LE RECENSIONI DEL SALOTTO: FRANKENSTEIN
LE RECENSIONI DEL SALOTTO
Mary Shelley, Bernie Wrightson, Frankenstein ossia il moderno Prometeo, Mondadori Oscar Ink
Mary Shelley, nata Mary Wollstonecraft Godwin (Londra, 30 agosto 1797 – Londra, 1 febbraio 1851), è stata una scrittrice, saggista e biografa britannica. È l’autrice a 19 anni del romanzo gotico Frankenstein (Frankenstein: or, The Modern Prometheus), pubblicato nel 1818; curò inoltre le edizioni delle poesie del marito Percy Bysshe Shelley, poeta romantico e filosofo. Era figlia della filosofa Mary Wollstonecraft, antesignana del femminismo, e del filosofo e politico William Godwin.
(Da Wikipedia)
L'ILLUSTRATORE
Bernard Albert "Bernie" Wrightson (Dundalk, 27 ottobre 1948 – Austin, 18 marzo 2017) è stato un fumettista statunitense, noto per la lunga attività di disegnatore in molte testate di genere horror e supereroistico, iniziata nel 1968 sulle pagine di House of Mystery della DC Comics.
Assieme allo sceneggiatore Len Wein è stato il creatore del celebre personaggio di Swamp Thing (1971): l'anno seguente, sulle pagine di Weird Mystery Tales dà vita con Marv Wolfman al personaggio di Destino, che in seguito è stato ripreso e reso celebre da Neil Gaiman sulle pagine di Sandman.
LA TRAMA
"Bernie Wrightson è un artista di grande talento e grande cuore. Queste illustrazioni rendono somma giustizia alla storia del moderno Prometeo di Mary Shelley: molti lettori troveranno gli elementi horror e gialli più estremi che i film li hanno indotti ad aspettarsi, e quei lettori finiranno il romanzo, non lo lasceranno a metà come feci io con la copia usata e non illustrata che avevo comprato a tredici anni per un quarto di dollaro."
(Dall'introduzione di Stephen King)
Il capolavoro del gotico romantico, capostipite del romanzo horror, con i disegni di un maestro del fumetto americano.
LA RECENSIONE
Sono nato cittadino di Ginevra, da una delle famiglie più illustri di quella repubblica. Tra i miei avi si annoverano molti consiglieri e magistrati, e mio padre ha ricoperto diverse cariche pubbliche con merito e onore. Era conosciuto e apprezzato da tutti per la sua integrità e per l'instancabile attenzione che rivolgeva alla cosa pubblica. Trascorse la giovinezza immerso negli affari del suo paese; una serie di circostanze gli impedì di sposarsi giovane, e non divenne marito e padre se non in età avanzata.
Poiché gli eventi legati al suo matrimonio sono un esempio chiaro della sua indole, non posso fare a meno di raccontarli. Tra i suoi più cari amici c'era un mercante che, a causa di alcune traversie, passò dalla prosperità alla miseria. Quest'uomo, che si chiamava Beaufort, era di carattere orgoglioso e inflessibile e non poté sopportare di vivere povero e dimenticato nello stesso paese in cui si era distinto per ceto e magnificenza. Dopo aver saldato con grande dignità i suoi debiti, si ritirò con la figlia nella città di Lucerna, dove visse nell'anonimato e nell'indigenza. Mio padre era affezionato a Beaufort e provava per lui una sincera amicizia, e il suo ritirarsi in circostanze tanto avverse lo amareggiò moltissimo. Biasimò duramente l'inutile orgoglio che aveva indotto l'amico a una condotta così poco degna dell'affetto che li univa. Non perse tempo e si mise sulle sue tracce, nella speranza di persuaderlo a cominciare una nuova vita, sfruttando la sua influenza e il suo aiuto.
