INTERVISTA ALL'AUTORE ANDREA GUIDO SILVI
LE INTERVISTE DEL SALOTTO
Bentornati agli appuntamenti extra con le interviste del Salotto. Oggi siamo in compagnia di Andrea Guido Silvi, autore dell'antologia "Rodi. Il sorriso del Colosso" per Italian Sword&Sorcery Books e curatore del concorso "Cats of Sword and Sorcery" dedicato a opere letterarie e illustrazioni.
Ciao Andrea, benvenuto nel mio Salotto e grazie per essere qui con noi in nostra compagnia oggi. Raccontaci qualcosa di te.
Ciao Caterina, grazie per avermi accolto e aver recensito “Rodi. Il sorriso del Colosso”. È per me un vero piacere avere la possibilità, qui nel tuo Salotto, di parlare un poco di me e ancora più approfonditamente della mia ultima fatica. Su di me sarò breve: nella vita di tutti i giorni mi occupo di marketing e finanza, il mio lavoro è creativo ma, evidentemente, a me non basta per dare vita e materia a tutto quello che mi gira in testa; ho una bimba piccola e bellissima e una compagna eccezionale, molto paziente; da pochissimo abbiamo deciso di allontanarci dal caos cittadino per trasferirci nel verde della provincia, anche se la cosa ci costringerà a qualche viaggio in più.
“Rodi. Il sorriso del Colosso” è la tua prima pubblicazione per Italian Sword&Sorcery Books. Potresti presentarla brevemente ai nostri lettori?
Si tratta di un’opera strana, weird credo da ogni punto di vista, nata anche per sfida. Francesco La Manno, Presidente di Italian Sword&Sorcery, un giorno mi ha chiamato al telefono e mi ha detto che gli sarebbe piaciuto avere una raccolta ambientata a Rodi che mescolasse bene elementi di sword and sorcery, mitologia greca, retrofuturo in un contesto storicamente curato… Mi ha chiesto se me la sentivo e io ci ho pensato bene per tipo quindici minuti prima di dire di sì, ahahahahah… devo dire che se anche non avevo mai pubblicato praticamente nulla prima (solo un romanzo sotto pseudonimo, subito dopo l’università, ma si tratta di qualcosa di estremamente diverso), scrivo da tanto e me la sono subito sentita. E quando mi sono messo sotto a studiare mi sono appassionato molto. Ovviamente poi scrivendo la raccolta ha risentito anche di miei pensieri e impressioni del momento storico attuale: per essere un fantasy, ha una connotazione decisamente relativista e soprattutto pessimista. Come scrivevo poco tempo fa in un post su Facebook “Elio-Apollo brilla sul mondo, i suoi sacerdoti lo onorano ballando in rituali oscuri sotto la sua piena luce, e il demone dell’ambizione è di nuovo pronto a conquistare me e ogni altro essere umano che si creda padrone del suo destino”. Diciamo che in queste parole è racchiuso quasi tutto il senso dell’opera: l’oscurità a volte brilla, dèi e demoni hanno fini loro che noi non possiamo capire, i mortali restano tali.
Come mai questo titolo? Viene dal primo racconto della raccolta, sì, ma perché lo consideri rappresentativo di tutta l’antologia?
Perché l’immagine del Dio ridente ha, a mio avviso, una forza notevole: pensando a che cosa o a chi può sorridere un Dio? E cosa può significare quel suo sorriso: sarà bonario o semplicemente distaccato, distante come la sua realtà divina lo è dalla nostra condizione umana?
Anche guardando al Dio del Vecchio Testamento e al timore che incuteva, o alle divinità totalmente folli di H.P. Lovecraft, non penso che possa esservi un’immagine più inquietante di quella di un essere divino che, lucidamente, ti guarda sorridendo o ridendo.
“Rodi. Il sorriso del Colosso” è un’antologia ricca di storia e magia, che colpisce per la ricchezza di dettagli storici e filosofici. Come sei riuscito a dar vita a quest’opera?
Tanto tanto studio, anche perché io non ho una cultura classica: sto riscoprendo ora miti e leggende dell’antichità mediterranea. E, oltre allo studio, anche la curiosità e la voglia di “contaminare”, cercando di farlo bene: il passato, e l’età ellenistica non fa eccezione, ci dà tantissime realtà verificate ma ancora più misteri, anche pensando alla scienza dell’epoca. Io mi sono divertito a cercare e creare collegamenti tra questi misteri, utilizzando i fatti storici noti come palcoscenico, e così facendo non ho dovuto forzare la mano cambiando la realtà (come fanno molte produzioni contemporanee, soprattutto serie tv), potendo “far intrufolare” il fantastico negli spazi vuoti: ad esempio, sulla morte di Empedocle non si sa nulla, vi sono varie leggende in merito e ogni pensatore ha detto la sua, e io mi sono sentito libero di scrivere che non fosse morto affatto. Ma pensando poi proprio ai personaggi, la chiave di volta me l’ha data Clark Ashton Smith, che con i suoi scritti fa ben comprendere come la figura dello scienziato, del filosofo e dello stregone possano fondersi: questo lascia campo aperto oltre la contaminazione, al weird più puro, che mescola noto e ignoto.
