INTERVISTA ALL'AUTRICE GIULIA ABBATE

INTERVISTA ALL'AUTRICE GIULIA ABBATE


Bentornati all'appuntamento settimanale del giovedì interviste de Il Salotto Letterario e de Il Salotto Creativo del gruppo Facebook MyMee - Express Yourself. Oggi ho il piacere di ospitare Giulia Abbate, editor ma anche autrice di diverse opere di fantascienza e di un romanzo storico ambientato nell'Italia del 1300, La cospirazione dell'inquisitore
Ma ora accomodiamoci e lasciamo a lei la parola...



Ciao Giulia, benvenuta nel mio salotto. Raccontaci qualcosa di te. 
Ciao e grazie per l'ospitalità! Mi chiamo Giulia Abbate, faccio l'editor indipendente e la scrittrice, sono nata a Roma e vivo a Milano da quindici anni quasi esatti. Ho due figlie e sempre qualche progetto in corso, dato che sono per natura curiosa e dinamica. Leggo tantissimo, ovviamente :) 

Come ti sei avvicinata alla scrittura? 
Con sollievo! Ricordo il mio primo racconto: avevo undici anni e quando ho iniziato a scrivere ho provato una sensazione fortissima di riconoscimento, di qualcosa che andava finalmente a posto dentro di me. Sostanzialmente, sono una che non si rassegna al fatto che il libro/il film/quel che sia debba finire: sentivo il bisogno di continuare le storie che mi piacevano, facendo vivere ancora personaggi e situazioni. Tutto è partito da lì. 


Qual è il tuo genere preferito? 
Ho iniziato il mio percorso di autrice nella fantascienza, quindi quello è il genere che conosco di più. (Ci ho anche scritto un manuale, pubblicato da Odoya.) Ma non ho davvero un genere preferito: mi piacciono i crossover e lo splitstream, la contaminazione fatta con criterio e audacia. 

Comunque, nella lettura preferisco i romanzi di genere al mainstream, li trovo più divertenti e stimolanti.

Parliamo un po’ del tuo libro. Come è nato? Di cosa parla? Quali sono i temi principali? 
"La cospirazione dell'inquisitore" è il mio primo romanzo storico. Ho iniziato a scriverlo quasi in segreto e di getto, perché dopo tanta fantascienza e dopo tanta scrittura professionale avevo bisogno di tornare a divertirmi, a scrivere qualcosa di diverso, di bello in primis per me. Poi, man mano che mi documentavo, mi sono appassionata sempre di più: è diventata una cosa seria, l'ho affrontata tornando a servirmi del mio bagaglio professionale di strategie e buone pratiche di scrittura. E quando Fanucci ha aperto la redazione agli speed date per nuove penne, l'ho proposto alla collana Leggereditore, che lo ha accettato e pubblicato. 

Il romanzo è ambientato nelle tormentate Marche dell'inizio del 1300, un periodo e un luogo cruciali perché percorsi da lotte di potere fortissime. Si concentra sul personaggio di Elisa, vedova in disgrazia, che rischia di essere implicata in un affare di stregoneria, e trova nell'inquisitore papale, Riccardo, un aiuto inaspettato ma non privo di problemi. 

Sulla relazione segreta tra i due ruota un intreccio serrato, tutto è concentrato in nove giorni, nei quali Elisa dovrà usare ogni risorsa per cavarsela e proteggere sua figlia, anch'ella un personaggio importante. La storia di Elisa e Riccardo è una storia d'amore, ma è soprattutto una storia di potere, e condiziona anche l'inquisitore, che è a sua volta al centro di un duro scontro tra forze contrapposte.

C’è un titolo di una delle tue opere che è particolarmente significativo per te? 
"Stelle Umane": è il titolo dell'antologia nella quale ho raccolto i miei migliori racconti di fantascienza pubblicati in vari libri negli ultimi anni. L'ho scelto io, quindi, e rappresenta un po' il fulcro delle mie storie, che si concentrano sulle persone, sulle loro relazioni ed emozioni quando il mondo le mette alla prova. 


Da dove prendi ispirazione per scrivere? 
Dipende da cosa devo scrivere. 

