INTERVISTA ALL'AUTORE IVAN ROCCA

LE INTERVISTE DEL SALOTTO
Bentornati ai puntualissimi appuntamenti del giovedì interviste de Il Salotto Letterario e de Il Salotto Creativo del gruppo Facebook MyMee - Express Yourself. Oggi conosciamo Ivan Rocca, autore del romanzo fantasy "Alexander - Le Squadre della Morte".



Ciao Ivan, benvenuto nel mio Salotto e grazie per essere qui in nostra compagnia oggi. Raccontaci qualcosa di te.
Buongiorno a te Caterina e a tutti coloro che seguono il blog del Salotto Letterario. Mi chiamo Ivan Rocca, nato e cresciuto ai piedi dei Colli Euganei. Vivo da una decina d’anni a Nottingham, nel villaggio di Sherwood. Il motivo del mio trasferimento? Non ero felice del lavoro che avevo, del luogo in cui stavo. Mi sentivo come un pesce fuor d’acqua. Ho quindi abbandonato famiglia, una casa di proprietà, amicizie. Ho lasciato un posto fisso in piena crisi economica e venduto l’auto. Mi sono gettato in una nuova avventura all’età di ventisette anni, quando per molti è finita l’epoca dei cambiamenti e si cerca di sistemarsi. Ho rischiato e ho scoperto due passioni: la ristorazione e la scrittura. La prima è stata graduale; sono partito come un cameriere fino a diventare manager del ristorante in cui lavoravo. La seconda esisteva da sempre, ma solo negli ultimi anni ho provato a farla diventare un lavoro che occupasse le mie giornate.

A febbraio 2021 è uscito il tuo romanzo fantasy “Alexander - Le Squadre della Morte”: potresti presentarlo brevemente ai nostri lettori?


“Alexander – Le Squadre della Morte” è un romanzo fantasy di ambientazione medievale, il primo volume di una saga. Il seguito, dal titolo “Alexander – I Cavalieri di Luxar”, uscirà a breve.
Scrivo da sempre, di solito racconti che poi finiscono in un cassetto. Ho partorito l’idea che sta alla base dei romanzi di Alexander durante i lunghi turni trascorsi in fabbrica. Per anni e anni, mentre lavoravo, la mia mente vagava nei mondi leggendari che accompagnavano le mie letture. Joe Dever, Terry Brooks, Michael Crichton, Stephen King, sono solo alcuni dei nomi dei fautori dei romanzi che mi strappavano da una realtà che non mi apparteneva e, portandomi per mano, mi trascinavano dentro interi universi di fantasia.
Sebbene io stia solo ora scrivendo il terzo volume della saga, la storia, i personaggi, i luoghi e le vicende che si accavallano durante tutta la saga sono ben custoditi nella mia mente da parecchi anni. Ogni singola azione. Ogni svolgimento. Mi basta solo trascriverli su carta.

“Alexander - Le Squadre della Morte” gioca su una tematica interessante, ovvero quella che non esistano solo Bene e Male, ma un’infinita gamma di sfaccettature a cavallo fra questi due principi. Potresti approfondire questa tematica per i nostri lettori?
Una certa parte della letteratura, una buona parte della televisione, ci hanno abituati che al mondo ci sono ben pochi schieramenti, di solito riconducibili a due. Bene o Male. Destra o sinistra. Loro o noi. La realtà è ben differente. Sono gran pochi coloro che hanno la purezza dei santi o che vedono albergare dentro tanto male da rasentare la follia. Così accade in Alexander, dove il protagonista cresce e vive nel Regno del Male, un decadente impero corrotto dove albergano demoni e orchi. Ma che può nascondere dei sentimenti inaspettati. E, allo stesso modo, nel Principato di Roxanna, dove risiedono i coraggiosi Cavalieri di Luxar, potremmo trovare del marcio nascosto tra le pieghe di un candido mantello.

