INTERVISTA ALL'AUTRICE NICOLETTA BOSIO
LE INTERVISTE DEL SALOTTO
Bentornati al puntualissimo appuntamento con le interviste de Il Salotto Letterario e de Il Salotto Creativo del gruppo Facebook MyMee-Express Yourself. Oggi siamo in compagnia di Nicoletta Bosio, autrice del romanzo "L'inverno in estate" per Edizioni Italiane.
Salve Nicoletta, benvenuta nel mio Salotto e grazie per essere qui con noi oggi. Ci racconti qualcosa di lei.
Buongiorno Caterina e grazie a lei per quest’intervista. Sono nata quarantasette anni fa a Milano. I miei genitori gestivano un negozio di dischi, perciò la mia primissima passione è stata la musica, ma non appena raggiunta l’età scolare ho scoperto la lettura, che mi ha spesso salvato la vita. Da ragazzina timida e introversa, leggere mi aiutava a non sentirmi sola e inoltre mi proiettava in un mondo altro nel quale non dovevo rendere conto a nessuno riguardo ai miei pensieri e sentimenti. A sedici anni, poi, ho iniziato a scrivere il mio primo romanzo, che però ha visto ufficialmente la luce solo nel 2011, dopo vari rimaneggiamenti. Da allora non ho più smesso di scrivere romanzi, e spero di andare avanti ancora a lungo.
A settembre 2020 è uscito per Edizioni Italiane il suo ultimo romanzo “L’inverno in estate”. Potrebbe presentarlo brevemente ai nostri lettori?
"L’inverno in estate" è, in realtà, il mio secondo romanzo. Quando la mia strada si è incrociata con la nascente Edizioni Italiane volevo provare a presentare un mio lavoro, ma volevano un inedito e in quel momento, "L’inverno in estate" era l’unico romanzo che non avessi fatto pubblicare. Glielo proposi e loro ne rimasero entusiasti. È una storia nella quale ho sempre creduto, perché riguarda alcuni temi che mi stanno molto a cuore: il circo senza animali, i bambini maltrattati e i rapporti famigliari. In breve, la trama racconta di un circo itinerante degli anni ‘50 gestito da un uomo malvagio, Raoul, che raccoglie orfanelli per farne artisti del circo, ma se sgarrano li picchia brutalmente o addirittura li uccide. Nicole, una ragazza di diciassette anni che assiste per caso ad un loro spettacolo, rimane colpita dalla crudeltà della vita dei bambini e cerca di aiutarli, forse anche perché uno di loro le ricorda il suo fratellino scomparso dieci anni prima. Nel frattempo, anche Charlotte, una moglie maltrattata, cerca disperatamente la sua bambina scappata da casa per sfuggire al papà violento. Le strade di tutti questi personaggi si ricongiungeranno nel finale, che però ovviamente non posso svelare.
Io spesso dico che è una via di mezzo tra "Oliver Twist" e "Pinocchio", giusto per dare delle coordinate a chi desideri capire il genere a cui appartiene.
Nei suoi romanzi lei è solita indagare la sfera dell’infanzia e dell’adolescenza. Come ha affrontato questa tematica sia in “L’inverno in estate” sia nei suoi precedenti volumi?
Nel libro si alternano momenti molto crudi ad altri teneri; ho cercato di trattare un tema così forte come la violenza sui bambini con una certa “leggerezza”. Spero di esserci riuscita, ma ritengo che la mia strada come “vera scrittrice” sia ancora lunga. Negli altri miei lavori, i bambini sono sempre personaggi disagiati, o psicologicamente o fisicamente, o entrambi. Devono comunque sempre lottare contro una società che li denigra, li bullizza o li emargina. Questo perché credo fortemente nel mondo interiore dei bimbi, nella loro capacità di trovare una via di salvezza anche nelle situazioni più disperate: c’è chi si rifugia nell’amicizia di un cane, chi in quella di una coetanea “diversa” come lei, chi nella nostalgia provocatagli dalla Luna, ma sempre qualcosa che permette loro di sopravvivere, in qualche modo...
C’è una storia in particolare che ha raccontato che le sta particolarmente a cuore? Se sì, perché?
Pensandoci bene, sono affezionata a tutte le mie storie, naturalmente, ma se dovessi scegliere quella a cui sono più legata, probabilmente direi la prima, dal titolo “Alex ovvero Alexander Manning”, perché è quella che affronta in maniera più diretta il tema della follia, che mi ha sempre affascinato. Inoltre parla di rapporti famigliari disfunzionali, altro argomento che mi sta molto a cuore. Pur avendolo scritto di getto e poi dovuto praticamente riscrivere da capo, mi sono molto immedesimata in Alex, e anche in sua sorella Elly. È il romanzo dove credo di aver meglio indagato la psiche umana.
Sta lavorando a qualche nuovo progetto per il futuro?
Sì, al momento sto scrivendo un altro romanzo. Sono ancora in fase quasi embrionale, ma nutro grandi speranze per questo nuovo progetto, che sta già venendo come dico io. Forse perché, per la prima volta, ho in mente la storia dall’inizio alla fine e mi sono fatta una scaletta di lavoro, cosa che non ero mai riuscita a fare prima. Infatti, solitamente inizio a scrivere quando ho in mente la storia a grandi linee, ma poi mi lascio condurre dalle idee che mi vengono man mano. Questo, a volte mi porta a deviare dall’idea iniziale e a faticare per tornare nei giusti binari. Stavolta, al contrario, non mi sto lasciando fuorviare, perciò tutto procede liscio… almeno per ora.
Grazie a Nicoletta per essere stata in nostra compagnia oggi. Vi ricordo che il suo romanzo è disponibile sul catalogo della casa editrice e su tutti i maggiori store online.
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