LE RECENSIONI DEL SALOTTO: DIARIO DI UN PERDENTE DI SUCCESSO

LE RECENSIONI DEL SALOTTO 
Dario Mondini, Diario di un perdente di successo, Europa Edizioni



L’AUTORE




Dario Mondini, milanese di nascita ma peschierese (e in seguito medigliese) d’adozione, è impiegato presso una multinazionale leader nel settore delle risorse umane. Diario di un perdente di successo è la sua seconda fatica letteraria a distanza di quindici anni da una tesi di laurea sulla storia cambogiana. Il tennis tavolo, il fantacalcio e la storia sono le passioni di un “ragazzo” che a quarant’anni non ha perso la voglia di divertire e divertirsi.

(Da Diario di un perdente di successo)

SINOSSI
Cinquecento metri, un chilometro, non so bene quanto stia percorrendo, le macchine mi passano di fianco lavandomi a ogni pozzanghera. Ho paura ma non sento la fatica, ho quasi quarant’anni e un’anca ricostruita tramite osteosintesi a seguito dello schianto del 2011. Mi merito una serataccia così, un segno del destino, basta cercare avventura che svuotano l’anima e prosciugano il portafogli. Penso a Viviana, la ragazza che amo e corteggio inutilmente da due anni, a lei piace fare jogging oltre che danzare. Corro un po’ per emularla e nel frattempo mi vengono in mente tante cose, ripercorro i miei primi (quasi) trentanove anni. Se fossimo insieme tutto questo non sarebbe successo, non sarei uscito di casa, saremmo assieme a guardare gli Europei o forse ancora a ripercorrere i passi del suo recente saggio di danza.

(Da Diario di un perdente di successo)

LA RECENSIONE

Sono le 22 di sera passate quando improvvisamente si accende la spia pressione pneumatici della mia adorata BMW… lo sterzo si fa di colpo duro, sono costretto ad accostare e piove fortissimo. Ma cosa ci faccio sulla “Cerca” nella sperduta località Caluzzano a quell’ora? Non sto tornando dagli allenamenti di ping pong né dalla consueta cena settimanale da papà. Sono in cerca di Manuela, stupenda e dolcissima diciannovenne bergamasca incontrata per caso un paio di mesi prima. Si prostituisce per mantenere la sua bimba di due anni e – pur pagandola – non ho mai avuto il coraggio di andarci a letto. Vorrei tanto portarla via da lì, riscattarla da quel destino ingiusto per una ragazza così dolce e sensibile e magari conquistarla col mio animo romantico. Nei nostri fugaci incontri abbiamo parlato un po’ di tutto, dalla comune passione per la montagna allo shopping e allo sport. Mi ha baciato, la cosa che più mi mancava dopo tre lunghi anni di vita da single. È stato molto bello, quasi da perderci la testa. Già nella mia testa favoleggiavo di portarla a Treviglio in quel famoso ristorante di pesce.
Favoleggiavo è proprio il termine giusto. Non avrei avuto nessuna speranza per via dei diciannove anni di differenza e soprattutto per il mio aspetto tutt’altro che da adone. Quali carte avrei potuto inoltre giocare con i suoi protettori? Quella della denuncia nei loro confronti non mi sembrava percorribile, dato che nemmeno li conoscevo e soprattutto ci sarebbe stato il rischio di esacerbare ulteriormente gli animi. Eccolo Dario Mondini, il paladino della giustizia, che da buon don Chisciotte si fa paladino delle cause perse e con i soldi cerca di aggiustare tutto. […]

Diario di un perdente di successo: già il titolo ci mette di buon’umore e ci fa capire che tono avrà la narrazione del romanzo.
La copertina, con la racchetta da ping pong in bella mostra, ci anticipa già lo sport che appassiona l’autore e che la fa da padrone – soprattutto nell’ultima parte – con la telecronaca di partite cruciali degna delle migliori scene “fantozziane”.
Dario Mondini, autore e protagonista di questa autobiografia, decide di raccontarsi, di mettersi a nudo durante gli eventi cruciali che si sono susseguiti nel corso della sua vita, dagli spensierati anni della gioventù fino ad oggi.
Quando ho iniziato questo libro non sapevo bene cosa aspettarmi, ma lo stile e la scorrevolezza del romanzo mi hanno tenuta incollata alle pagine fino alla fine, tanto da terminarlo in pochissimi giorni, facendomi ridere, riflettere ma anche commuovere.
La voce narrante dell’autore ci accompagna e ci guida tra amori e dissapori, avventure e disavventure, la perdita della madre, l’incidente stradale, vacanze, amici, lavoro e sport, sempre mantenendo la sua ironia e il suo ottimismo. Il nostro eroe, il “Lorenzo Lamas di Santorini”, ci racconta di eventi in apparenza “ordinari” che lui, con il suo stile e il suo punto di vista per nulla scontato, riesce a rendere “straordinari”. Filo conduttore di tutto sono i grandi amori e le relazioni passeggere dell’autore le quali, un po’ per cause avverse, un po’ per incompatibilità di caratteri e un po’ anche perché il destino a volte ci mette il suo zampino, tendono a chiudersi o a interrompersi, lasciando sì un po’ di amarezza e qualche rimpianto ma anche il desiderio di rimettersi in gioco, senza mai abbattersi. È questo, a mio avviso, il punto di forza dell’intero romanzo: l’inguaribile ottimismo che emerge da ogni capitolo, da ogni pagina, da ogni riga. L’autore è uno di noi, che con i suoi pregi e i suoi difetti (e chi non ne ha?) decide di mettersi coraggiosamente a nudo, con una grande capacità di autocritica e autoironia, ed è pronto a risollevarsi dopo ogni sfortunato evento, senza mai perdere la fiducia nel prossimo. Al termine della lettura ci accorgiamo di aver fatto un tuffo nel suo passato, di aver riso e pianto e giocato a ping pong e al fantacalcio insieme a lui, ma anche di conoscerlo un po’ meglio, con la sua famiglia da Mulino Bianco e i suoi “colpi di testa”, a volte un po’ troppo spendaccioni!
Che dire? Attendo il seguito, sperando che l’autore ne abbia uno in cantiere. Per essere alla sua prima opera e scritta di getto, il risultato è decisamente ottimo.

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