INTERVISTA ALL'AUTRICE MARIA THEA CHIODINO

INTERVISTA ALL'AUTRICE MARIA THEA CHIODINO

Eccoci di nuovo puntualissimi al consueto appuntamento del giovedì interviste del Salotto Letterario e del Salotto Creativo di MyMee - Express Yourself. Oggi siamo in compagnia dell'autrice Maria Thea Chiodino, che ci parla del suo romanzo La Guardia della Ra. Diamole il benvenuto e accomodiamoci insieme a lei per conoscerla un po' meglio...



Ciao Maria Thea, benvenuta nel mio salotto. Raccontaci qualcosa di te. Come ti sei avvicinata alla scrittura?
Come sia iniziato esattamente non lo so con certezza. Mi ricordo che sin dalle elementari inventavo tante storie, che inizialmente disegnavo, poi, imparando a scrivere facevo finta di scrivere fatti di cronaca con impronta sci-fi (naturalmente all’epoca non avevo idea di cosa fosse il sci-fi). In quinta elementare vinsi un “premio” della classe per una breve storia inventata su due piedi da costruire con tre immagini ritagliate a caso da un giornale. A 11 anni iniziai ad utilizzare la vecchia macchina da scrivere di mamma e a buttare giù quello che fu il mio primo romanzo (che mai e poi mai il resto del mondo vedrà). Non credo ci sia stata una causa scatenante, sento di essere così da sempre e non mi sento di peccare di superbia definendo me stessa una scrittrice.

Qual è il tuo genere preferito? 
Sicuramente il fantasy ma non tanto quello epico; l’introspezione dei personaggi è il fattore più importante per me. 

Parliamo un po’ del tuo libro. Come è nato? Di cosa parla?
Questa volta vorrei parlare di “La Guardia della Ra”, un romanzo a tratti distopico, utopico e con un pizzico di paradosso. Nasce un giorno del 2011 quando mi posi la domanda “cosa significa avere tanto potere?” la risposta che mi diedi fu “significa esserne prigionieri” e subito l’immagine di una donna dalla bellezza fredda, triste, che detiene questo potere si impresse nella mente. Però fu la notte del 31 dicembre di quello stesso anno che l’idea completa mi è arrivata con l’annuncio del discorso del presidente della Repubblica. Decisa a non ascoltarlo ho spento la tv e acceso il pc, buttando subito giù l’incipit. Il romanzo è ambientato in una nazione immaginaria; dopo tanti anni di degrado sociale ed economico si forma un movimento chiamato I figli di tutti, capeggiato dai coniugi Randolf e Kendra. Scoppierà la rivoluzione civile grazie a questo movimento e il governo verrà rovesciato e il popolo vincerà la rivoluzione. Randolf durante la guerra verrà nominato comandante ma Kendra viene rapita e assassinata. Alla fine della rivoluzione Randolf verrà nominato unico leader della Nazione, la guida della nazione, unitamente a dei consiglieri. In questo paese immaginario, utopico, il nuovo ordine sociale fa in modo che non ci siano disuguaglianze, favoritismi e ingiustizie ma man mano che la storia procede si nota come questo sia poco probabile e che vi siano dei paradossi. In questo romanzo io mi sono posta delle domande e mi sono anche data delle risposte, non le ho inserite tutte altrimenti sarebbe diventato un libro da mille pagine.
Chi è Sabrina? Randolf, quando finisce la guerra, si trova vedovo con due figli, Sabrina di cinque anni e Mirko di tre, eletto Guida della Nazione. Ha dei seri problemi. Il primo è che la vera mente della rivoluzione era sua moglie Kendra e si chiede come farà a governare il suo paese senza apparire o essere veramente un tiranno. Ma Kendra non c’è più e il secondo problema di Randolf è che sa di avere poco tempo da vivere perché durante la guerra è stato ferito da un’arma chimica. E si chiede cosa succederà al suo giovane paese una volta che non ci sarà più. Tornerà nel caos? Scoppierà un’altra guerra? I governanti mandati in esilio tenteranno di riprendere il potere? L’unica soluzione che trova è quella di lasciare un suo erede, un estensione di se stesso. La scelta cade sulla figlia Sabrina che da quel momento viene educata per succedere al padre. Forse Randolf sperava di vivere di più e lasciare alla figlia il tempo di crescere, o che il popolo nel frattempo decidesse di tornare alle urne. Ma questo non accade, Randolf sul letto di morte lascia testamento che sia sua figlia a ereditare la carica di guida della Nazione, ma che al suo fianco ci sarà una fedele guardia del corpo pronta a tutto per proteggerla da ogni pericolo anche dalla più velata minaccia. Questo perché Randolf è cosciente di lasciare a sua figlia un’eredità difficile, un fardello pesante e gravoso e che avrà bisogno di una protezione per evitare che qualcuno possa tramare contro di lei o approfittarsi della sua giovane età. Sabrina riceve la carica di Guida dalla Nazione a soli 12 anni e porterà avanti la sua missione ereditata dai genitori come un sacrosanto dovere. In questo modo si forma la figura di donna che mi era immaginata, detentrice di un grande potere, molto disciplinata, dall’algida bellezza, sguardo fermo, dritta come un fuso, abiti dimessi, voce pacata ma autoritaria. Sabrina governa il suo paese per tanti anni, andiamo avanti di 18 anni e arriviamo al presente narrativo quando la donna ha 30 anni. A questo punto le catene del potere si fanno troppo pesanti e Sabrina si chiede se può lasciare la carica di Guida della Nazione. Ma così tradirà la memoria dei suoi genitori? Che lo faccia o no, tradirà se stessa o sarà fedele a se stessa? Tutte le strade che le si pongono davanti hanno conseguenze positive e negative. La guardia del corpo nel frattempo la sostiene ma non interferisce mai con le sue decisioni.


