INTERVISTA ALL'AUTORE DARIO MONDINI

INTERVISTA ALL'AUTORE DARIO MONDINI

Ben ritrovati e bentornati all'appuntamento settimanale del giovedì interviste de Il Salotto Letterario e Il Salotto Creativo di MyMee - Express Yourself. Vi ricordate della recensione del libro Diario di un perdente di successo che ho pubblicato non molto tempo fa (qui il link per chi se la fosse persa)? 
Oggi ho il grande piacere di presentarvi l'autore, Dario Mondini, che è venuto a trovarmi nel Salotto per dirci qualcosa in più su di sé e sulla sua opera.
Accomodiamoci e lasciamo a lui la parola...


Ciao Dario, benvenuto nel mio salotto. Raccontaci qualcosa di te.
Ciao Caterina, mi chiamo Dario Mondini, ho quarantun anni e sono impiegato data entry presso una multinazionale attiva nel settore delle risorse umane. Ho nel cassetto una laurea in scienze politiche mai sfruttata fino in fondo, un po’ per pigrizia e un po’ perché non ho avuto il coraggio di rischiare di perdere il cosiddetto “posto sicuro”. Vivo da sempre nell’hinterland sud est di Milano e ho per hobby principale, oltre alla scrittura, il tennis tavolo praticato a livello agonistico. Sono molto attaccato alla mia famiglia e ai miei amici che rappresentano di fatto “la mia seconda casa”. 

Come ti sei avvicinato alla scrittura?
Ho iniziato a giocare a calcio a sette anni e praticamente in parallelo mi dilettavo nello scrivere le cronache delle nostre partite con relative pagelle di tutti i giocatori. A 10 anni, quando abbiamo vinto il campionato dei Pulcini, tutti i compagni di squadra aspettavano con trepidazione il resoconto post partita. Sicuramente ero un mediocre terzino, forse un pochino più bravo nel descrivere le nostre azioni ed emozioni sul campo. Tra l’altro mamma mi ha insegnato ad usare la macchina per scrivere a soli 6 anni: è stato un amore a prima vista.  

Qual è il tuo genere preferito? 
In gioventù mi dilettavo nella lettura dei classici francesi come Victor Hugo e Maupassant, poi ho virato decisamente sulla saggistica e narrativa inerente la seconda guerra mondiale. Sono infatti affascinato dalla storia contemporanea e in particolare dallo studio dei regimi autoritari e totalitari, anche se ovviamente mi definisco un convinto democratico. Non riesco davvero a spiegarmi ancora a distanza di tanti anni come alcune nazioni abbiano potuto cadere così in basso. Oddio, non che il futuro dell’umanità si prospetti roseo, però tra gli anni ’30 e ’40 nel XX secolo si è toccato davvero il fondo. 

Parliamo un po’ del tuo libro. Come è nato? Di cosa parla? Quali sono i temi principali?

















In realtà “Diario di un perdente di successo” rappresenta di fatto il mio esordio in campo letterario, anche se la tesi di laurea sui crimini dei Khmer Rossi in Cambogia è stata pubblicata on line sul sito del Centro Studi per la Pace. Ho sentito l’impulso di scrivere la mia autobiografia dopo essere rimasto a piedi in una piovosa sera autunnale. Mentre correvo affannosamente verso casa, come un film mi scorrevano le istantanee dei miei primi quarant’anni: una famiglia da Mulino Bianco, amici da libro cuore, amori e delusioni in campo sentimentale inframezzati da cadute e risalite nello sport. Anche la sfera professionale è tratteggiata nel Diario come chiaro atto di denuncia verso l’ordine costituito. 

C’è un titolo di una delle tue opere che è particolarmente significativo per te?
Sia la tesi di laurea sia il Diario di un Perdente di successo rappresentano tappe fondamentali nel percorso di crescita interiore: “Giustizia internazionale e Khmer Rossi” perché mi ha dato la consapevolezza di poter realizzare qualcosa d’importante e di mio, “Diario di un perdente di successo” perché è la mia finestra sul mondo. Attraverso di esso ho voluto ringraziare quanti mi hanno accompagnato nel cammino della vita e cercare di recuperare quanti ho perso strada facendo…E forse ci sto anche riuscendo. 

