LE RECENSIONI DEL SALOTTO: OMBRE SULLA DACIA
LE RECENSIONI DEL SALOTTO
Marco Rubboli, Ombre sulla Dacia, Delos Digital Heroic Fantasy Italia
A cura di Alessandro Iascy e Giorgio Smojver
Recensione a cura di Michele Gonnella
L'AUTORE
Dal 1992 Marco Rubboli si dedica alle arti marziali storiche europee: scherma storica medievale e rinascimentale, pugilato, pancrazio, gladiatura. Istruttore al massimo livello con parecchi titoli agonistici, fra cui diverse medaglie d'oro nazionali, ha fondato la più grande associazione europea di scherma storica, Sala d'Arme A. Marozzo, diffusa nella maggior parte d'Italia.
Ha al suo attivo numerose pubblicazioni in materia: sulla scherma medievale "L'arte cavalleresca del combattimento di Filippo Vadi", "Flos Duellatorum di Fiore dei Liberi", sulla scherma del Rinascimento "L'arte della spada di Anonimo Bolognese", "Opera Nova di Antonio Manciolino", "Monomachia di Francesco Altoni", "La lancia, la spada, la daga", "L'arte perduta di combattere con lo scudo secondo la scuola italiana", tutti per Il Cerchio Editore, sulla scherma di coltello in Spagna "Manuale del baratero" (Planetario Libri), oltre a diversi articoli in raccolte e atti di convegni sulla scherma storica.
In ambito letterario ha pubblicato per Watson Edizioni il romanzo fantasy "Per la Corona d'Acciaio" di cui nel 2020 è in programma il seguito. Ha pubblicato racconti per Sensoinverso: due per le antologie del concorso Lucenera ("Luce di tenebra" in "I mostri non mangiano seitan", "La cassa", nell'antologia omonima) e due per il concorso Oceano di carta ("La via degli anni oscuri" in "Come Marylin Monroe", "Oltre le nuvole" in "Precipitare in libertà") e su Book Magazine il racconto "Il pagliaccio". Altri racconti sono in uscita su antologie per Sensoinverso e Mezzelane.
LA TRAMA
Nell’anno 2243 dalla Fondazione di Roma (equivalente al nostro 1491), l'Impero si estende dagli Urali all'Hibernia, dall'India e all'Etiopia, ma le potenze delle tenebre minacciano la sua esistenza.
Il Tribuno Lucrezio dopo aver difeso gli estremi confini dell’Impero, è passato ai Pretoriani Neri, l’Inquisizione Imperiale, che opera nei regni vassalli per combattere stregoni e mostri, e guida una squadra scelta di cui fa parte l’ex gladiatrice Maevis, il suo amore segreto. Dopo l’ultima missione in Britannia non è stato concesso alla squadra il solito periodo di riposo e sono stati spediti tutti direttamente in Dacia: una minaccia della massima gravità incombe su quel regno vassallo. Giunti sul luogo scopriranno un orrore antico che ancora trama nell’ombra, fin dai tempi sanguinosi della Ribellione dei Figli delle Tenebre. Non solo si troveranno in una trappola che li farà passare da cacciatori a prede, ma dovranno anche confrontarsi con le loro paure più profonde, con quegli eventi soprannaturali e feroci che li hanno spinti a dedicare la loro vita e la loro morte a una lotta senza esclusione di colpi contro i nemici occulti dell’Impero Romano e dell’umanità.
