LE RECENSIONI DEL SALOTTO: L'IMPERO DEI DRAGHI

LE RECENSIONI DEL SALOTTO

Valerio Massimo Manfredi, L'impero dei draghi, Oscar Mondadori Bestsellers




L'AUTORE
Narratore e archeologo, Valerio Massimo Manfredi si è affermato come autore di livello internazionale con la trilogia di Aléxandros, cui sono seguite numerose altre opere di successo.
(Da L'impero dei draghi)

LA TRAMA
Roma e la Cina: i più grandi imperi dell'antichità si incontrano.

Nel III secolo d.C. un manipolo di soldati romani sopravvissuti a uno scontro con i Persiani si avventura nel mitico regno della seta, la Cina. Una straordinaria epopea attraverso le foreste dell'India, le montagne dell'Himalaya, i deserti dell''Asia: un viaggio favoloso al termine del quale li attende un'incredibile sorpresa. 
(Da L'impero dei draghi)

LA RECENSIONE
I raggi del sole nascente bagnarono le vette del Tauro, i picchi innevati si tinsero di rosa, scintillarono come gemme sulla valle ancora nell'ombra. Poi il manto lucente cominciò a distendersi lentamente sui gioghi e sui fianchi della grande catena montuosa risvegliando dai boschi la vita addormentata.
Le stelle impallidirono.
Il falco si librò per primo in a salutare il sole, e le sue strida acute echeggiarono sulle pareti rupestri e sulle forre, sugli aspri dirupi fra cui scorreva spumeggiante il Korsotes, gonfiato dallo sciogliersi delle nevi. 
Shapur I di Persia, il re dei re, dei Persiani e dei non Persiani, il signore dei quattro angoli del mondo, riscosso da quel grido alzò lo sguardo a scrutare l'ampio volo del signore delle altezze, poi si avvicinò al purosangue arabo splendidamente bardato che gli portava lo scudiero. Un servo si inginocchiò perché lui potesse appoggiare il piede sulla sua gamba flessa e balzare in sella. Altri due servi gli porsero l'arco e la scimitarra dal fodero d'oro e un alfiere gli si pose al fianco impugnando lo stendardo reale: un lungo vessillo di seta rossa con l'immagine in oro di Ahura Mazda. 

Edessa, città romana ai confini dell'impero persiano. 
L'imperatore Licinio Valeriano accetta di recarsi all'incontro il re dei re, Shapur I di Persia. Un incontro rischioso, al quale il suo Comandante Marco Metello Aquila sconsiglia vivamente di partecipare. Si teme un tradimento, e così è.
L'imperatore romano e la sua scorta cadono nella trappola di Shapur e vengono catturati dai Persiani. Dopo una lunga prigionia nelle miniere di turchese di Aus Daiwa, Metello e i suoi compagni riescono a fuggire: insieme al mercante Daruma, iniziano il loro lungo viaggio verso l'estremo oriente, verso luoghi mitici e sconosciuti sui quali aleggia ancora il ricordo di Alessandro Magno, per spingersi addirittura oltre, fino al regno di Sera Maior, la Cina.   

Un romanzo epico e suggestivo, quello di Valerio Massimo Manfredi. Insieme ai protagonisti, anche il lettore si ritrova sospinto dai venti del monsone sulla nave di Daruma verso il tanto favoleggiato regno della seta, ricco di paesaggi mozzafiato e cibi e animali che sembrano davvero provenire da un altro mondo. 
Il lungo viaggio de L'impero dei draghi può essere idealmente diviso in tre parti: la prima, in Persia, nella quale i Romani sono costretti ai lavori forzati dagli aguzzini persiani; la seconda, in cui assistiamo all'incontro con Daruma e il misterioso principe cinese Dan Qing e la terza, nella quale Taqin Guo (così i cinesi definiscono l'impero romano) varca i confini di Sera Maior. Qui, fides, virtus e i più profondi valori romani si incontrano e si scontrano con filosofie cinesi e guerrieri che, oltre alle arti marziali, sembrano essere in grado di padroneggiare anche misteriose arti magiche. 
Con il suo stile asciutto, preciso e accurato, Manfredi è maestro nel bilanciare elementi reali, storici ed eventi immaginari, funzionali alla trama del romanzo, creando un intreccio avvincente e in grado di toccare corde profonde nei cuori dei lettori. 
Uno tra gli aspetti più interessanti, a mio avviso, è il confronto fra Metello, ufficiale romano sempre coerente con i suoi ideali di onore, giustizia e protezione nei confronti dell'imperatore e dei suoi compagni, e il principe Dan Qing, un misterioso personaggio votato alle filosofie orientali e con un passato pieno di segreti e vergogne. I due uomini simboleggiano il parallelo fra occidente e oriente e sono spunto di riflessione sulle somiglianze che accomunano due realtà solo in apparenza così diverse fra loro.
Unica nota dolente de L'impero dei draghi è la parte finale, che sembra un po' affrettata rispetto al ritmo narrativo generale del romanzo. Si ha come l'impressione che l'autore abbia voluto "sbrogliare la matassa" e concludere la storia in poche pagine, di certo per non appesantire troppo la lettura, ma con il risultato che alcuni eventi sembrino essersi risolti in maniera piuttosto semplicistica, tra cui una strana "evoluzione fantasy" del personaggio di Marco Metello Aquila. 
Nonostante questo piccolo scivolone finale, che risulta comunque piacevole e divertente, L'impero dei draghi è un romanzo ricco di fascino e di grande spessore, in grado di riportare in vita grandi personaggi del passato e di trasportarci in uno splendido viaggio oltre i confini del mondo. 


              

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