INTERVISTA ALL'AUTORE ALESSIO FILISDEO

INTERVISTA ALL'AUTORE ALESSIO FILISDEO
Bentornati alle interviste del giovedì de Il Salotto Letterario e de Il Salotto Creativo del gruppo Facebook MyMee-Express Yourself. Oggi conosciamo Alessio Filisdeo, autore del romanzo "Il mistero di Virginia Hayley" edito da NPS Edizioni. Siete pronti a conoscerlo? Accomodiamoci...



Ciao Alessio, benvenuto nel mio Salotto e grazie per essere in nostra compagnia oggi. Partiamo subito con la prima domanda che rivolgo a tutti i miei ospiti: raccontaci qualcosa di te.
Grazie a te per questa occasione speciale! 
Su di me non c’è molto da dire, in realtà. Come tanti autori scrivo, e leggo, praticamente da sempre, fin da ragazzino. Sono un grande appassionato di cinema, videogames e tutto ciò ruota attorno alla cultura pop. Per quanto riguarda il mondo della letteratura, ho un debole per i classici dell’Ottocento, indipendentemente dal genere, mentre tra gli autori moderni il mio preferito è senza dubbio Stephen King. Adoro anche l’universo dei comics americani, anzi, si potrebbe affermare che la mia iniziale curiosità in fatto di narrativa è nata proprio sfogliando le pagine dei colorati albi dei supereroi.

“Il mistero di Virginia Hayley” edito da NPS Edizioni è una tra le tue opere gotico-vittoriane di più recente pubblicazione. Potresti presentarcela brevemente?
“Il mistero di Virginia Hayley” è quello che definisco “un romanzo gotico vecchio stampo”. L’ho ideato e scritto avendo in mente i capisaldi della letteratura vittoriana, soprattutto i famosi penny dreadful, o "spaventi da un penny". 
Ho dedicato moltissimo tempo ad esaminare le opere più rappresentative di quell’epoca, così come il linguaggio, il vocabolario e le mode dei più rinomati romanzieri di genere. 
In breve volevo semplicemente omaggiare, a modo mio, un modo di fare horror che, pur essendo quasi del tutto scomparso, riesce ancora ad affascinare una nicchia di irriducibili fedeli. Inquietudine, mistero, complotti governativi, tormentate personalità, mostri iconici, un pizzico di splatter e le formalità sociali tanto care ai cliché del XIX secolo. Per alcuni potrà forse risultare una lettura troppo derivativa ma, tenendo conto degli obiettivi che mi ero prefissato in fase di stesura, mi ritengo soddisfatto del risultato.

L’ambientazione gotico-vittoriana è un po’ il tuo filo rosso conduttore. Potresti spiegarci da dove nasce questa tua passione e in quali tuoi romanzi è presente?
Da che io ricordi l’epoca vittoriana è sempre stato il periodo storico che più mi ha affascinato. 
Le buone maniere, gli abiti, le grandi scoperte scientifiche, le menti che cominciavano a pensare fuori dagli schemi, e persino gli ultimi veri imperi del globo, con la Corona inglese in prima fila. Ma questa è solo una faccia della medaglia, perché l’altra, quella in ombra, allo stesso tempo dipinge un secolo profondamente tormentato, fatto di miseria, fuliggine, perversione e ipocrisia. Ed ecco dove si colloca l’elemento gotico, buio e tenebroso, minacciosamente incombente: a metà strada tra la meraviglia delle nuove tecnologie e il folclore, le credenze superstiziose che ancora trovano spazio nelle fantasie di svariate cerchie sociali. Questo tema, ovvero il conflitto tra futuro e passato, è un vero e proprio dogma del genere letterario gotico, e anche io cerco di inserirlo ogniqualvolta creo una storia ambientata in determinati contesti. Ad oggi ho pubblicato un altro romanzo simile nelle tematiche, ovvero “Fairfax & Coldwin”, edito da Nativi Digitali Edizioni, dove i due antichi protagonisti cercano disperatamente di uniformarsi alla realtà ottocentesca che vanno vivendo, tornando però spesso a volentieri verso i ricordi (e i modi spicci) dei secoli trascorsi, a loro dire più semplici.

Anche la figura del vampiro è al centro delle tue pubblicazioni. Ti andrebbe di approfondire l’argomento insieme ai nostri lettori?
Il vampiro è il mostro gotico per eccellenza. È una creatura folcloristica estremamente longeva, tanto da risalire alla cultura ellenica, se non proprio egizia, ma è interessante notare come la versione più comunemente nota si rifaccia ancora una volta a quella di matrice ottocentesca-vittoriana. Tralasciando le analisi storiche (che sarebbero davvero lunghissime!), per me il vampiro è l’essere di fantasia più vicino al concetto di “libertà” che sia mai esistito. Possiede capacità eccezionali, sovrumane, e con un po’ di accortezza può vivere in eterno, accumulando esperienza e saggezza. Il vampiro è l’essenza stessa del tempo, la testimonianza tangibile del susseguirsi di epoche e secoli, e grazie ai suoi formidabili poteri può decidere di imporre la sua volontà. Diventa quindi un’ennesima prova di forza tra vecchio e nuovo, e i risultati sono tutt’altro che prevedibili o banali. Le possibilità narrative, con personaggi di questo calibro, sono infinite.

Quinta e ultima domanda: progetti per il futuro? 
Ho moltissimi progetti per il futuro. Sono attualmente al lavoro da quasi un anno sul più grande romanzo gotico che abbia mai scritto, e una volta portato a termine riprenderò la stesura del seguito di “Fairfax & Coldwin” che, con una certa sorpresa, tanti lettori mi hanno domandato. Ho già pronti nel cassetto, conclusi, una mezza dozzina di racconti e altri due romanzi horror, in vista della giusta occasione. Tempo e lavoro permettendo, spero di poter continuare a lungo con la mia carriera di scrittore, perché le idee sono giusto l’unica cosa che non mi manca!

Ringrazio Alessio per essere stato in nostra compagnia oggi. Vi ricordo che potete seguire l'autore sulla sua pagina Facebook e Instagram per restare aggiornati su ogni nuova uscita e che "Il mistero di Virginia Hayley" è acquistabile sui maggiori store online e, ovviamente, sul sito della casa editrice.


ATTENZIONE
Il Salotto è affiliato ad Amazon: cliccando sul link, il blog percepirà una piccola percentuale sull'acquisto del volume che verrà utilizzata per comprare nuovi libri o nuovi strumenti per miglioramenti al sito e alle pagine social.



Commenti

Post più popolari