LE RECENSIONI DEL SALOTTO: LA FATTORIA DEGLI ANIMALI

LE RECENSIONI DEL SALOTTO
George Orwell, Odyr, La fattoria degli animali, OscarInk Mondadori 


L'AUTORE
George Orwell (pseudonimo di Eric Arthur Blair, Motihari, Bengala, 1903 - Londra 1950), nato in India da una famiglia d'origine scozzese, nel 1921 si arruolò presso l'Indian Imperial Police in Birmania. Tornò in Europa nel 1928 e nel 1936 prese parte alla Guerra civile spagnola. In seguito a questa esperienza pubblicò Omaggio alla Catalogna (1938). Durante il secondo conflitto mondiale si dedicò al giornalismo e fu corrispondente di guerra. Raggiunta la fama nel 1945 con La fattoria degli animali, pubblicò nel 1949 il suo capolavoro, l'avveniristico 1984 ispirato al Mondo nuovo di Huxley. 
(Da La fattoria degli animali)

L'ILLUSTRATORE
Odyr (Brasile 1967) è illustratore e disegnatore di fumetti. I suoi lavori sono apparsi in importanti giornali e riviste brasiliane e inclusi in antologie. Tra i libri che ha illustrato Guadalupe e Copacabana
(Da La fattoria degli animali)

LA TRAMA
Gli animali di un fattoria, stanchi dei continui soprusi degli esseri umani, decidono di ribellarsi e, dopo avere cacciato il proprietario, tentano di creare un nuovo ordine fondato su un concetto utopistico di uguaglianza. Ben presto, tuttavia, emerge tra loro una nuova classe di burocrati, i maiali, che con l'astuzia, la cupidigia e l'egoismo che li contraddistinguono si impongono in modo prepotente e tirannico sugli altri animali più docili e semplici d'animo. L'acuta satira orwelliana verso il totalitarismo è unita in questo graphic novel alla felicità di tratto e all'inventiva grafica di Odyr, capace di dare nuova vita a uno dei romanzi più celebri e significativi del Novecento.
(Da La fattoria degli animali)

LA RECENSIONE



"Tutti gli animali sono uguali ma alcuni animali sono più uguali degli altri."

Il celeberrimo Comandamento de La fattoria degli animali riassume in pochissime parole tutta la feroce satira di George Orwell contro i totalitarismi e le oppressioni di qualunque genere e nazionalità: la sua Animal Farm è infatti sia un'allegoria della Russia e dell'Unione Sovietica sotto il comando del Partito Comunista e, allo stesso tempo, una feroce critica contro qualsiasi altro tipo di dittatura, sia essa capitalista, socialista, fascista o comunista. 

La fattoria universale di Orwell viene infatti creata sulle basi di una piccola nazione, con un governato rappresentato dai maiali, un gruppo di forze armate rappresentate dai cani, una classe operaia rappresentata dagli altri animali e al cui interno troviamo anche diversi periodi di vacanza e "rituali" statali. Anche la sua posizione, in mezzo alle altre fattorie nemiche, la identifica come un'ipotetica entità politica sempre alle prese con affari e problemi diplomatici. 

Orwell dipinge inoltre la sua fattoria in toni favolistici, sia per far sì che tutti (anche coloro che non abbiano chissà quali conoscenze in merito alla Rivoluzione o alla storia russa) possano avvicinarsi e apprezzare i temi proposti sia per poter parlare liberamente degli eventi narrati sotto forma di metafore e allegorie. 

La storia comincia con l'allontanamento del fattore Jones dalla Fattoria Padronale e la creazione di una nuova società utopica da parte degli animali, in cui nessuno dovrà più essere schiavo e tutti saranno uniti a fronteggiare il nemico comune, l'uomo. Tuttavia, dinanzi alla creazione di un vuoto di potere ai vertici di governo, difficilmente la società tenderà a ideali di uguaglianza e giustizia e tornerà a formare una struttura a classi. Ecco così comparire i maiali, primi fra tutti Napoleone (Stalin) e Palladineve (Trotsky), che decidono di mettersi a capo della fattoria per guidare al meglio i compagni verso gli ideali auspicati dal Vecchio Maggiore (Marx/Lenin). Gli altri animali sono troppo in buona fede e troppo poco istruiti per rendersi conto del reale pericolo e si lasciano abbindolare dalle belle parole della propaganda di compagno Napoleone. Anche in questo romanzo, infatti, come accadrà poi in 1984, Orwell fa leva sulla manipolazione del linguaggio a discapito delle masse come forma di controllo sociale che si trasforma inevitabilmente in un abuso di potere, distorcendo fatti e affermazioni per giustificare ogni crimine della classe dominante. Come se non bastasse, per rafforzare ulteriormente la lealtà degli altri animali nei suoi confronti, Napoleone stabilisce "rituali" statali e incontri periodici da rispettare, pena il sospetto di essere dei traditori e di stare collaborando con Palladineve, il quale, dopo aver messo in discussione le parole di Napoleone, è diventato improvvisamente il nemico numero uno della Ribellione e dell'Animalismo.

Durante il corso della storia, i maiali stravolgono e distruggono tutto quanto c'era di buono nel sogno del Vecchio Maggiore, riportando nuovamente gli animali ad una condizione di schiavitù persino peggiore di quella originale. La fattoria degli animali si è lentamente trasformata in una nuova Fattoria padronale e anche i maiali stanno diventando qualcos'altro - qualcosa di indistinguibile dagli esseri umani che hanno sempre - almeno in teoria - odiato e disprezzato.

Il capolavoro di George Orwell ora in versione graphic novel ad opera dell'illustratore brasiliano Odyr: le sue tavole dalle pennellate evidenti e dal tratto caratteristico danno vita al racconto de La fattoria degli animali con una ricchezza di colori e sfumature che colpisce gli occhi e le emozioni dei lettori, riuscendo a trasporre (spesso senza nemmeno aver bisogno di parole) idee, simboli, allegorie e metafore di uno dei più grandi autori del Novecento. 


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