Da dove prendi ispirazione per scrivere? 
Il mio amico Francesco Gandelli, ex compagno di scuola e ora brillante bancario, riferisce che ognuno di noi ha una sua propria forma di “ansia da scrittura”. Succede così, quando meno te lo aspetti, che ti viene voglia di mettere nero su bianco le tue emozioni. Sinceramente, almeno nel mio caso, questo avviene più spesso per immortalare imprese sportive oppure per sfogarmi di fronte ad una delusione in campo sentimentale…Ed ecco perché sono arrivato a 200 pagine…Più per le sconfitte che per le vittorie purtroppo, ma sono molto fiducioso nel futuro.

Ogni scrittore inserisce inevitabilmente una parte di se stesso nelle sue opere. C’è un personaggio in particolare che senti più vicino di altri?
Essendo il racconto autobiografico, ovviamente mi sono messo in prima persona. C’è però un carosello di personaggi ai quali volevo dare risalto e sono contento che i miei genitori, i miei amici e i miei fratelli siano stati contenti di essere stati citati come esempi in positivo: loro sono i veri miti, non certo quelli che ci propinano i social o la tv. 

Potresti raccontarci la tua esperienza con la casa editrice (o le case editrici) con la quale hai pubblicato?
Essendo oberato da impegni di lavoro, la mia “socia” romana Alessia Serafini, che ha anche curato la prefazione dell’opera, si è alacremente messa al lavoro per cercare una casa editrice disposta a pubblicarci il Diario. Dopo un mese abbondante di infruttuose ricerche, due CE si sono fatte vive praticamente in contemporanea: ho scelto Europa Edizioni perché mi garantiva la possibilità di essere presente alle rassegne di Roma e di Torino oltre che la messa a disposizione di un addetto stampa per la promozione del libro. Per ora mi definisco soddisfatto della scelta presa.

Hai partecipato a qualche evento (o eventi) per promuovere il tuo romanzo?
In realtà sì, ma solo perché sono stato ospite della casa editrice Intrecci al Pisa Book Festival di ottobre. E’ stata un’esperienza bellissima perché ho potuto confrontarmi con persone competenti, gentili ed entusiaste allo stesso tempo. Dopo due giorni trascorsi insieme sembrava che ci conoscessimo da molto più tempo. Prossimo impegno la Rassegna Internazionale di Roma nel week end dell’Immacolata Concezione, con annesso firma copie. Ah dimenticavo, il 13 ottobre ho avuto l’onore di presentare il libro “in casa”, all’interno della rassegna “Sfogliando i libri” della mia amata Peschiera Borromeo: una giornata indimenticabile con tutti i miei amici presenti e la giovane Amministrazione Comunale a sostenere tutti gli autori emergenti. 

Hai qualche consiglio da dare ad un aspirante scrittore alle prese con la sua prima opera? 
In primis suggerisco di non fidarsi dei blogger ed influencer cosiddetti “marchettari” che in cambio di somme sostanziose promettono di farvi scalare le classifiche delle vendite. Consiglio inoltre di non montarsi la testa di fronte alle prime recensioni positive. E’ sempre meglio una sincera critica costruttiva rispetto alle false adulazioni degli pseudo-amici.

Dove possiamo trovare il tuo libro?
“Diario di un perdente di successo” è ordinabile on line sul sito della casa editrice Europa Edizioni, anche in formato E Book ad un prezzo particolarmente vantaggioso. Si può inoltre prenotare nelle librerie Feltrinelli e Giunti; on line tramite Amazon, Ibs, Feltrinelli, Hoepli e Libreria Universitaria.

Grazie Dario per essere stato mio ospite oggi. Qui sopra trovate tutte le informazioni per acquistare il suo libro e io vi consiglio anche di seguire la sua pagina Facebook "Diario di un perdente di successo" per restare sempre aggiornati su tutte le sue news!



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