INTERVISTA ALL'AUTORE ROBERTO CHILOSI
LE INTERVISTE DEL SALOTTO
Bentornati agli appuntamenti del martedì de Il Salotto Letterario. Oggi siamo in compagnia di Roberto Chilosi, maestro di canoa e guida rafting, autore di "Come acqua" per AltreVoci Edizioni, una sorta di memoir di parte delle sue avventure ai confini del mondo.
Ciao Roberto, benvenuto nel mio Salotto e grazie per essere qui in nostra compagnia oggi. Raccontaci qualcosa di te.
Sono nato nel 1966 a Chiavari, ho vissuto in Liguria, Toscana poi mi sono trasferito sull'Appennino Parmense, dove abita il resto della mia famiglia.
Attualmente lavoro a Parma in un'azienda farmaceutica e, nei week end primaverili estivi, continuo la mia attività di maestro di canoa e guida rafting, in val Sesia e valle d'Aosta.
Nel 1995 mi licenzio da un impiego pubblico per seguire il mio ideale liquido, e poter viaggiare liberamente con la canoa, avendo nel frattempo racimolato qualche sponsor.
Ho partecipato ed organizzato spedizioni canoistiche in tutto il mondo, soprattutto in solitaria, la dimensione che preferisco.
Ma non solo fiume e canoa, anche mare e nuoto, comunque acqua.
L'acqua è sempre stata presente nella mia vita.
In acqua mi sento protetto, è il mio miglior vestito, la mia migliore amica, il mio più efficace, e unico, antidepressivo.
Ho sempre fatto sport, fin da piccolo, e con la canoa e il nuoto in acque libere ho trovato la mia dimensione ideale.
Cerco sempre il lato ironico delle cose, faccio tutto seriamente, ma non mi prendo mai sul serio.
Non mi sono mai vergognato ad ammettere i miei fallimenti, su tutti i fronti, ritenendoli più divertenti che i successi, anche per sfatare i miti di invincibilità e perfezione che molti miei "colleghi" ostentano.
La canoa i viaggi, sono stati anche, spesso, delle fughe dai casini che invariabilmente combinavo a livello sentimentale essendo molto sensibile, sicuramente troppo, al fascino femminile.
La tenacia che ho sempre dimostrato in fiume, mi ha sempre creato problemi nella vita reale, non riuscendo (quasi) mai a fare un passo indietro, ma volendo provare sulla mia pelle, qualsiasi tipo di esperienza mi incuriosisse.
“Come acqua” è la tua più recente pubblicazione con AltreVoci Edizioni. Potresti presentarla brevemente ai nostri lettori?
"Come acqua" è un libro di viaggio, una sorta di autobiografia, un memoir come vengono chiamati ora questo genere di libri.
C'è molto di me, delle esperienze "al limite" che ho vissuto, i luoghi, gli incontri con le persone che hanno a volte sfortunatamente per loro, incrociato il mio cammino, ma c'è molta introspezione e anche senso di colpa per cose che, viste ora, mi sarei potuto tranquillamente evitare anzi, meglio, avrei potuto evitare ad altri.
Non rubo, non uccido, ma sono un traditore seriale, almeno lo sono stato.
Il tuo libro è una sorta di diario di viaggio ai confini del mondo: Italia, Nepal, Perù sono solo alcune delle località da te visitate e vissute. Qual è stata, a tuo avviso, l’avventura che più ti ha segnato e perché?
Non c'è un'esperienza in particolare che mi ha segnato.
La passione per i viaggi e la natura è frutto della meravigliosa infanzia che mi hanno permesso di vivere i miei genitori.
Quando ho scoperto la canoa "estrema" ho capito che quella sarebbe stata la mia vita e mi sono impegnato a fondo per ottenere i risultati e gli obiettivi che via via mi prefiggevo.
La prima solitaria su un fiume molto difficile e pericoloso è stata uno sprone per affrontarne altre e l'adrenalina è una droga tremenda (anche perché è legale, non costa nulla e non devi andare a comprarla per strada), e chiede sempre dosi maggiori.
Da piccolo ero un fifone tremendo, ai limiti della vigliaccheria: con la canoa sono riuscito ad affrancarmi da questo.
Il tuo non è solo un viaggio fisico ma anche psicologico, di percorsi difficili spesso vissuti in solitaria. Quando sei arrivato al punto di spingerti oltre limiti che non avresti creduto possibili e cosa ha rappresentato questa esperienza per te?
La canoa su percorsi molto difficili oppure il nuoto in mare magari in inverno su lunghe distanze, è soprattutto, come altri sport simili, l'alpinismo ad esempio, una questione di testa, di tenacia, di resistenza, di resilienza.
Non devi mai lasciare la barca.
Psicologicamente è molto stimolante perché ti trovi davanti alle tue paure e sai che devi vincerle.
La cosa meravigliosa è che dipende solo da te, da una tua decisione, da un tuo riflesso o movimento.
Io la chiamo "la bolla di sapone" che è quello stato in cui ti cali quando entri in modalità "ogni secondo o metro che guadagno" è solo per mio merito.
Parte del ricavato delle vendite di “Come acqua” sarà devoluto in beneficenza a favore della ricerca sulla leucemia infantile: potresti spiegare ai nostri lettori il perché di questa scelta?
Due anni fa il figlio di una delle mie migliori amiche, Mirko, nove anni, si è ammalato di leucemia.
Non si sapeva se ce l'avrebbe fatta. Durante i mesi che madre e figlio hanno passato in ospedale, io mandavo i miei racconti a lei che li leggeva al figlio.
Lei mi aveva chiesto di prometterle che li avrei pubblicati.
Così è stato e, la decisione di devolvere un terzo del mio ricavato alla lotta contro la leucemia infantile, per me obbligata.
Stai lavorando a qualche nuovo progetto per il futuro?
Sto scrivendo la seconda parte di "Come Acqua".
I viaggi e le esperienze che ho narrato nel primo sono solo una piccola parte dei viaggi da me intrapresi in giro per il mondo.
In più sto curando l'autobiografia di una mia amica nel suo percorso ventennale attraverso la droga.
Grazie mille a Roberto per essere stato in nostra compagnia oggi. Vi ricordo che potete seguirlo sui social e sui siti di riferimento della casa editrice per rimanere sempre aggiornati su tutte le novità in merito a "Come acqua".
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