LE RECENSIONI DEL SALOTTO: L'INSONNE

LE RECENSIONI DEL SALOTTO
Diletta Vignati, L'Insonne, Edizioni MontaG


L'AUTRICE
Diletta Vignati (1992) vive in provincia di Milano. Ha compiuto studi di letteratura, storia e filosofia, analizzando queste discipline in particolare nei loro intrecci con le religioni cristiane e islamica. Collabora con una nota casa editrice cattolica e con due quotidiani nazionali per la cronaca locale. Insegna in una scuola per adulti di origine straniera, alle prese con le sfide dell'integrazione e della regolarizzazione. Dopo aver partecipato con successo ad alcuni concorsi letterari, "L'Insonne" è il suo esordio narrativo. 

LA TRAMA
Una donna un po' troppo forte alle prese con una sfida che non può vincere. Un uomo un po' troppo creativo alle prese con una cronaca che non può concludere. Sullo sfondo, una città un po' troppo vigile che pretende di essere raccontata. E una gatta un po' troppo pesante, che è la sola a riposarsi. Al centro, in precario equilibrio, c'è Stefania Borghi. Tra assenze, vagabondaggi, ritorni a casa, parole in eccesso, un'amicizia cui non si può credere e un amore che si perde di vista - quando c'è il sole, per ritrovarsi, poi, quando c'è la nebbia -, quella che il lettore si troverà ad affrontare è una storia che ha tante verità quanti sono i personaggi coinvolti.

LA RECENSIONE
Neanche una nuvola nel cielo di metà pomeriggio. Viene caldo anche soltanto a guardare quest'azzurro quasi blu.
L'aereo è ancora alto ma già lei lo potrebbe vedere, se solo alzasse lo sguardo tra le guglie del Duomo di Milano.
Non lo alzerà.
"Non amo viaggiare".
A parlare sono stato io e l'uomo vestito di nero che mi sta seduto accanto sembra essere stato messo lì apposta, come parte della scenografia, per dare alle mie parole qualcuno che le ascolti.
Ho voglia di parlare in italiano. E questo rende necessario che lo sconosciuto abbia voglia di parlare con me. E che sia italiano, o almeno che conosca la lingua. Fino a poche ore fa, d'altra parte, ero stato io a dover prestare attenzione a quest'uomo vestito di nero che non sembrava capace di silenzio.

Tre personaggi - o forse sarebbe meglio dire quattro - sono le colonne portanti de L'Insonne, opera prima di Diletta Vignati edita da Edizioni MontaG. Stefania Borghi, Giacomo Morelli e Filippo Adami sono le voci che si contendono la narrazione e che dividono la realtà in un caleidoscopio di frammenti complementari. A fare da sfondo (ma fino ad un certo punto) la Milano dei giorni nostri, silenziosa eppure così potente, così presente, tale da diventare parte integrante della storia e quarta protagonista effettiva de L'Insonne. Senza dimenticare la Gatta di Stefania, sua fedele e sonnacchiosa compagna. 
Le vite dei protagonisti si mescolano con sfide da affrontare e superare, addii e ritorni, amore, amicizia e sofferenza: questi sono solo alcuni tra i temi del romanzo di Diletta Vignati. Eppure qualcosa di non detto continua a permeare i dialoghi e le pagine dell'opera, qualcosa di così intenso che è in grado di creare una sorta di urgenza e, allo stesso tempo, un senso di straniamento nei lettori.

L'Insonne è un romanzo dai toni pacati e riflessivi. È un romanzo silenzioso ma in grado di avvincere i lettori a poco a poco, con discrezione. Entra in punta di piedi nelle nostre menti per rivelarci tutte le contraddizioni che caratterizzano la storia: da una parte i colori e i rumori caotici della Milano centro, dall'altra i lunghi silenzi e la solitudine dei personaggi che la popolano.
Stefania Borghi è il fulcro di ogni cosa, il perno attorno a cui tutto ruota. Forte e testarda, dedita al lavoro, è una donna che commette degli sbagli esattamente come tutti gli altri, ma che non è disposta a perdonarsi e che trascinerà in un vortice di dubbi e incertezze anche Filippo e Giacomo.
Ma c'è qualcosa che sfugge, sia a loro che a noi lettori - una tessera mancante del puzzle che troverà il proprio posto solo tra le pagine finali del romanzo. 

Diletta Vignati tocca con leggerezza temi importanti e delicati: le malattie subdole e sfuggenti che affliggono il mondo moderno, i silenzi che tormentano le esistenze di molti, le solitudini mute e nascoste nelle profondità dell'animo. Con uno stile pacato, elegante e dai toni quasi onirici, l'autrice intreccia finzione e realtà, rivelando le innumerevoli sfaccettature in cui ogni evento e ogni verità possono essere raccontate, ascoltate, lette ma - soprattutto - vissute.

Commenti

Posta un commento

Post più popolari