LE RECENSIONI DEL SALOTTO: IL MISTERO COUSTEAU
LE RECENSIONI DEL SALOTTO
Giovanni
Lorecchio, Il Mistero Cousteau, Amazon Publishing
L'AUTORE
Giovanni Lorecchio nasce a Crotone nel 1988. Scrittore e
critico cinematografico, si occupa prevalentemente di cinema e letteratura di
genere. Matura una prima conoscenza professionale collaborando a lungo con il
portale Horror.it dove si occupa anche del medium videoludico. Arriva poi sulle
pagine di It’s Horror Time, rivista cartacea a cadenza mensile, e visto che si
annoiava ha trovato pure il tempo di collaborare alla stesura del saggio “The
Walking Dead: l’evoluzione degli Zombie in tv, nel fumetto e nel videogioco”
edito da Universitalia. Nel 2019 pubblica il suo primo romanzo “Il Mistero
Cousteau”, un’avventura mozzafiato con protagonista il leggendario Comandante
Jacques-Yves Cousteau, suo idolo sin da bambino.
Giovanni Lorecchio è stato ospite del Salotto in un'intervista che potete trovare qui.
LA TRAMA
Luglio 1966.
Il governo francese conduce un test nucleare nell’oceano
Pacifico, facendo esplodere un ordigno da trenta chilotoni nell’atollo di
Mururoa, nella Polinesia Francese. Nome in codice dell’esperimento: Aldebaran.
Due settimane dopo, la Calypso, la leggendaria nave oceanografica del capitano
Jacques-Yves Cousteau è ancorata nelle acque delle Ghoubbet el-Kharab, “La Baia
dei Demoni”, in una zona conosciuta come Corno d’Africa. Philippe Sauntiere,
Sarah Hooper ed Erik Hegler sono tre giovani biologi marini neo-laureati,
invitati dal capitano Cousteau in persona per prendere parte, in veste di
equipe esterna, alla spedizione nelle acque del Mar Rosso con l’obbiettivo di
trovare il leggendario Architeuthis, il famigerato Calamaro Gigante. Nel corso
dei preparativi per l’esperimento, che consiste nel calare in acqua un’esca,
una carcassa di cammello in una gabbia per l’osservazione degli squali,
l’equipaggio della Calypso, dopo aver captato un suono provenire dalle
profondità oceaniche, rimane vittima di uno strano incidente. Qualcosa attacca
la gabbia costringendo il capitano Cousteau a fare rotta verso l’ospedale della
base militare della Tredicesima Démi Brigade Legere della Legione Straniera a
Gibuti, nell’allora conosciuto Territorio Francese degli Afar e Issa, ultimo
possedimento francese nel continente Africano. Otto ore dopo, l’organizzazione
governativa francese conosciuta solo con l’acronimo C.O.R.E., rinviene sulle
coste della Somalia una gigantesca carcassa animale non identificata, a quanto
pare portata sulla terraferma da un misterioso maremoto che ha distrutto
completamente un villaggio di pescatori di etnia Bagiuni, gli Alsamak Al’Aswad,
la Tribù dei Pesci Neri, che venerano un’antica e potente divinità oceanica che
loro chiamano Alwalidat, la madre. Il C.O.R.E., che ha perso i contatti con il
Surcouf, un sottomarino inviato per indagare l’origine del suono captato nelle
acque del Ghoubbet el-Kharab, invia sul posto Nicole Devenue con l’intenzione
di recarsi a Gibuti e convincere il capitano Cousteau, sua vecchia conoscenza,
ad aiutarli a fermare qualunque cosa sia uscita dalle profondità oceaniche e
che ora minaccia l’intero ecosistema marino.
