LE INTERVISTE DEL SALOTTO: MARCO RUBBOLI, IL CONTAGIO DI MEUNG

LE INTERVISTE DEL SALOTTO
MARCO RUBBOLI: IL CONTAGIO DI MEUNG

Bentornati agli appuntamenti extra delle interviste del Salotto. Oggi siamo di nuovo in compagnia dello scrittore-guerriero Marco Rubboli, già autore del romanzo "Per la corona d'acciaio" edito da Watson Edizioni e "Ombre sulla Dacia" per Delos Digital Heroic Fantasy Italia. In occasione dell'uscita del suo nuovo volume "Il contagio di Meung", edito sempre da Heroic Fantasy Italia, il Salotto ha incontrato Marco per parlare un po' di questa novità ebook.
Accomodiamoci!



Ciao Marco, bentornato nel mio Salotto. Per tutti i nostri lettori che ancora non ti conoscono, potresti dirci qualcosa di te?
Oltre ad essere appassionato di letteratura e scrittura, con al mio attivo parecchi racconti e soprattutto i romanzi “Per la Corona d’Acciaio” e “Ombre sulla Dacia”, insegno scherma storica fin dai primi anni Novanta e ho pubblicato diversi studi in materia, soprattutto sulle arti marziali italiane del XV e del XVI secolo. Inoltre mi interesso di arti marziali dell’età classica greca e romana, dalla scherma di opliti e legionari fino alla gladiatura e al pugilato antico, e ho praticato per anni scherma olimpica. Queste passioni mi hanno portato a vivere la storia tramite la rievocazione storica, dove per anni mi sono occupato di Medioevo, Rinascimento e ancora oggi partecipo ad eventi del periodo Romano. 

“Il contagio di Meung” è la tua seconda pubblicazione con Heroic Fantasy Italia, collana di Delos Digital a cura di A. Iascy e G. Smojver. Di cosa tratta? 


Dopo “Ombre sulla Dacia” in cui ho trasportato i lettori in un cupo Impero Romano alternativo sopravvissuto per molti secoli e sottoposto alla minaccia dei vampiri, a cui si contrappone il corpo scelto dei Pretoriani Neri (di cui si possono trovare altre avventure su hyperborea.live di Sword & Sorcery Italia), abbiamo deciso di proporre un’ambientazione completamente diversa. Questo romanzo breve prende le mosse dal primo capitolo de “I tre moschettieri” di Dumas, quando il giovane cadetto D’Artagnan arriva alla locanda del “Franc Meunier” presso la cittadina di Meung, sulla via per Parigi. Molti ricorderanno l’episodio, in cui il nostro eroe viene ridotto a mal partito e appare per la prima volta l’affascinante e maligna Milady. In questo caso, tuttavia, il guascone si troverà a fronteggiare una minaccia ben peggiore che nella vicenda narrata da Dumas, e il suo soggiorno a Meung si prolungherà a suo dispetto, trasformandosi ben presto in un vero e proprio incubo. Ma anche in mezzo a un inferno in terra l’aspirante moschettiere riuscirà a non perdere il proprio spirito avventuroso e ironico. 

Quali sono gli elementi chiave su cui ti sei basato per scrivere il racconto? 
L’avventura classica è sempre stata uno dei miei punti di riferimento letterari fondamentali, da Salgari a Verne a Dumas, e ho ammirato molto la riproposizione moderna da parte di Arturo Perez Reverte con la saga del Capitàn Alatriste (da cui il film “Il destino di un guerriero” con Viggo Mortensen), un’operazione coraggiosa da cui sono nati romanzi degni di quei classici d’altri tempi. Per questo l’idea di Alessandro Iascy di donare ai tre moschettieri una nuova versione improntata al genere Heroic Fantasy, in cui gli spadaccini più famosi della letteratura debbono affrontare la più nera negromanzia, mi ha trovato subito entusiasta. Il cuore della vicenda è da una parte un oscuro intrigo basato sulla magia nera, su cui naturalmente non posso svelare nulla, e dall’altra gli uomini chiamati ad affrontarne le conseguenze e impedirne la realizzazione, in questo caso un giovane ma determinato D’Artagnan e i curiosi compagni che troverà nel caos che sta per travolgere la pigra cittadina di provincia di Meung. 