In “Rodi. Il sorriso del Colosso” i lettori potranno incontrare numerosi personaggi storici della Grecia classica. Ce n’è uno (o più di uno) di cui vorresti parlarci e per quale motivo?
Il racconto purtroppo non lascia troppo spazio per poter sviluppare verticalmente un personaggio, per cui l’unico, e totalmente originale, personaggio che ha la possibilità di farsi conoscere approfonditamente dal lettore è il demone Memnone, solo perché compare in più storie. È anche il personaggio che amo di più, perché ha una natura luciferina per me affascinante. Anche lui va a coprire quello che oggi potremmo pensare essere un “buco” nella mitologia greca, in quanto demone/divinità dell’ambizione. Ovviamente in greci, per la loro concezione del mondo e della morale, nonché delle divinità stesse, non avevano bisogno della figura di un demone tentatore o quantomeno non lo avrebbero mai elevato a divinità degna di considerazione. Per questo anche il mio Memnone è una divinità che si muove nell’ombra e non ha più bisogno di templi e adoratori, ma è al tempo stesso divenuto lo spirito di Rodi stessa, ricchissima, decadente e corrotta: sono tutti quelli che adorano loro stessi che in realtà adorano il demone dell’ambizione. Inoltre Memnone è una figura romantica che alle volte guarda con invidia agli umani, in parte vittima di se stesso e del continuo desiderio che sollecita negli altri, come si comprende nel raccolto “La cometa”.
E il tuo racconto preferito o più sentito?
Devo dire che mi fa molto piacere quando parlo con chi ha letto la raccolta sapere che ognuno ha un suo racconto preferito e che sono tutti diversi. La raccolta voleva essere sia consistente che eterogenea. Per quanto riguarda me, i racconti più sentiti sono sicuramente “I Figli della Luna” e “Il Dio nel palazzo”. Perché? Perché i protagonisti di entrambi sono figure romantiche, con passioni e pulsioni.
Ad ogni racconto fai seguire una nota, come mai questa scelta?
Perché gli spunti, storici e non, sono molti e penso che evidenziarli possa mettere al lettore ulteriore curiosità. In queste note ho messo la mia passione, non vogliono essere delle “dimostrazioni di conoscenza”, anzi: come ho detto prima ho dovuto studiare, e studiando mi sono appassionato e divertito molto. Io spero che queste note facciano capire quanto mi sono divertito e che invoglino altri a scoprire e divertirsi nello stesso modo. È probabile che a breve dimentichi anche alcuni dei tantissimi particolari che ho usato nelle mie storie, ma quando li ho scoperti per la prima volta ne sono sempre rimasto stupito, per ognuno di essi. Ad esempio la c.d. “batteria di Baghdad”, o quali e quante invenzioni poi dimenticate erano state attribuite al mitico Dedalo.
Progetti per il futuro?
Adesso torno a concentrarmi sulla mia passione per i gatti e il fantasy più ampliamente (direi “commercialmente”) inteso. Anche se c’è anche un progetto abbastanza avanzato sull’antico Egitto. In questi giorni il Concorso Cats of Sword and Sorcery è il mio primo pensiero: vedo un forte potenziale nell’unione della figura del gatto con l’ambito dello sword and sorcery. Anche in questo caso ci sarebbero forti basi storiche su cui poter lavorare (penso alla persecuzione dei gatti da parte dell’inquisizione cristiana) ma ai partecipanti è richiesto solo di non snaturare il gatto e inserirlo in una storia dalle tinte scure, anche violenta. Racconti brevi o lunghi per l’antologia, ma anche illustrazioni. Spero partecipino in molti. Io ho già pieni i cassetti di materiale mio: ho una ventina di racconti e cinque romanzi a tema Sword, Sorcery & Cats.
Grazie mille a Andrea per essere stato in nostra compagnia oggi. Vi ricordo che "Rodi. Il sorriso del Colosso" è disponibile sul sito della casa editrice e su tutti i maggiori store online e che avete tempo fino alla mezzanotte del 30 aprile 2021 per partecipare al concorso di "Cats of Sword and Sorcery".




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