INTERVISTA ALL'AUTORE MICHELE LAROTONDA

LE INTERVISTE DEL SALOTTO
Bentornati al puntualissimo appuntamento del giovedì interviste de Il Salotto Letterario e de Il Salotto Creativo del gruppo Facebook MyMee-Express Yourself. Oggi siamo in compagnia di Michele Larotonda, autore del romanzo "Da un'altra parte" edito da PAV Edizioni.



Ciao Michele, benvenuto nel mio Salotto e grazie per essere qui con noi oggi. Iniziamo con la prima domanda che rivolgo a tutti i miei ospiti: raccontaci qualcosa di te. 
Ciao e grazie per il tuo invito. Che dire, sono nato a Potenza, ma vivo e lavoro da sempre a Milano. Ho sempre avuto la passione per la scrittura o comunque la voglia e il desiderio di inventare e raccontare storie e tutto questo nonostante sia stato un lettore tardivo, infatti, prima dei diciotto anni credo di non aver mai letto un libro men che meno quelli proposti a scuola. Poi un mio carissimo amico mi regalò "Il Profumo" di Suskind ed è stata l’illuminazione sulla strada di Damasco. Col tempo quel magma che avevo dentro cominciò a eruttare e mi sono avvicinato prima alla musica, poi al cinema e infine alla radio e in tutti e tre i casi, il mio ruolo era quello di scrivere, inventare che poi fosse il testo di una canzone, la sceneggiatura per dei cortometraggi o un format radiofonico, non aveva alcuna importanza. Nel 2013 divento padre e inizio a scrivere una sorta di mia biografia a ritmo di rock, ma lo faccio per me, non certo per pubblicare o cose del genere, la letteratura era un mondo troppo lontano. Cinque anni dopo decido di provarci e pubblico il mio primo romanzo dal titolo "Il sognoscuro" per Link Edizioni, nel frattempo inizio a scrivere per le riviste "Sul Romanzo" e "Rockshock" e nel 2020 pubblico il mio secondo romanzo "Da un'altra parte" per Pav Edizioni. 

“Da un’altra parte” è la tua più recente pubblicazione per PAV Edizioni. Potresti presentarla brevemente ai nostri lettori? 
Sai si dice che a quarant’anni hai le domande e a cinquanta hai le risposte, sono partito da questa frase che avevo letto su una rivista, l’unico dubbio era trovare un pretesto per un quarantenne pieno di domande per decidere di mollare tutto e sparire per tutti. Allora mi è tornato in mente una figura professionale che mi ha sempre affascinato: il portiere di notte. Da allora è stato tutto più semplice. Massimo Volpi è un quarantenne che dalla vita ha apparentemente tutto: un lavoro dei genitori che lo amano, amici, donne eppure gli sembra che la sua vita, la stia vivendo più da spettatore che da protagonista e allora decide di scappare da tutto e da tutti, accettare l’incarico di portiere di notte presso un piccolo albergo in un paesino del Polesine in cerca di quelle risposte di cui ha bisogno. 

Nel tuo romanzo racconti di come Massimo Volpi, un uomo come tanti, sia giunto a un punto cruciale della sua esistenza, un momento in cui si trova costretto a fare i conti con la propria vita. Qual è il messaggio che vuoi trasmettere ai lettori attraverso il tuo protagonista? 
Più che messaggio, direi che credo che almeno una volta nella vita si sia trovato nella situazione o condizione di dire mollo tutto e scappo. Certo mi rendo conto che sia una soluzione semplicista e anche una po’ vigliacca, però con questo non vuol dire che provandoci le cose possano andare meglio o anche in peggio, si tratta di capire se si vuole rischiare o no. 

Nel corso della storia, Massimo Volpi incontra diversi personaggi, anche molto diversi fra loro: quali sono state le tue principali fonti di ispirazione e quanto di autobiografico c’è nelle situazioni narrate? 
Premesso che sono fermamente convinto che tutti gli scrittori usino sempre una parte della propria vita quando si trovano a scrivere un racconto o un romanzo e anche "Da un'altra parte" non è stata da meno. La maggior parte delle persone che incontra Massimo Volpi sono persone che ho conosciuto direttamente e anche indirettamente, ma per proteggerli li ho dovuti romanzare. Per quanto mi riguarda, molti mi hanno detto che Massimo Volpi sia una sorta di mio alter ego e su questo punto ti posso dire sì, ma anche no. Nel senso abbiamo la stessa età, ha vissuto tante cose che ho vissuto anch’io, ha incontrato e frequentato le stesse persone, la stessa scuola, ragione parla come me, ma io non sono mai scappato, ci ho pensato, ma poi ho preferito affrontare la mia vita restando qui, la mia è stata più una fuga da fermo. 

Stai lavorando a qualche progetto per il futuro? 
Intanto continuo a scrivere per le riviste di cui ho parlato prima, per quanto riguarda un terzo romanzo non saprei, qualcosa c’è sempre, poi che diventi un romanzo o qualcos’altro bisogna aspettare, sarà il tempo a decidere. 
Volevo comunque terminare ringraziandoti immensamente per l’ospitalità e spero che questa emergenza sanitaria finisca presto e si tornino a fare chiacchierate e presentazioni in presenza, perché l’editoria vive di questo e noi scrittori abbiamo bisogno del contatto con i nostri lettori, è fondamentale.

Grazie a Michele per essere stato in nostra compagnia oggi. Vi ricordo che il suo romanzo è disponibile sul catalogo della casa editrice e sui maggiori store online.


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