Frankenstein, o il Prometeo moderno, il titano che rubò il fuoco agli Dèi per portarlo all'umanità e venne incatenato da Zeus ad una rupe del Tartaro, in preda ad un eterno supplizio. Il fuoco rappresenta la conoscenza e, consegnandolo agli uomini, Prometeo aveva dato loro lo stesso potere di un Dio. Allo stesso modo, Victor Frankenstein, con il suo voler oltrepassare i limiti delle leggi della Natura e la sua ossessione nel voler dare vita alla materia inanimata, si macchia del peccato di hybris (la superbia che spinge l'uomo a mettersi alla pari del divino). Pagina dopo pagina, Mary Shelley dà vita alla propria "creatura", al capostipite del romanzo horror moderno, combinando elementi di diversi generi (horror, romance, fantascienza) e stili (epistolare, filosofico o trattati scientifici).
Gli elementi attorno ai quali si snoda la storia del romanzo sono la superbia e la conseguente incapacità di Victor Frankenstein di capire che la strada che ha intrapreso avrà ripercussioni non solo su di lui, ma su tutti coloro che lo circondano. La sua ossessione nello sfidare le leggi della Natura gli fa dimenticare le proprie responsabilità verso la famiglia, la fidanzata e anche verso la creatura stessa. Lontano dalla natìa Ginevra, sepolto tra i segreti del suo laboratorio, Victor compie azioni abominevoli per raggiungere il proprio scopo, ma non appena il mostro prende finalmente vita, lo scienziato ne è disgustato e fugge, abbandonando il "figlio" appena nato e ignaro di tutto al proprio destino. Come accadde anche all'autrice a causa della relazione con Percy Shelley, la creatura si trova rifiutata sia dalla società sia dal padre che l'ha generata. Il mostro inizia così la propria vita come "noble savage", il nobile selvaggio di Rousseau, un essere (più o meno) umano ancora incontaminato e in uno stato di innocenza, subito respinto e perseguitato dalla società che lo trasforma in un individuo malvagio. Tuttavia, il mostro è consapevole delle proprie azioni, degli sbagli commessi, e finisce per odiare se stesso a causa di ciò che è diventato, mentre Victor Frankenstein non si renderà mai conto del caos e delle tragedie da lui scatenati. Lo scienziato perisce nell'ennesimo tentativo di cancellare le prove del suo crimine, mentre la creatura si uccide a causa del rimorso.
Chi è dunque il mostro?
Luci e ombre, bene e male, scienza e magia. Il capolavoro di Mary Shelley è un romanzo ancora attuale e i temi che vi vengono presentati lo rendono unico e affascinante. Lo spingersi oltre i limiti umani e la ricerca dei segreti più oscuri della vita sono parte integrante dell'essere umano, ma la conoscenza - così come il fuoco di Prometeo - può sì illuminare, ma anche essere distruttiva.
L'ambizione ha fatto precipitare Satana all'Inferno e la caduta di Victor Frankenstein è un chiaro riferimento alla figura dell'Arcangelo e all'opera di J. Milton, Il paradiso perduto.
Non c'è redenzione né salvezza per nessuno di loro, ma l'unico ad esserne consapevole sembra proprio la figura meno umana di tutti. Dopo aver raccontato la propria storia ed essere così passato da antagonista a co-protagonista del romanzo, la creatura affronta il suo creatore e scompare tra i ghiacci dell'Artico, nell'oscurità da cui proviene e accolto infine da quella natura selvaggia e sublime tipica del periodo romantico di cui Mary Shelley è figlia.
Sono nato cittadino di Ginevra, da una delle famiglie più illustri di quella repubblica. Tra i miei avi si annoverano molti consiglieri e magistrati, e mio padre ha ricoperto diverse cariche pubbliche con merito e onore. Era conosciuto e apprezzato da tutti per la sua integrità e per l'instancabile attenzione che rivolgeva alla cosa pubblica. Trascorse la giovinezza immerso negli affari del suo paese; una serie di circostanze gli impedì di sposarsi giovane, e non divenne marito e padre se non in età avanzata.
