INTERVISTA ALL'AUTORE BARET MAGARIAN

LE INTERVISTE DEL SALOTTO
Bentornati agli appuntamenti extra del martedì con le interviste de Il Salotto Letterario. Oggi conosciamo Baret Magarian, autore armeno-britannico che, dopo alcune pubblicazioni internazionali, approda anche in Italia con il romanzo "Le Macchinazioni" (traduzione dell'originale "The Fabrications") edito da Edizioni Ensemble.



Salve Baret, benvenuto nel mio Salotto e grazie per essere in nostra compagnia qui oggi. Ecco la prima domanda che rivolgo a tutti i miei ospiti: ci racconti qualcosa di lei. 
Sono armeno-britannico, di Londra. Vivo in Italia perché amo la lingua italiana, l'umanità delle persone e la bellezza della luce del sole. Ho sempre voluto essere uno scrittore per qualche stupida ragione. Sono un bravo chef, so cucire. Ho una grande predilezione per il Primitivo di Manduria e per l'outsider, essendo, come sono, quest'ultimo e molto spesso pieno del primo. Le mie radici sono globali, il che mi rende sia assurdamente tollerante sia completamente confuso. Ma credo ancora nel mondo e nel pianeta, piuttosto che in un paese specifico, e sono allergico al patriottismo, alla Brexit, ai bigotti, agli sciocchi e a coloro che scambiano ciò che è di moda per ciò che ha merito, in particolare quando si tratta di arte. 

A ottobre 2019 esce per Edizioni Ensemble il suo romanzo “Le Macchinazioni” (“The Fabrications” in lingua originale): potrebbe presentarlo ai nostri lettori? 
Il romanzo riguarda l'amicizia tra Daniel, un famoso romanziere e Oscar, un pittore fallito. Daniel, per dare energia a Oscar, inizia a scrivere una storia di fantasia su Oscar, aggiungendo colore alla sua vita altrimenti noiosa. I dettagli che Daniel inventa iniziano a manifestarsi nella realtà. Oscar comincia a diventare incredibilmente famoso, come una specie di guru prodotto dai media. Entra a questo punto Ryan Rees, pubblicista e truffatore amorale, che facilita l'ascesa "meteriorica" di Oscar. La vita di Daniel, nel frattempo, va a pezzi. Il romanzo è satirico, divertente, romantico. Ma soprattutto è una storia avvincente, piena di colore, arguzia e invenzione. Le recensioni sono state molto favorevoli, sia in inglese che in italiano. Le persone hanno anche commentato la vividezza del libro e il modo in cui il romanzo ti porta in un'altra dimensione. L'ambientazione è Londra che si riconfigura come una sorta di paesaggio onirico. 

Il mondo in cui il suo protagonista, Oscar Babel, vive e si muove è un ritratto particolare di quello odierno. Quali sono gli aspetti fondamentali che ha deciso di portare all’attenzione dei lettori? 
Il ruolo dei media oggi e la sua spaventosa capacità di convertire le bugie in verità in modo che il lettore o lo spettatore non metta in dubbio la veridicità delle storie che i media diffondono. Il modo in cui siamo come società troppo disposti ad accettare ciò che ci viene detto di fare, ci viene detto di credere, ci viene detto di pensare. Il romanzo è anche una critica all'arte contemporanea e al suo vuoto, in particolare gli artisti dell'installazione che certamente ogni tanto possono essere grandi ed emozionanti, ma più spesso sono totalmente banali. Il romanzo è anche una storia d'amore ed esamina la natura del romanticismo contemporaneo. 

Quanto di lei e delle sue esperienze personali c’è ne “Le Macchinazioni”? 
Non molto in realtà. Ovviamente c'è un po' di me in alcuni dei personaggi principali. Penso che la maggior parte degli scrittori inserisca aspetti di se stessi nei propri personaggi e ci sono sempre fissazioni e idee speciali che ricorrono nella propria scrittura, nel mio caso, la natura del tempo e la natura dell'arte, per esempio. Ma nel complesso il romanzo è un lavoro dell'immaginazione ed è abbastanza libero nella sua esplorazione di questo impulso. Potrei aggiungere che la mia esperienza come giornalista a Londra probabilmente c’è in alcune scene di festa e negli elementi satirici. 

Progetti per il futuro? 
Sto scrivendo un secondo romanzo, che è totalmente diverso da "Le Macchinazioni". Spero di poterlo finire ma è piuttosto difficile, soprattutto la struttura. Sto anche lavorando a una seconda raccolta di racconti e ho un'idea per un progetto di fantascienza. Ho anche scritto un'opera sperimentale che spero che Giancarlo Cauterruccio metta in scena a Firenze, soprattutto perché egli mi ha commissionato il pezzo. A parte questo, sto solo cercando di sopravvivere questo orribile momento della storia, proprio come tutti, suppongo.

Grazie a Baret per essere stato in nostra compagnia. Si ringrazia inoltre l'ufficio stampa di Simona Mirabello per la gentile collaborazione. 
"Le Macchinazioni" è disponibile sul catalogo della casa editrice e su tutti i maggiori store online.


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