INTERVISTA ALL'AUTORE SERGIO CALCAGNILE

LE INTERVISTE DEL SALOTTO
Bentornati agli appuntamenti settimanali con le interviste de Il Salotto Letterario e de Il Salotto Creativo del gruppo Facebook MyMee-Express Yourself. Oggi siamo nuovamente in compagnia di Sergio Calcagnile (in arte, Sir J) che ci parlerà della sua ultima opera per Placebook Publishing: "Babau".



Ciao Sergio, bentornato nel mio Salotto e grazie per essere di nuovo in nostra compagnia oggi. Per i nostri lettori che ancora non ti conoscessero, potresti raccontarci qualcosa di te? 
Ciao a tutti. Mi chiamo Sergio Calcagnile, in arte Sir J, sono un normalissimo impiegato, padre di due figli di tre e otto anni, con una moglie paziente e meravigliosa dal nome Gisella. 
Sono un appassionato di libri (quanto a lettura) e anche di scrittura, ma la mia prima passione è e rimarrà sempre la musica, con la quale mi sono sempre potuto esprimere in modo totale. 
Diciamo che la scrittura mi ha poi completato. 
Ho all'attivo cinque pubblicazioni, delle quali, due romanzi horror (“Uru” e “Lumina tenebrarum”), uno di narrativa (“Nonno Egeo”), una biografia musicale (“Alanis dalle lunghe chiome”) e infine quest'ultima, “Babau”, una sceneggiatura teatrale in cinque atti, comico/drammatica. 

“Babau – Monologo in V atti” è la tua ultima pubblicazione per Placebook Publishing. Potresti presentarcela brevemente? 
Si tratta di un monologo dall'incombente presenza della morte, che minaccia i cinque personaggi protagonisti della storia. Le cinque storie non sono tutte intrecciate, ma descrivono le debolezze, ridicole e non, dei cinque personaggi. 
Il tutto viene però condotto da una voce fuori campo, per l'appunto Babau, una sorta di deus ex machina che, incute timore e stimola i personaggi a parlare di sé. 
Tra un atto e l'altro si intervallano dei brani inediti di mia fattura. 
Ma come andrà a finire? 
Leggetelo e saprete... 

Come mai la scelta di scrivere un “monologo in cinque atti”? 
In verità si tratta di una sceneggiatura sotto forma di monologo, commissionatami da un regista, assai conosciuto nell'ambiente dei teatri di strada. Gli piacque molto, ma poi, tra pandemia e quant'altro, non lo sentii più e probabilmente la questione sfumò lì. 
Pertanto, dopo circa un paio di anni da allora, grazie soprattutto all'opera di persuasione effettuata da Fabio Pedrazzi e Claudia Filippini, titolari della Placebook, ho provveduto a dare l'ok per pubblicarlo. 
Loro ne sono stati subito entusiasti, e, conseguentemente anche io. 
A questo aggiungi pure il fatto che ho suonato anni e anni in vari locali, piazze e teatri piccoli e grandi, presso cui ho incamerato un pizzico di esperienza da mettere volentieri a disposizione di chi volesse realizzarlo come spettacolo. 
E così è venuto fuori il monologo. 

Quali sono le tematiche principali di cui hai deciso di parlare ai tuoi lettori e perché? 
Le problematiche principali sono la sensibilità umana e la debolezza che regna all'interno di noi stessi, compresi i vari stress, tic e quant'altro. 
Siamo tutti tanto deboli, ma molte volte alziamo un muro per cercare di tutelare la nostra anima. 
Facciamo bene? 
Facciamo male? 
Non lo so, non spetta a me decidere o giudicare; certamente è assai complicato riuscire a destreggiarsi in una società famelica come la nostra. 

Quinta e ultima domanda: progetti per il futuro? 
Ce ne sono vari, di cui uno molto importante, ma gradirei non espormi, per scaramanzia. 
So solo dirvi una cosa certa: sto per realizzare il video di “Babau”, che probabilmente, quando uscirà questa intervista, sarà già a disposizione dei social. 
Mi sto divertendo un sacco a farlo e spero vi piaccia. 
Forse... Vi farà ridere. 
Grazie dell'intervista e buona lettura!!!

Grazie mille a Sergio per essere stato in nostra compagnia oggi. Vi ricordo che i suoi volumi sono disponibili sui diversi cataloghi delle case editrici e anche sui maggiori store online.


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