accade in seguito è storia.

George Orwell traccia un quadro terrificante della società del futuro: le ambientazioni dipinte nel romanzo suscitano nei lettori un senso di malessere, psicologico e fisico. La società in cui Winston Smith è costretto a vivere è straniante e malata, ma ciò che più spaventa è la naturalezza con la quale viene accettata. Pochi sono coloro che osano alzare la testa, ancora meno quelli che sopravvivono. E la sorte riservata a Winston è forse peggio della morte.
Lo stile di Orwell è crudo, freddo e disadorno come il mondo di 1984 e reso ancora più agghiacciante dalle espressioni in Newspeak intercalate ad effetto dall'autore.
Pubblicato nel 1949, ma scritto nel 1948 (da qui il titolo 1984, con l'inversione dell ultime due cifre dell'anno), il romanzo di George Orwell è ancora tristemente attuale. Il suo messaggio e le sue idee non invecchiano, né perdono di modernità o di potenza. Il suo monito è sempre lì, nero su bianco dinanzi ai nostri occhi, quasi a ricordarci che mentre ci chiediamo come tutto sia potuto accadere, la situazione si è già irrimediabilmente compromessa.

La guerra è pace.
La libertà è schiavitù.
L'ignoranza è forza.

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