Per la fantascienza prendo ispirazione dalle notizie contemporanee, dalla politica, dagli articoli scientifici, dalle novità del mondo. Leggo riviste e saggi i più vari, sono molto curiosa. E mi viene naturale pensare a cosa farei io in una certa situazione, o a cosa farebbe una persona di un certo tipo, nel momento in cui debba confrontarsi con problemi o con innovazioni specifiche. 

Per i testi storici il discorso cambia poco, in fondo: mi oriento sui saggi e quando posso leggo anche fonti originali (romanzi, memorie, lettere, verbali del periodo in esame). Poi una volta "dentro" la Storia ideo le storie, sempre chiedendomi: e se…?

Ogni scrittore inserisce inevitabilmente una parte di se stesso nelle sue opere. C’è un personaggio in particolare che senti più vicino di altri? 
Elisa è certamente una protagonista nella quale ho messo un po' del mio meglio, come l'amore materno e la capacità di improvvisare; e un po' del mio peggio, come la volontà di primeggiare. La sento vicina, nel senso di simile a me, perché è cocciuta, impulsiva, non vuole giustificarsi per la propria esistenza, e rilancia sempre. 

Per tutte queste ragioni la considero anche un disastro :) e vedo alcune sue scelte come degli sbagli oggettivi. Ma a volte non si può che sbagliare, altre volte si deve avere il coraggio di sbagliare, perché non è questione di ciò che facciamo, ma di ciò che siamo. Da questo fatto non si sfugge semplicemente imponendosi di "fare la cosa giusta". 

Potresti raccontarci la tua esperienza con la casa editrice (o le case editrici) con la quale hai pubblicato? 
Dato che ho pubblicato diverse cose, e dato che lavoro nel settore editoriale da quindici anni seguendo autori e autrici nei loro percorsi, potrei raccontarne centinaia :) Un po' cerco di farlo nel mio blog personale, sintetizzando consigli utili per chi si affaccia in questo mondo davvero tanto, troppo vario. Altri consigli sono sul blog della mia agenzia letteraria, Studio83

Le mie esperienze sono sostanzialmente positive, comunque. Nel lavoro editoriale l'etichetta non è sempre indicativa della qualità del lavoro, a volte piccoli editori lavorano in modo più rispettoso, o filologico, o puntuale dei grandi. Dipende molto dalla persona con la quale ci si relaziona direttamente, quella può fare la differenza. Tanto una curatela disastrosa quanto consigli di editing decisivi dipendono dalla persona, non dal marchio. 

Hai partecipato a qualche evento (o eventi) per promuovere il tuo romanzo? 
Per adesso no. Vorrei presentarlo e partecipare a qualche fiera di settore, e probabilmente sarò a un paio di festival. 

Hai qualche consiglio da dare a un aspirante scrittore alle prese con la sua prima opera? 
Di portarla a termine e poi mandarla a un editor per una valutazione professionale. 

Parlando da scrittrice, è incredibile quanto si possa imparare se messi di fronte a una fotografia ben fatta della propria opera; e parlando da editor, è bellissimo assistere al miglioramento e allo sviluppo di stili e percorsi di scrittura più consapevoli, anche solo dopo una "semplice" scheda di valutazione. 

Qualsiasi strada parte da qui, dallo sviluppo di uno stile personale e dalla costruzione della propria qualità. Oggi pubblicare è semplicissimo, gli editori sono migliaia, ma quelli buoni sono comunque pochi: teniamo presente che ogni libro pubblicato è un capitolo del nostro percorso. Buttarsi su Amazon o sull'etichetta dilettante è facile, cancellare un pessimo libro dal proprio curriculum è praticamente impossibile. 

Per questa ragione ha ancora senso lavorare tanto sia sul proprio testo singolo, che sul concetto della propria scrittura e della propria voce, prima di far uscire qualunque cosa. 

Grazie per la disponibilità, Caterina, e grazie a te che leggi per l'attenzione! 

Ringrazio Giulia per essere stata in nostra compagnia oggi. Nell'intervista trovate tutti i suoi link per rimanere sempre aggiornati e non perdervi neanche una news! 



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