Quali sono i temi principali?
Con La guardia della Ra ho cercato di capire se sia possibile costruire una società perfetta dove tutti stanno bene e sono felici, ma a discapito di cosa? A quali rinunce? Dove finisce la libertà individuale per il bene comune?

C’è un titolo di una delle tue opere che è particolarmente significativo per te? 
Domanda difficile: ogni mia opera porta qualcosa di me ma il primo che ora mi viene in mente è La Fuga.

Da dove prendi ispirazione per scrivere? 
Principalmente dai miei sogni. Sin da piccola il sonno non è mai stato riposante per me. Nei miei sogni sono quasi sempre qualcun altro, un pilota, un drago, una ballerina, una ginnasta, un cavaliere. A volte le trame sono davvero lunghe a volte bastano dei frammenti di sogno per tessere una storia.

Ogni scrittore inserisce inevitabilmente una parte di se stesso nelle sue opere. C’è un personaggio in particolare che senti più vicino di altri?
Altra domanda difficilissima… Dato che parliamo di La guardia della Ra credo che Sabrina ora mi rappresenti bene.

Potresti raccontarci la tua esperienza con la casa editrice (o le case editrici) con la quale hai pubblicato?
Ho pubblicato per la prima volta con Altro Mondo editore. Esperienza pessima ma mi ha dato il coraggio per proseguire. Dal 2014, date le continue “il Suo romanzo non rientra nella nostra linea di pubblicazioni” ho preso la via del Self Publishing con Amazon che mi ha aiutata davvero tanto ad entrare in contatto con altri autori, fare esperienze e prendere decisioni importanti.

Hai partecipato a qualche evento (o eventi) per promuovere il tuo romanzo?
Quando pubblico un romanzo nuovo, la versione cartacea, organizzo presentazioni là dove mi ospitano, anche grazie all’aiuto di amici e parenti. Negli ultimi due anni ho inviato dei romanzi al concorso Città di Como, non con l’intento di vincere ma solo di promuovere i miei scritti.

Hai qualche consiglio da dare ad un aspirante scrittore alle prese con la sua prima opera? 
Di essere se stessi e di non aver paura di emergere, di scrivere (correttamente, certo) ma secondo il proprio stile, lasciare la propria impronta autorale.

Dove possiamo trovare il tuo libro/i tuoi libri?
Nello store di Amazon, anche se sono sempre lieta di inviare copie con dediche a chi me ne fa richiesta.

Ringraziamo Maria Thea per essere stata con noi oggi. Per chi fosse interessato, ecco qui tutti i suoi contatti



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