LE RECENSIONI DEL SALOTTO: UBIK

LE RECENSIONI DEL SALOTTO
Philip K. Dick, Ubik, Mondadori Oscar Moderni Cult


L'AUTORE
Philip K. Dick (Chicago 1928 - Santa Ana, California, 1982), è considerato uno dei più importanti scrittori postmoderni, tra i classici della letteratura contemporanea. Dal suo romanzo “Gli androidi sognano pecore elettriche?” (1968) è stato tratto il film “Blade Runner”, che ne ha fatto uno scrittore di culto. Tra le sue numerosissime opere ricordiamo “L'uomo nell'alto castello” (1962), “Noi marziani” (1964), “I simulacri” (1964), “Le tre stigmate di Palmer Eldritch” (1965), oltre al capolavoro “Ubik” (1969).

LA TRAMA
Esiste una vita oltre vita, uno spazio etereo in cui lo spirito dei defunti sopravvive alla morte in una dimensione sospesa tra il buio e la luce, tra il colore e la bruma. Conservati in criostasi all'interno di speciali strutture, i defunti possono comunicare con i loro cari tramite un congegno elettronico e fornire conforto, lenire solitudini, dispensare consigli. Ed è per avere consiglio che Glen Runciter, a bordo della sua aviomobile, sbarca sul tetto del Moratorium Diletti Fratelli, la struttura svizzera dove la bellissima moglie Ella giace ormai da decenni in una bara trasparente, avvolta in effluvi di nebbia ghiacciata. Runciter gestisce un'agenzia prudenziale, la Runciter Associates, di cui Ella era socia in vita, che – avvalendosi di inerziali in grado di neutralizzare l'attività di telepati e precog – offre a clienti e aziende sicurezza e privacy dalle intrusioni delle spie psichiche. Uno dei telepati più temibili che gli uomini di Glen monitoravano è sparito dai radar della Runciter Associates. Non si tratta del primo "incidente" del genere, e l'agenzia sta attraversando un momento di grossa difficoltà, ci vuole un'idea. Ma lo spirito di Ella non è più quello di una volta: appare confusa, distante, a tratti assente. La sua semivita si sta lentamente spegnendo.

LA RECENSIONE
Amici, è tempo di repulisti: svendiamo tutti
i nostri silenziosi Ubik elettrici a prezzi davvero stracciati.
Proprio così, gettiamo il listino alle ortiche.
E ricordate: ogni Ubik del nostro assortimento
è stato rigorosamente utilizzato secondo istruzioni.

Il 5 giugno del 1992, alle tre e trenta del mattino, il miglior telepate del Sistema Solare sparì dalla mappa installato negli uffici della Runciter Associates di New York. Tutti i videofoni presero a squillare. Negli ultimi due mesi la Runciter aveva già perso le tracce di fin troppo psi di Hollis. Quest'ultima sparizione non ci voleva.
"Signor Runciter? Scusi se la disturbo." Il tecnico incaricato del turno di notte nella sala della mappa tossì nervoso quando la grossa testa spettinata di Glen Runciter apparve riempiendo il videoschermo. A darne notizia è stato uno dei nostri inerziali. Mi lasci controllare."
Armeggiò con un mucchio sparpagliato di nastri su cui erano registrati i messaggi in entrata. "Lo ha riferito la nostra signorina Dorn, come ben ricorderà lei lo aveva seguito a Green River, nello Utah, dove.."

Nella New York del futuro in cui vive Joe Chip i defunti possono continuare a sopravvivere e a comunicare con i propri cari in uno stato di non-morte (o sarebbe meglio dire di non-vita?) in una sorta di criostasi all'interno di speciali strutture. Ed è in queste condizioni che Ella Runciter versa ormai da decenni, per continuare a consigliare suo marito Glen in merito all'azienda di famiglia, la Runciter Associates, che si occupa di scovare e neutralizzare telepati e precog, spie psichiche in grado di nascondersi ovunque e di attaccare il governo e la società senza preavviso. Mai come ora, Glen ha bisogno dell'aiuto di Ella: uno tra i più pericolosi telepati individuati dalla Runciter Associates è scomparso e trovarlo sarà una corsa contro il tempo... sotto ogni punto di vista.

La collana Oscar Moderni Cult di Mondadori presenta una nuova edizione di "Ubik", capolavoro del 1969 di Philip K. Dick che continua ad esercitare un fascino senza tempo anche a quasi cinquant'anni dalla sua prima pubblicazione. 
Non è facile collocare questo romanzo in un genere ben definito: di certo, possiamo classificarlo come fantascienza/sci fi, ma le atmosfere oniriche che sfociano nel surreale e il costante effetto di straniamento che esse generano nel corso della lettura lo rendono un'opera ibrida e piuttosto unica nel suo genere, anche a livello di tematiche e problematiche di natura etica.
Ciò che più colpisce di "Ubik" è, a mio avviso, il senso costante di ineffabilità della storia, quel senso di mistero che ci spinge a continuare nella lettura fino all'ultima pagina, alla ricerca di risposte che forse non ci verranno fornite. Non completamente, almeno. Dick gioca in maniera magistrale con le nostre sensazioni e le nostre emozioni; sembra quasi che la trama vera e propria del romanzo passi in secondo piano rispetto ad esse, a favore delle percezioni che le parole dell'autore suscitano nel nostro inconscio. 

"Ubik" è dunque un'opera inquietante, in bilico fra la vita e la morte, che gioca con lo scorrere del tempo e con le paure più profonde dei suoi protagonisti e dei lettori. Joe Chip e i compagni che si ritrovano loro malgrado coinvolti in un'avventura ai limiti del surreale condividono ogni loro incertezza con il pubblico, in un crescendo di terrore e di ineluttabilità che lascia tutti senza parole. I personaggi di "Ubik" non sono eroi e proprio per questo il loro destino ci tocca in maniera particolare: sebbene appartengano al mondo del futuro, Chip e compagni sono esseri umani proprio come noi, con i loro pregi e i loro difetti, con le loro speranze e le loro paure, che cercano di sopravvivere in un mondo che sembra aver perso la bussola e invertito la rotta in maniera irreversibile. 

"Ubik" è un romanzo ai limiti del metafisico, pietra miliare per tutti gli amanti di fantascienza e distopia; è un'opera che richiede tutta la vostra attenzione e che si rivela non sempre facile da leggere né da metabolizzare, ma che non potrà fare a meno di sorprendervi per la sua modernità e per i suoi colpi di scena. 

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