LA RECENSIONE
Da fuori giungevano dei rumori. Tesi le orecchie. Dei gran brutti rumori: grida e acciaio. Anche il Centurione era in ascolto. “Combattono. Sono le altre squadre.” sussurrai. “Dobbiamo uscire e aiutarli.” disse lui. Guardai fuori dalla finestra, e il cuore mi balzò in gola. Era pieno di ombre che si muovevano veloci, sgusciando nei vicoli del villaggio e sui tetti delle case. A decine. Scossi la testa. “Sono troppi, non ce la faremmo mai. Bisogna avvertire il Legato, invece. L'Inquisizione deve sapere cosa sta succedendo qui, è questa la cosa più importante.” In quel momento ogni rumore cessò. Le altre squadre erano andate. Tornai alla finestra e un brivido mi corse per la schiena, mentre i capelli mi si rizzavano sulla nuca. Erano lì, ritti in piedi e in un silenzio assoluto, tante sagome immobili come monoliti, e fissavano tutti la locanda. Fissavano noi. Deglutii e indietreggiai. Mormorai, a bassa voce: “Ispanico, sbarra la porta. Non servirà a molto ma almeno entreranno un po' alla volta da meno aperture. Andiamo di sopra, lentamente e senza fare rumore.” Tutti annuirono e si spostarono. Ma appena feci scivolare un piede indietro, la foresta di sagome là fuori si mosse. Sibilarono tutti insieme e si misero a correre. “Via!” gridai."
Di questi tempi esistono due correnti artistiche fondamentali: il nuovo e il riciclo del vecchio. Spesso il nuovo non viene apprezzato, e il riciclaggio appare come un imbellettaggio sgraziato del vecchio. Ma se nel weird horror abbiamo visto una Leonardi rinnovare il lovecraftiano e un Morellini dare una salsa tutta nuova all'investigativo sovrannaturale – ma di questo devo ancora parlarvene - oggi troviamo Rubboli che mette in una salsa tutta nuova i vampiri. Niente cristianità, niente più tragedie umane dell'anima o storie d'amore mirate ad acchiappare troterelle shampiste (cit. F. M. Sardelli) ad alta eccitabilità.
Qui ci ritroviamo in una visione tutta nuova dell'Impero Romano, e lo vediamo dal punto di vista di una fazione militare specializzata nell'affrontare minacce sovrannaturali, i Pretoriani Neri, che tra scene d'azione e flashback ci vengono presentati sia nei loro modus operandi che nelle loro storie, tra tecnologie davinciane, bestie mitologiche domate e un passato di sangue che ognuno si porta appresso. Da menzionare in particolare ci sono tre cose:
Azione - nonostante Rubboli sia un navigato maestro di spada, i suoi combattimenti non sono da leggere con un vocabolario di scherma antica. Sono secchi, rapidi, concitati e che non lasciano spazio alle scritture tecniche: la scena si palesa da sé con la concitazione di un mostro zannuto che cerca di scannarti;
Storia – i Pretoriani Neri non sono degli intoccabili e devono comunque sottostare a delle leggi. Queste sono una parte principale del plot e, per quanto vengano citate lo stretto indispensabile, potrebbero segnare per il drappello del Tribuno un allucinante fallimento burocratico e, di conseguenza, politico. Dopotutto, il male ha lunghe braccia;
Ambientazione – Nonostante Rubboli proponga un mix nuovo di storia, fantastico e horror, la sua priorità non è quella di spiattellarcela per scritto tra infodump e cupi vanti delle proprie conoscenze. La storia semplicemente segue il suo corso in modo fluido, e noi possiamo conoscere sempre meglio l'ambientazione in cui questo avviene semplicemente col flusso degli accadimenti. E anche quando impariamo qualcosa di nuovo su questo mondo, non ci sono lunghe descrizioni e sofismi: ci troviamo alla fine del racconto con un immaginario ben fissato e che ben si presta a seguiti.
Che speriamo scriva!
Michele Gonnella, labrolucchese classe '88, vive una vita dedicata a quattro attività fondamentali: arti marziali, tè, libri, sopravvivere a sé stesso, il tutto sotto gli insegnamenti dei felini con cui condivide l'esistenza. Di fatto, è il bohémien più zen e monastico che si possa trovare. Egli non ci combina nulla col mondo della letteratura, tant'è che è perito informatico, ma forse proprio per questo si diverte a rompere tutti i canoni letterari da che ha impugnato la penna. Già di suo infatti era un bel casinista, tra romanzi e saggi al di fuori dei generi. Quando poi si è ritrovato a essere uno dei fondatori di Ignoranza Eroica apriti cielo...
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