INTERVISTA ALL'AUTORE RINO CASAZZA
LE INTERVISTE DEL SALOTTO
Bentornati ai puntualissimi appuntamenti del giovedì interviste de Il Salotto Letterario e de Il Salotto Creativo del gruppo Facebook MyMee-Express Yourself. Oggi siamo in compagnia di Rino Casazza, autore a quattro mani con Fiorella Borin del thriller storico "Il cuore della dark lady" per Delos Digital e del thriller poliziesco "Quelle notti sadiche" per la casa editrice Algama.
Salve Rino, benvenuto nel mio Salotto e grazie per essere qui in nostra compagnia oggi. Cominciamo con la prima domanda che rivolgo a tutti i miei ospiti: potrebbe raccontarci qualcosa di lei?
Come accade a molti, la scrittura per me è un’attività secondaria, e fondamentalmente una passione. Come lavoro mi occupo di organizzazione del personale presso il Teatro alla Scala. Sì lo so che la notizia incuriosisce, ma approfondirla ci porterebbe lontano. Diciamo, in sintesi che faccio parte dello staff che nell’istituzione teatrale più famosa e importante d’Italia, si occupa della gestione del personale, che è numeroso e variegato, come si può intuire.
Vedendo all’aspetto letterario della mia vita, ho cominciato nella seconda metà degli degli anni 90, scrivendo alcuni racconti gialli e un romanzo dello stesso genere, pubblicati da editori non banali. La narrativa poliziesca mi è sempre piaciuta, prima di tutto come lettore, ma non disdegno anche quella fantastica. Dopo una pausa di una quindicina d’anni, ho ricominciato, e dal 2013 a oggi la mia bibliografia si è arricchita di 12 romanzi e un numero oramai imprecisato di racconti, Ultimamente ho avuto la soddisfazione di uscire in edicola - nella Collana i Gialli di Crimen in collaborazione col mio editore digitale di riferimento, ALGAMA - con una serie di “apocrifi” in cui faccio rivivere e incontrare, in storie originali, gli investigatori classici della letteratura gialla, Sherlock Holmes in primis ma anche altri, come Padre Brown.
A ottobre 2020 esce per Delos Digital, nella collana History Crime, il thriller storico “Il cuore della dark lady”, scritto a quattro mani insieme all’autrice Fiorella Borin. Potrebbe presentarlo ai nostri lettori?
Il cuore della dark lady è una storia, già abbozzata molti anni fa, che con Fiorella – una bravissima scrittrice di narrativa storica ma non solo- abbiamo ripreso e rivisitato, facendone un racconto lungo ambientato nel 1919, in Italia, in un paese in provincia di Como, sulla riva dell’Adda, ai tempi dell’influenza “spagnola”. Siamo così riusciti a parlare della stretta attualità senza parere, e vi assicuro che la pandemia da Covid 19 ha tutto per essere considerata un “dejà vu” della famigerata epidemia verificatasi alla fine della prima guerra mondiale.
Si tratta di una vicenda gialla in cui compare un personaggio che abbiamo intenzione di sviluppare: il Commissario Vanzetti. Costui è alle prese con l’avvelenamento di un piccolo industriale del milanese, avvenuto nel corso di una fantasmagorica festa carnevalesca in maschera. Non solo: deve difendersi dal fascino irresistibile della bella vedova del morto, già alla terza vedovanza, e in odore di essere una uxoricida plurima…
Il caso trattato in “Il cuore della dark lady” è molto interessante e singolare: l’assassino in questione ha versato polvere di diamante nella pietanza della sua vittima. Quali sono state le vostre principali fonti di ispirazione per la stesura del thriller?
Devo ammettere che l’idea per questo metodo omicida è venuto a Fiorella, la quale mi ha fatto conoscere la fonte storica. Benvenuto Cellini sostiene, nelle sue memorie, di aver subito un siffatto avvelenamento, purtuttavia scampandone per non aver ingerito una dose letale. La polvere di diamante è così pericolosa in quanto non assimilabile dall’apparato digestivo, e nel passaggio per gli organi interni provoca ferite gravissime.
A novembre 2020 esce invece il thriller poliziesco “Quelle notti sadiche” per la casa editrice Algama. Potrebbe presentare anche questo suo romanzo ai lettori?
"Quelle notti sadiche" è il mio romanzo preferito. In esso affronto un tema che mi appassiona: quello dei serial killer. Quelle notti sadiche nasce con l’intento di dar vita a un assassino seriale spaventoso e senza precedenti per le caratteristiche che emergeranno nel finale. Se ne dovrebbe e potrebbe parlare a iosa, allargando il discorso alla natura profonda di questo tipo di criminali, ma ovviamente facendolo si svelerebbe la trama.
“Quelle notti sadiche” è un poliziesco moderno, ambientato a Bergamo, città dove lei risiede: quanto c’è della sua esperienza personale in questo romanzo?
Ho cercato di parlare di Bergamo, città splendida, come ho fatto anche in altri due romanzi, evitando la trappola di dare troppo spazio alle sue bellezze, con effetto improprio di “guida turistica”. Non è stato facile, perché la tentazione di dilungarmi a descrivere un luogo così meraviglioso era forte.
Progetti per il futuro?
Nella prima settimana di gennaio uscirà in edicola un altro volume di apocrifi, “Sherlock Holmes, misteri italiani” contenente due racconti con Sherlock Holmes e Padre Brown oltre a un romanzo ambientato – inevitabile… – al Teatro alla Scala nel Natale del 1902, di cui è protagonista il capostipite degli investigatori moderni: Auguste Dupin.
Sempre a gennaio uscirà per Delos Digital la seconda avventura del Commissario Vanzetti, firmata insieme a Fiorella Borin, dal titolo “Lo smembratore dell’Adda”. In primavera parteciperò ad una antologia di racconti gialli ambientati nel periodo fascista, edita da La Torre dei Venti.
Grazie a Rino per essere stato in nostra compagnia oggi. Vi ricordo che le sue opere sono disponibili sui cataloghi delle rispettive case editrici e sui maggiori store online.
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