LE RECENSIONI DEL SALOTTO: ORA CHE ERAVAMO LIBERE

LE RECENSIONI DEL SALOTTO
Henriette Roosenburg, Ora che eravamo libere, Fazi Editore


L'AUTRICE
Henriette Roosenburg (1916-1972). Prese parte alla resistenza olandese durante la seconda guerra mondiale. Lavorava per la stampa clandestina, aiutava le persone ad attraversare il confine. Fu catturata dai nazisti e condannata a morte. Emigrata in America dopo la guerra, morì nel 1972 a New York dopo un'appassionata carriera giornalistica che la vide essere una delle firme di maggior prestigio del "Time". 

LA TRAMA
Sopravvivere alla guerra, alla deportazione e al carcere, scampare a una condanna a morte e ritrovare la libertà tramite un lento e accanito ritorno verso casa, restare in vita per testimoniare e non far dimenticare un’esperienza che ha coinvolto migliaia di resistenti contro la barbarie nazista: tutto questo è "Ora che eravamo libere", l’intenso memoir che la giornalista olandese Henriette Roosenburg pubblicò nel 1957 e che, grazie all’immediato successo presso i lettori americani, documentò in modo diretto la Nacht und Nebel, la terribile direttiva emessa nel dicembre 1941 da Adolf Hitler volta a perseguitare, imprigionare e uccidere tutti gli attivisti politici invisi al regime nazista. Nata nel 1916 in Olanda, Henriette Roosenburg aveva appena cominciato l’università quando si unì alla resistenza antinazista. A causa della sua attività come staffetta partigiana prima e giornalista poi, nel 1944 fu catturata, imprigionata nel carcere di Waldheim in Sassonia e condannata a morte. Nel maggio dell’anno successivo, venne liberata assieme ad altre sue compagne di prigionia, iniziando un lunghissimo viaggio per tornare a casa, un’autentica odissea attraverso la Germania sprofondata nel caos di fine conflitto. In mezzo a soldati alleati che presidiano il territorio, nazisti in fuga e tedeschi diffidenti o addirittura ostili perché ancora fedeli al regime, tra innumerevoli astuzie, baratti e peripezie, le protagoniste di questa estenuante via crucis riusciranno alla fine a riabbracciare le proprie famiglie in patria.
Procedendo in modo limpido e preciso e con una lingua duttilissima ma priva di sbavature, guidata dall’urgenza dell’affermazione dei fatti accaduti, Henriette Roosenburg ci offre non solo un momento cruciale della propria personale esistenza, ma soprattutto un poderoso affresco della tragedia che ha coinvolto milioni di vite durante e immediatamente dopo la seconda guerra mondiale. Bestseller negli anni Cinquanta, ai tempi della prima uscita americana, questo potente memoir viene oggi riscoperto a livello internazionale.

LA RECENSIONE
Le giornate delle NN erano a dir poco monotone. Lo squillo assordante di un campanello annunciava la sveglia alle 5,30 del mattino. Una mezz'ora più tardi arrivava una guardia, apriva una cella e faceva uscire due prigioniere, una col secchio dei bisogni e l'altra con la brocca dell'acqua. Queste due andavano nel bagno in fondo all'ala, svuotavano il secchio, riempivano la brocca e tornavano indietro. Una seconda guardia presidiava il bagno per assicurarsi che non scrivessimo messaggi per le altre prigioniere, cosa che spesso riuscivamo a fare lo stesso. 

Di ciò che accadeva nei campi di sterminio nazisti si è parlato e si continua a parlare (anche se mai abbastanza) con sempre maggiore dovizia di particolari grazie alle continue ricerche storiche, alle testimonianze e ai documenti dell'epoca. Ma cosa è accaduto a coloro che hanno potuto vedere il giorno della loro liberazione? Ce ne parlano Nell, Joke, Zip e Dries; NN, Nacht und Nebel, prigionieri politici olandesi, che nonostante le privazioni e le torture fisiche e psicologiche sono riusciti a trovare la forza di aggrapparsi alla vita. Alla speranza. Una volta aperti i cancelli del campo di Waldheim si sono ritrovati davanti alla libertà e ad un mondo irriconoscibile. Una Germania distrutta, città fantasma, persone spaventate: il lungo viaggio verso casa, verso l'Olanda, si trasforma ben presto in un'odissea.
 
Attraverso i quattro personaggi del romanzo, Henriette Roosenburg ripercorre le tappe di un lungo percorso che l'hanno vista protagonista attiva della lotta alla dittatura nazista. La prigionia al campo di Waldheim, la successiva liberazione e il lungo viaggio - spesso alla cieca - per fare ritorno alla natia Olanda. 
"Ora che eravamo libere" è un inno alla vita, alla gioia, alla speranza. Lo testimoniano i canti e le risate che permeano ogni pagina del volume, la felicità che trascende il racconto e permea nei cuori dei lettori. Anche la Natura pare festeggiare insieme a Nell, Joke, Zip e Dries, si rivela una compagna verde e rigogliosa durante il loro lungo cammino. 
 
Con uno stile leggero e una fluidità straordinaria, Henriette Roosenburg ripercorre la propria storia senza tirarsi indietro di fronte a nulla: con grande ricchezza di dettagli, l'autrice affronta ogni momento del suo passato, ogni momento felice ma anche ogni orrore vissuto. Attraverso le voci di Nell, Joke, Zip e Dries, il messaggio della Roosenburg si leva forte e chiaro: mai smettere di sperare e di sognare, mai smettere di vivere, ma anche - e soprattutto - mai dimenticare. 
"Ora che eravamo libere" è uno di quei romanzi che dovrebbero far parte delle nostre librerie, ma anche dei nostri cuori e delle nostre vite. Un libro da leggere e conservare, da riprendere di tanto in tanto e su cui continuare a riflettere, giorno dopo giorno.

   

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