LE RECENSIONI DEL SALOTTO: QUANDO BETTA FILAVA

LE RECENSIONI DEL SALOTTO
Alessio Del Debbio, Quando Betta filava, NPS Edizioni
Copertina a cura di Marco Pennacchietti


L'AUTORE
Alessio Del Debbio, scrittore viareggino, appassionato di tutto ciò che è fantastico e oltre la realtà. Numerosi suoi racconti sono usciti in riviste e in antologie, cartacee e digitali. I suoi ultimi libri sono la saga fantasy contemporanea Ulfhednar War, composta da “La guerra dei lupi” e “I Figli di Cardea” (Edizioni Il Ciliegio, 2017), l’urban fantasy “Berserkr” (DZ Edizioni, 2017) e l’antologia “L’ora del diavolo” (NPS Edizioni, 2018).
Cura il blog “I mondi fantastici”, che sostiene la letteratura fantastica italiana. Presiede l’associazione culturale “Nati per scrivere”, che organizza eventi e incontri letterari con scrittori locali. Tiene laboratori e workshop di scrittura e lettura creativa e editoria, in giro per l’Italia.
Il suo sito web è: www.alessiodeldebbio.it

LA TRAMA
Molto tempo fa, il mondo era pieno di meraviglie: folletti che burlavano i paesani, donne depositarie dei segreti delle erbe, cavalieri erranti in cerca di gloria e diavoli tentatori. Non era raro, per gli incauti viandanti, imbattersi in chimere e serpenti volastri, strigi e mannari. Ma solo chi aveva occhi attenti, e mente aperta, poteva ammirare i tesori nascosti negli anfratti delle Alpi Apuane e in Maremma, immergersi negli abissi del mare e camminare per l’antica Tirrenide.
Nelle pagine di questo libro rivivono storie e leggende dimenticate, creature fantastiche che popolavano la Toscana e, chissà, magari la popolano tutt’oggi, sfuggendo allo sguardo distratto dell’uomo moderno.
“Quando Betta filava” contiene quindici racconti fantastici ispirati a leggende del folclore toscano, che offrono uno spaccato dell’immaginario della regione.

LA RECENSIONE
Col tempo, Jonathan aveva imparato che il diavolo esisteva davvero, in forme orribili e diverse, come esistevano torme di disperati pronti a evocarlo e a chiederne i favori. Aveva cacciato ed era stato cacciato, aveva visto gli orrori celati negli abissi del mare e nei boschi delle Alpi Apuane, creature dimenticate che attendevano nell’ombra il soffio del vento del riscatto.

"Quando Betta filava" o "Quando Berta filava" è un detto popolare comunemente utilizzato per indicare fatti o eventi avvenuti in un passato ormai lontano e concluso, spesso pronunciato con tono di rammarico o di nostalgia per i bei tempi andati. Ed è proprio da questo modo di dire che Alessio Del Debbio crea la propria antologia: quindici racconti ispirati ad antiche leggende del folklore toscano, quindici racconti che esplorano un passato di tradizioni contadine e ancora legate ai cicli della natura. 
Facciamo una piccola panoramica dell'opera.

L'antologia si apre con il racconto "Il diavolo vede lungi", che vede Jonathan, un giovane cacciatore di mostri dal passato travagliato, affrontare oscure entità nella città di Lucca; segue "La lupa di sangue", uno tra i racconti più toccanti della raccolta: narra la storia di Laide, una giovane rifiutata dalla propria famiglia, che decide di andarsene di casa per seguire il suo vero amore; anche "Sulle tracce della Tirrenide" è un altro emozionante racconto in cui una giovane coppia è sulle tracce del misterioso continente perduto della Tirrenide...e della sua Regina. "La vera storia di Burlaman" racconta in prima persona la storia di Burlaman, il "supereroe viareggino" che in gioventù catturava i criminali a suon di risate; ne "Il tesoro nel castello" conosciamo invece Sandorino, giovanotto di buon cuore che deve vedersela con l'avidità umana. "La rificulona" tocca invece tematiche antiche quanto la memoria dell'uomo, come il culto della grande Dea Madre o l'antico rituale delle Calendimaggio, così come accade ne "Il tempio del destino", racconto sempre legato all'Antico Culto, in cui la giovane e bella Adele incontra la nonna - scomparsa da tempo - in una dimensione molto particolare. "Il labirinto del re" vede invece due amici, Ciacco e Tosco, alla ricerca del prezioso tesoro di un re etrusco, mentre "L'ultimo cavaliere" intreccia la leggenda di Sir Galvano (o Gawain che dir si voglia), ex cavaliere della Tavola Rotonda, con quella degli ulfhednar. Ne "La camera rossa" Lapo e Duccio, due ignari razziatori di tesori, devono scontrarsi con qualcosa di molto più grande di loro e mai incontrato prima; anche ne "L'amore di Lencio Meo", seppur con toni molto diversi dal precedente, l'autore narra del giovane Lencio e della bella Emma costretti a fuggire di nascosto dalla famiglia di lei per via di un oscuro segreto. "Anime nella bufera" è il racconto che i lettori potranno incontrare anche nel primo volume dell'antologia "Bestie d'Italia", e si tratta di una storia di mare e naufragi, ricca di colpi di scena e creature mostruose (tra cui i munacielli e le fate marinare). "L'ombra della sera" è un'altra storia dark in cui un soldato, Vanni, incontra i figli di Aradia, la misteriosa confraternita unita nel nome del culto per gli antichi Dei. "Oltre gli stretti" affronta le conseguenze della maledizione dell'immortalità, mentre "L'ultima Kinzica", il racconto che conclude l'antologia, riprende e romanza la leggenda di Kinzica de' Sismondi, colei che salvò la città di Pisa dall'incursione saracena. 

Diavoli, buffardelli, oscure confraternite, il gatto mammone, lupi mannari, strigi: sono solo alcune delle creature del folklore locale toscano che Alessio Del Debbio riprende e rielabora in chiave fantastica all'interno delle sue storie, dimostrando grande dedizione e grande impegno nel lavoro di ricerca e ricostruzione delle leggende locali. "Quando Berta filava" è un'antologia ricca di personaggi indimenticabili e iconici, in cui è possibile vivere e respirare appieno le atmosfere rurali di un lontano passato, talvolta dimenticato ma molto spesso ancora presente nelle storie che ci vengono raccontate dai nonni, magari in una fredda sera d'inverno quando la famiglia si raccoglie attorno al caminetto. Alessio Del Debbio è abile nel ricreare il mondo toscano del passato e nel riproporre le diverse sfaccettature delle altrettanto diverse realtà locali (Lucca, Pisa o Viareggio solo per citare alcune località). Anche i termini dialettali - molto spesso sconosciuti alla maggior parte dei lettori ma facilmente intuibili grazie al contesto - inseriti nei dialoghi contribuiscono a rendere ogni racconto ancora più vivido e coinvolgente.

"Quando Betta filava" è un tuffo alla scoperta di leggende e tradizioni affascinanti e misteriose, che sorprendono per la modernità e l'attualità di tematiche e dinamiche (soprattutto quelle famigliari o legate ai vizi dell'essere umano). Alessio Del Debbio gioca con passato e presente e propone storie ricche sia di elementi soprannaturali ma anche di divertimento, ma - soprattutto - ci vuole ricordare che è proprio in questo immaginifico passato che risiedono la nostra identità attuale e le nostre radici. 
  

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