Quali sono stati gli aspetti più divertenti e quali quelli più spinosi che ti sei trovato ad affrontare durante la fase di scrittura? 
Assolutamente divertente è il carattere e lo spirito dei moschettieri di Dumas, ed è un piacere (oltre che un non meritato onore) poterli mettere in scena a mio piacimento. C’è una gran gioia di vivere e una leggerezza umanissima in questi personaggi, pronti a condividere coi compagni e dissipare in banchetti la più lauta ricompensa e a inseguire i favori di leggiadre donzelle pur in mezzo a duelli e carneficine, caratteristiche che ben si conciliano con lo spirito avventuroso e vorrei dire un po’ “guascone” del XVII secolo e soprattutto della Francia di quei tempi. Al tempo stesso ero chiamato a immettere in quell’ambientazione un elemento di orrore e terrore che in apparenza mal si concilia con intrighi di corte e collane perdute di regine infedeli. Eppure basta una leggera nota di ironia che anche gli aspetti più macabri e truculenti vengono a conciliarsi bene con questi scanzonati uomini d’arme. Una difficoltà è stata che il progetto rende necessario fare una certa mole di ricerca storica per non incorrere in errori, dato che gli aspetti fantastici vengono a inserirsi in un periodo e in luoghi ben precisi, un periodo, oltretutto che non è al centro della mia attenzione in campo storico: sono molto più a mio agio nell’Italia del Quattrocento e del Rinascimento. Su questo però posso contare sull’assistenza di Giorgio Smojver, che oltre a essere un editor puntuale e propositivo è molto attento alla coerenza storica. Questa ambientazione però mi permette alcuni spunti “tecnici” che non potevano non attrarmi come schermitore storico. La scherma del XVII secolo, incentrata su raffinate azioni di punta, non è certo l’ideale per combattere zombi o vampiri, ma non era passato molto tempo da quando ancora si tagliavano teste d’un sol colpo, e c’erano in giro ancora molte armi bianche capaci di sortire l’effetto desiderato… oltre ad una gamma non trascurabile di armi da fuoco! 

Progetti per il futuro? 
Per Delos Digital ho intenzione di far proseguire entrambe le saghe che ho iniziato, da una parte conducendo i lettori di nuovo insieme ai Pretoriani Neri nei più oscuri recessi dell’Impero Romano per affrontare la magia nera che lo mette in pericolo e dall’altra facendo arrivare finalmente D’Artagnan a Parigi, dove si incontrerà, o per meglio dire si scontrerà con Atos, Portos, Aramis… e con qualcosa di più oscuro e letale. Sono in ansiosa attesa anche dell’uscita per Watson edizioni di “Contro Due Imperi”, il seguito di “Per la Corona d’Acciaio”, in cui la mia Italia alternativa, il Regno di Malia, sprofonderà ancora di più nella guerra civile, mentre le due potenze straniere che minacciavano da lontano arriveranno a sfoderare le armi scendendo in campo apertamente. Oltre a ciò ho cinque racconti in uscita su tre antologie: in "Folklore 2" per Watson il protagonista proverà a servirsi dell’aiuto di un Mazapegul, il folletto romagnolo, per sventare una serie di omicidi, in “Se una notte d’inverno un viaggiatore” di ed. Le Mezzelane appariranno un racconto dei Pretoriani Neri che si svolge a Cartagine e uno ambientato nel Regno di Malia, mentre dell’ultimo progetto ancora non posso rivelare nulla ai lettori… anche se tu sai a cosa mi riferisco! Ma per ora acqua in bocca.

Grazie a Marco per essere stato in nostra compagnia oggi. Non dimenticate di seguirlo sulle sue pagine social e sul suo sito web per restare sempre aggiornati con tanti nuovi ed emozionanti aggiornamenti. Nel frattempo, "Il contagio di Meung" è disponibile su Amazon, Delos Store e su tutti i maggiori store online.


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