INTERVISTA ALL'ILLUSTRATRICE ALICE BRUSCOLI

INTERVISTA ALL'ILLUSTRATRICE ALICE BRUSCOLI

Bentornati all'appuntamento settimanale del giovedì interviste de Il Salotto Letterario e de Il Salotto Creativo del gruppo Facebook My Mee-Express Yourself. Oggi ho il piacere di presentarvi Alice Bruscoli, giovane illustratrice marchigiana, che ci parlerà un po' di sé e delle sue opere. Siete pronti ad accomodarvi?


Ciao Alice, benvenuta nel mio salotto. Raccontaci qualcosa di te.
Ciao! Mi chiamo Alice, ho studiato a Urbino dove ho preso il diploma di istituto d’arte e la laurea in beni culturali. Dopo la laurea ho iniziato a seguire alcuni corsi di illustrazione, per poi approdare alla scuola “Ars in Fabula” di Macerata, dove mi sono specializzata nella progettazione di albi illustrati.

Come è nata la tua passione per questo tipo di arte?
E’ stato qualcosa di molto graduale. Tutto è cominciato durante l’università, in un periodo particolarmente difficile in cui non mi sentivo realizzata. È successo che, con il passare del tempo, mi sono resa conto di poter migliorare le mie giornate se, dopo le lezioni, tornavo a casa e mi mettevo a scarabocchiare qualcosa. Chiaramente all’epoca non avevo progetti di alcun tipo, disegnavo semplicemente perchè mi faceva sentire bene; solo più tardi ho iniziato a chiedermi se, forse, fosse il caso di aspirare a qualcosa di più ma, avendo ancora diversi esami da dare, ho temporaneamente accantonato l’idea. Proprio negli ultimi mesi prima della laurea ho casualmente scoperto dell’esistenza di “Ars in Fabula” e, con un po’ di titubanza, ho inviato l’iscrizione ad alcuni dei loro corsi. Una volta a Macerata sono venuta a contatto con il mondo dell’albo illustrato che mi ha subito appassionato: sono rimasta colpita dal linguaggio impiegato in questo tipo di pubblicazioni dove scrittore ed illustratore cooperano dimostrando che esistono più modi di raccontare una stessa storia. Seguire le lezioni tenute da chi opera in questo settore è stata un’esperienza veramente illuminante che ha saputo chiarire ogni mio dubbio.

Quali sono i tuoi illustratori preferiti?
Ce ne sono veramente tanti, cerco continuamente immagini da cui apprendere qualcosa di nuovo. Sicuramente i lavori di Joanna Concejo e di Claudia Palmarucci rimangono un importante punto di riferimento.

Quali sono i tuoi temi preferiti e perché?
Non credo di avere una tematica preferita. In generale, direi che mi piace osservare la realtà delle piccole cose, quelle che spesso rischiamo di non percepire perché troppo presi dalla vita di tutti i giorni. Penso che qualsiasi soggetto, gesto o momento possa diventare interessante se esplorato con una “lente di ingrandimento” che vada a svelarne i piccoli dettagli che lo rendono unico.

C’è qualche immagine a cui sei particolarmente legata o che pensi ti rappresenti maggiormente?
Sono molto affezionata alla tavola con le lumache che ho disegnato per un progetto organizzato da un collettivo della mia zona. E’ stata una goduria passare ore a disegnare uno dei miei animali preferiti.


Secondo te, quali sono le caratteristiche della “illustrazione ideale”?
Personalmente, mi colpiscono di più immagini che siano poco didascaliche: trovo molto affascinante un’illustrazione che riesce a dire qualcosa in più rispetto al testo, arricchendo il racconto senza contraddirlo. Mi piace sporgermi oltre i confini delineati dallo scrittore per capire qualcosa di più del mondo che voglio raccontare.

Quali sono le più importanti collaborazioni che hai avuto finora?
Sicuramente disegnare le “Ottantotto bestie” di Marco Taddei è stato fondamentale per la mia crescita artistica. Quando Marco mi ha contattata la prima volta mi ha colto completamente impreparata, stavo ancora cercando di capire con quale linguaggio esprimermi e si trattava, inoltre, di un progetto completamente esterno alla mia zona di confort. E’ stato difficile ma bello fronteggiarmi con temi, per me, un po’ insoliti.

Quali sono le tue tecniche preferite grazie alle quali senti di poterti esprimere al meglio?
Nonostante abbia tentato di varie tecniche, ho capito che niente mi permette di esprimermi bene come la grafite. Inizialmente lavoravo solo in chiaroscuro perché qualsiasi cosa andassi a sovrapporre al tratto finiva, a mio parere, per rovinare la qualità del disegno. Solo recentemente ho iniziato a colorare i miei lavori in digitale, riuscendo così a conservare i miei originali.



In questo momento stai lavorando a qualche progetto in particolare o stai pianificando qualcosa per il futuro?
Attualmente sto aspettando di iniziare un Master in illustrazione editoriale, con la speranza di trasformare il mio hobby in una professione.

Hai qualche consiglio da dare agli aspiranti illustratori alle prese con i loro primi lavori?
Essendo io stessa in queste condizioni, posso solo dire loro di farsi coraggio e, anche se a volte risulta difficile, credere sempre nelle proprie capacità: sono le uniche armi a nostra disposizione.

Ringrazio Alice per essere stata in nostra compagnia oggi e vi lascio qui di seguito tutti i suoi link utili per restare sempre aggiornati:

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