Come si pone il tuo romanzo nel panorama del fantasy italiano? Secondo te, quali soluzioni potrebbero essere ottimali per rilanciare questo genere?
“Alexander – Le Squadre della Morte” vuole essere un romanzo fantasy ricco di personaggi ben caratterizzati e trame che coinvolgono direttamente il lettore incollandolo al libro fino a divorare pagina dopo pagina. In un mondo dove tutti hanno scritto di tutto, essere originali è difficile. Con questa saga, ho intenzione di risvegliare la curiosità del lettore attraverso una narrazione ricca di misteri e sottotrame, inganni e colpi di scena. Ogni capitolo svela qualcosa in più su Alexander e l’amuleto che porta al collo, ma allo stesso modo infittisce i segreti che avvolgono il mondo e i luoghi in cui si muove il protagonista.
Il fantasy italiano può e deve rinascere. Puntando sulla qualità e sulla diversità. Siamo italiani e quando siamo messi alle strette e con le spalle al muro diamo il meglio di noi stessi in ogni campo. Perfino quello letterario.

Ivan, tu vivi a Nottingham, nel villaggio di Sherwood. Quali miti e leggende britanniche hai scoperto dopo il tuo trasferimento? Che tipo di somiglianze e differenze hai riscontrato rispetto a quelle italiane?
Considero Nottingham come una delle culle della cultura inglese. E’ un luogo di incontro tra le lingue e culture latine e germaniche provenienti da sud, con quelle celtiche e vichinghe proveniente da nord e da ovest. Quando si parla di Nottingham, non si parla solo di Robin Hood. Si parla anche di Lord Byron, di Herbert Kilpin, il fondatore della squadra calcistica del Milan, di Wollaton Hall, villa storica scelta come magione di Bruce Wayne nei film di Batman di Christopher Nolan. Possiede due dei campus universitari maggiori del Regno Unito ed è sede di parecchi miti e leggende. Basti pensare che le colline che formano Nottingham sono composte da una roccia porosa, facilmente scavabile con le mani. Con il passare dei secoli, ciò ha portato alla formazione di quattordici chilometri di gallerie sotterranee che percorrono buona parte della città. Si pensa ce ne siano altrettanti di gallerie inesplorate.
Ciò non ha fatto altro che aumentare il numero di leggende che riguardano folletti e fantasmi, a proposito dei quali ho già scritto dei racconti, disponibili in una raccolta. Differenze con le leggende italiane? In entrambe le nazioni ho trovato spiriti e magia, giganti e draghi. Sebbene una cultura sia di stampo anglosassone e l’altra latina, nelle mie ricerche di differenze ne ho trovate gran poche. Ho in progetto di scrivere un romanzo a proposito di questo…

So che “Alexander - Le Squadre della Morte” non è la tua unica opera: a quali progetti futuri stai lavorando?
Come accennavo poco fa, tra i miei progetti futuri ci sarà una saga fantasy ambientata nell’Italia contemporanea. Ho trovato un inaspettato filo conduttore tra numerose leggende locali della penisola e sto elaborando una trama che possa farcire la storia.
Ho quasi concluso quello che io definisco un manuale in chiave comica sugli italiani che lavorano nella ristorazione nel Regno Unito. Sarà una sorta di confessione, un melting pot di esperienze che mi sono realmente capitate negli ultimi dieci anni. Come può testimoniare qualsiasi cameriere o anche un commesso in un negozio, il cliente potrebbe rivelarsi il nostro miglior amico o il nostro più acerrimo nemico.
Sto anche lavorando al terzo volume della saga di Alexander, che non dovrebbe comprendere più di cinque volumi. Idealmente.
La carne al fuoco è tanta, la voglia di scrivere pure. L’ultimo anno di pandemia e quarantene ha agevolato chi, come me, ha tante storie dentro da trasferire su carta o su pc.
Per concludere, ringrazio ancora Caterina e i lettori del blog. Come amo sempre affermare alla fine di un’intervista, in alto le penne!


Grazie a Ivan Rocca per essere stato in nostra compagnia oggi. Vi ricordo che potete seguire l'autore sul suo sito web, Il Cassetto di Ivan Rocca, e che il suo romanzo è disponibile su Amazon.


Commenti

Post più popolari