Poiché gli eventi legati al suo matrimonio sono un esempio chiaro della sua indole, non posso fare a meno di raccontarli. Tra i suoi più cari amici c'era un mercante che, a causa di alcune traversie, passò dalla prosperità alla miseria. Quest'uomo, che si chiamava Beaufort, era di carattere orgoglioso e inflessibile e non poté sopportare di vivere povero e dimenticato nello stesso paese in cui si era distinto per ceto e magnificenza. Dopo aver saldato con grande dignità i suoi debiti, si ritirò con la figlia nella città di Lucerna, dove visse nell'anonimato e nell'indigenza. Mio padre era affezionato a Beaufort e provava per lui una sincera amicizia, e il suo ritirarsi in circostanze tanto avverse lo amareggiò moltissimo. Biasimò duramente l'inutile orgoglio che aveva indotto l'amico a una condotta così poco degna dell'affetto che li univa. Non perse tempo e si mise sulle sue tracce, nella speranza di persuaderlo a cominciare una nuova vita, sfruttando la sua influenza e il suo aiuto.
Frankenstein, o il Prometeo moderno, il titano che rubò il fuoco agli Dèi per portarlo all'umanità e venne incatenato da Zeus ad una rupe del Tartaro, in preda ad un eterno supplizio. Il fuoco rappresenta la conoscenza e, consegnandolo agli uomini, Prometeo aveva dato loro lo stesso potere di un Dio. Allo stesso modo, Victor Frankenstein, con il suo voler oltrepassare i limiti delle leggi della Natura e la sua ossessione nel voler dare vita alla materia inanimata, si macchia del peccato di hybris (la superbia che spinge l'uomo a mettersi alla pari del divino). Pagina dopo pagina, Mary Shelley dà vita alla propria "creatura", al capostipite del romanzo horror moderno, combinando elementi di diversi generi (horror, romance, fantascienza) e stili (epistolare, filosofico o trattati scientifici).
Gli elementi attorno ai quali si snoda la storia del romanzo sono la superbia e la conseguente incapacità di Victor Frankenstein di capire che la strada che ha intrapreso avrà ripercussioni non solo su di lui, ma su tutti coloro che lo circondano. La sua ossessione nello sfidare le leggi della Natura gli fa dimenticare le proprie responsabilità verso la famiglia, la fidanzata e anche verso la creatura stessa. Lontano dalla natìa Ginevra, sepolto tra i segreti del suo laboratorio, Victor compie azioni abominevoli per raggiungere il proprio scopo, ma non appena il mostro prende finalmente vita, lo scienziato ne è disgustato e fugge, abbandonando il "figlio" appena nato e ignaro di tutto al proprio destino. Come accadde anche all'autrice a causa della relazione con Percy Shelley, la creatura si trova rifiutata sia dalla società sia dal padre che l'ha generata. Il mostro inizia così la propria vita come "noble savage", il nobile selvaggio di Rousseau, un essere (più o meno) umano ancora incontaminato e in uno stato di innocenza, subito respinto e perseguitato dalla società che lo trasforma in un individuo malvagio. Tuttavia, il mostro è consapevole delle proprie azioni, degli sbagli commessi, e finisce per odiare se stesso a causa di ciò che è diventato, mentre Victor Frankenstein non si renderà mai conto del caos e delle tragedie da lui scatenati. Lo scienziato perisce nell'ennesimo tentativo di cancellare le prove del suo crimine, mentre la creatura si uccide a causa del rimorso.
Chi è dunque il mostro?
Luci e ombre, bene e male, scienza e magia. Il capolavoro di Mary Shelley è un romanzo ancora attuale e i temi che vi vengono presentati lo rendono unico e affascinante. Lo spingersi oltre i limiti umani e la ricerca dei segreti più oscuri della vita sono parte integrante dell'essere umano, ma la conoscenza - così come il fuoco di Prometeo - può sì illuminare, ma anche essere distruttiva.
L'ambizione ha fatto precipitare Satana all'Inferno e la caduta di Victor Frankenstein è un chiaro riferimento alla figura dell'Arcangelo e all'opera di J. Milton, Il paradiso perduto.
Non c'è redenzione né salvezza per nessuno di loro, ma l'unico ad esserne consapevole sembra proprio la figura meno umana di tutti. Dopo aver raccontato la propria storia ed essere così passato da antagonista a co-protagonista del romanzo, la creatura affronta il suo creatore e scompare tra i ghiacci dell'Artico, nell'oscurità da cui proviene e accolto infine da quella natura selvaggia e sublime tipica del periodo romantico di cui Mary Shelley è figlia.
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