INTERVISTA ALL'AUTRICE ADELAIDE CAMILLO

INTERVISTA ALL'AUTRICE ADELAIDE CAMILLO
Bentornati al puntualissimo appuntamento delle interviste del giovedì de Il Salotto Letterario e de Il Salotto Creativo del gruppo Facebook MyMee-Express Yourself. Oggi siamo in compagnia di Adelaide Camillo, speaker e autrice per PAV Edizioni. Siete pronti a conoscerla?





Ciao Adelaide, benvenuta nel mio salotto. Raccontaci qualcosa di te.
Grazie mille per la vostra attenzione, allora, io sono Adelaide Camillo, napoletana doc, sposata con un romano, lavoro da casa e faccio network e sono speaker di RADIO ABC; LA RADIO CHE TI PARLA, occupandomi di due rubriche radiofoniche molto carine. In una parlo del nostro bellissimo paese andando a cercare i posti più belli da raccontare e visitare e in un’altra mio occupo di grandi donne che hanno fatto la storia.

Come ti sei avvicinata alla scrittura?
Scrivo da piccola, poesie e racconti, ma non ho pensato di pubblicare qualcosa, li tenevo per me e sistematicamente li cestinavo dopo un po', poi grazie ad un’amica che era a conoscenza di questa mia passione per la scrittura, ho conosciuto la PAV Edizioni, una casa editrice non a pagamento romana, con la quale nel 2018 è iniziata una bellissima avventura, pubblicando il primo lavoro, un giallo per la precisione: “L'Ispettore D'Amato 26 luglio 1968” e che ad oggi, grazie ad un progetto dell’editrice Aurora Di Giuseppe, che ringrazio di cuore, mi ha portato a pubblicare alti due lavori nel giro di poco tempo, che trattano storie vere e soprattutto storie di donne vittime di violenza.

Qual è il tuo genere preferito?
Preferisco il giallo, l'horror e il thriller.

Parliamo un po’ del tuo libro. Come è nato? Di cosa parla? Quali sono i temi principali?
Mi ripeto con la prima opera che è un giallo e si chiama “L'Ispettore D'Amato 26 luglio 1968” poi mi sono avvicinata alla narrativa tipo giornalistica romanzata raccontando storie vere di donne vittime di violenza di genere, raccontando in “Finchè morte non ci separi” la storia di Guerina Piscaglia, scomparsa nel 2004 dopo una relazione extraconiugale con un parroco ed ora con “I volti del silenzio” il mio ultimo lavoro, scritto in collaborazione con il centro antiviolenza Frida Kahlo la città della pari opportunità: racconto la storia di due vittime di femminicidio a cui dedico appunto ogni singola parola che ho scritto. Il tutto nasce da un progetto editoriale dell’editrice Aurora Di Giuseppe, dalla sua grande sensibilità e dalla voglia comune di contribuire grazie alla scrittura a sensibilizzare l'opinione pubblica su un argomento che ormai è diventato una piaga sociale, ampia e inarrestabile: la violenza di genere. Nasce tutto da qui, lo studio dei casi, che la cronaca ci riporta in continuazione, la collaborazione con enti predisposti ad un duro e bellissimo lavoro e soprattutto la voglia di dare ancora voce a chi non può più che mi spinge a scrivere in prima persona e a raccontare il fatto di cronaca dal punto di vista delle vittime attraverso la loro triste storia, le loro emozioni, la paura, l’angoscia, puntando molto sul non voltarsi dall’altra parte, anzi di cercare ognuno di noi, nel suo piccolo di fare una piccola cosa, un piccolo passo, qualsiasi gesto, che non sia indifferenza, ma solidarietà e altruismo, verso chi vive una situazione drammatica e troppo pesante da affrontare in solitudine.

C’è un titolo di una delle tue opere che è particolarmente significativo per te?
Ogni titolo è significativo, perché è scelto con cura, in esso, in poche parole deve essere racchiuso il senso di tutto il racconto.

Da dove prendi ispirazione per scrivere?
Da tutto quello che vi ho raccontato potete dedurre che purtroppo mi ispiro ai tanti, troppi fatti di cronaca.

Ogni scrittore inserisce inevitabilmente una parte di se stesso nelle sue opere. C’è un personaggio in particolare che senti più vicino di altri?
In ogni personaggio vero o inventato c’è qualcosa di me e per ognuno provo profonda stima e affetto, trovo incredibile come loro riescono a parlarmi e mi aiutino a farsi raccontare.

Potresti raccontarci la tua esperienza con la casa editrice (o le case editrici) con la quale hai pubblicato?
La PAV Edizioni è una casa editrice non a pagamento, fatta da persone che realmente sentono quasi la necessitò di far emergere noi piccoli autori, ci aiutano nel vero senso della parola e ci seguono dal primo momento in cui inviamo il nostro manoscritto, sono professionali, sono empatici, sono persone che ci affiancano in un percorso straordinario, sono selettivi ma non drastici, nel senso che hanno voglia di vedere qualcosa di buono da sviluppare accompagnando gli autori in tutto. Personalmente li conosco tutti e con Aurora Di Giuseppe in particolare, ho sviluppato un bellissimo rapporto di fiducia e collaborazione di cui non ne potrei mai fare a meno. La PAV Edizioni è una casa editrice fresca e dinamica, pronta verso tutto quello che unisce qualità e progetti e sponsorizzazione, non la cambierei mai per nulla al mondo.

Hai partecipato a qualche evento (o eventi) per promuovere il tuo romanzo?
Ci pensa la mia casa editrice a portarmi in giro per eventi, grazie a lei con i miei lavori partecipo a tanti eventi e concorsi letterari.

Hai qualche consiglio da dare ad un aspirante scrittore alle prese con la sua prima opera?
Sì, scrivete e siate umili nel porvi, attenti nello scegliere la vostra casa editrice e siate empatici e collaborativi con i vostri futuri colleghi di penna, soprattutto, scrivete, scrivete scrivete.

Grazie mille di cuore a Caterina Franciosi per questa bellissima intervista.

Ringrazio Adelaide per essere stata in nostra compagnia oggi e vi ricordo che potete trovare il suo romanzo su Amazon, sul catalogo della casa editrice e su tutti gli store online.


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