LA RECENSIONE
Il sole appena nato infiammava la linea dell'orizzonte
che separava il cielo dall'oceano Indiano. La natura era in pace. Tutto era
immobile. Come in una fotografia. Fauci mostruose, di un essere antico e
primordiale, tagliarono il velo cristallino della superficie dell'acqua. Era la
prora in legno di un dhow. Imbarcazioni di origine antichissima, utilizzate
nell'oceano Indiano e nel Mar Rosso. Viaggiavano stracarichi immersi fino alle
falchette, i bordi superiori dello scafo, a cui erano state aggiunte delle
protezioni di stuoie. Le cime di dura canapa, il fasciame connesso tramite
legature in fibra di cocco e impermeabilizzato con diverse mani di olio di
pescecane e resina. Prora e poppa slanciate in modo da sfruttare al massimo la
spinta del vento che gonfiava le tre vele latine triangolari in pesantissimo
cotone grezzo che si alzavano da altrettanti alberi inclinati di trenta gradi
verso poppa. A prora, sopra le fauci animalesche incise nel legno, si notava il
simbolo di un occhio. Emblema diffuso da sempre, e ovunque, sulle imbarcazioni
a vela. Nel caso di un dhow, si trattava dell'occhio di un cammello, a
ricordare il cammello inviato da Allah all'antica tribù di Thamud, la quale non
riconoscendone la provenienza divina, lo uccise. E ne fu ovviamente punita.
Qualcosa di misterioso e letale si aggira per i fondali marini e l'oceano
si tinge di rosso, del sangue della strage.
La dottoressa Nicole Devenue viene inviata a far luce sul mistero e la sua
strada si incrocia con quella del capitano Jacques-Yves Cousteau e dei tre
biologi marini da lui arruolati, Philippe Sauntiere, Sarah Hooper e Erik
Hegler. A bordo della
leggendaria Calypso, Cousteau è sulle tracce del leggendario Architeuthis,
meglio conosciuto come Calamaro Gigante. Le indagini li porteranno però a
percorrere vie inaspettate e sconosciute e costringeranno la dottoressa Devenue
e il capitano Cousteau a fare i conti con il loro passato e con segreti che
credevano di aver insabbiato per sempre.
Il Mistero Cousteau, primo romanzo dell'autore Giovanni Lorecchio, sembra voler omaggiare le avventure di Dirk Pitt, l'eroe della NUMA dello scrittore americano Clive Cussler. I paradisi tropicali, la narrazione dal ritmo serrato e pericolosi misteri sono solo alcune delle caratteristiche di questo libro. All'interno troviamo infatti anche temi ecologici straordinariamente attuali, così come particolarmente apprezzabili sono gli excursus storici e scientifici e la cura dei dettagli dimostrata dall'autore. Sebbene si tratti di un'opera di fantasia, grazie alla passione di Giovanni Lorecchio per il mare e per il personaggio di Jacques-Yves Cousteau, il lettore ha davvero la sensazione di trovarsi a bordo della Calypso, la nave da ricerca oceanografica realmente esistita e che viene riportata nel romanzo. Lo stesso capitano Cousteau è reale e insieme a Emile Gagnan, nel 1943, è stato l'inventore delle prime attrezzature per lo Scuba diving. Si viene così a creare un connubio ideale tra fiction e realtà, tra scienza e fantascienza. Con il suo stile fluido e coinvolgente, l'autore mette il lettore davanti ad una realtà certamente fittizia ma non per questo meno scomoda, costringendoci a ricordare che le azioni dell'uomo non necessariamente rimangono impunite. Anche i personaggi, ben caratterizzati lungo tutto l'arco narrativo, e la rapida successione degli eventi concorrono a rendere la storia coinvolgente e adrenalinica, emozionando i lettori che, pagina dopo pagina, si sentono parte dell'equipaggio e, proprio come i protagonisti, sono ansiosi di scoprire cosa si cela sotto la superficie del mare. Il ritmo serrato quasi non permette di abbandonare la lettura, sia grazie ai numerosi cliffhanger tra un capitolo e l'altro, sia grazie alla forza e alla determinazione dei personaggi (il capitano Cousteau in primis) che, nonostante le avversità e la consapevolezza di stare affrontando qualcosa di molto più grande e potente di loro, non si danno per vinti in nome di ideali come giustizia, lealtà e onore.
Se siete appassionati di film come The Abyss di James Cameron o romanzi come Il quinto giorno di Frank Schätzing, allora Il mistero Cousteau è una lettura di cui potrete apprezzare ogni aspetto e sfumatura.
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