INTERVISTA AL POETA DAVIDE ROCCO COLACRAI

INTERVISTA AL POETA DAVIDE ROCCO COLACRAI
Bentornati al puntualissimo appuntamento settimanale delle interviste del giovedì de Il Salotto Letterario e de Il Salotto Creativo del gruppo Facebook MyMee-Express Yourself. Oggi ho il piacere di ospitare il poeta Davide Rocco Colacrai in occasione della pubblicazione della sua ultima opera, "Asintoti e altre storie in grammi", edita dalla casa editrice Le Mezzelane.
Accomodiamoci e lasciamo a lui la parola...


Salve Davide, benvenuto nel mio Salotto e grazie per essere in nostra compagnia oggi. Cominciamo subito con la prima domanda che rivolgo a tutti i miei ospiti: ci racconti qualcosa di lei. 
Sono una persona da sempre molto curiosa – a partire dalle Scuole Medie, ma forse anche prima, mi sono ritrovato con una sete di conoscenza e tante domande che mi attanagliavano – parlo delle grandi domande, quelle relative all’esistenza, alle sue dimensioni e a tutto ciò che presuppone e consegue – che mi sono letteralmente buttato nelle arti. Ho studiato pianoforte per dieci anni, flauto dolce per quattro, ho sperimentato la danza, la pittura, ho attraversato la fase della meditazione, sono ritornato alla musica e per alcuni anni mi sono divertito, senza un preciso senso, nel mixaggio di brani famosi, e alla fine ho realizzato che la mia unica voce, quella più consona a me come forma di espressione e più naturale per come sono come persona e come anima, era e poteva essere solo la Poesia. Nel frattempo, ho sempre letto moltissimo, ho cercato passionalmente, quasi disperatamente, anche nei libri, le risposte ai miei dubbi, e me stesso. 

Il suo curriculum letterario vanta numerosissimi e prestigiosi premi in ambito letterario-poetico. Ce n’è o ce ne sono alcuni che le piace ricordare in particolar modo?
Mi ricordo volentieri di alcuni riconoscimenti, perché, oltre al prestigio del premio, mi hanno lasciato qualcosa sul piano umano, una specie di dolce orma che nei momenti difficili, o più genericamente non positivi, mi scalda e dà coraggio. E parlo del “Leone di Muggia”, uno dei Premi italiani più longevi che è stato temporaneamente sospeso per mancanza di fondi, il “Giugno Locrese”, un altro tra i Premi italiani storici nella bellissima e storicamente non facile Locri, e il Premio Mondiale di Poesia “Nosside” di Reggio Calabria. Tre riconoscimenti che hanno come comune denominatore il fatto che mi hanno permesso di conoscere colleghi – e ancora prima, persone – veramente in gamba, con cui instaurare un rapporto alla pari, non solo di amicizia ma anche di ascolto e confronto, dunque di crescita, elemento essenziale, almeno secondo me, per chi è artista e vuole essere completamente libero, e comunque rispettoso di se stesso, nell’esprimersi.

Parliamo della sua ultima opera, “Asintoti e altre storie in grammi” edito dalla casa editrice Le Mezzelane. Che temi tratta e quale significato è rappresentato dal titolo?


La mia ultima opera – come probabilmente tutti i miei libri – presenta un titolo molto particolare, Asintoti e altre storie in grammi appunto, e raccoglie piccole storie, tutte vere, sia personali che eventi storici, che apparentemente pesano pochi grammi e che in realtà sono portatrici, secondo me in un modo molto diretto (perché non amo i giri di parole) di un messaggio e di una posizione molto profondi che bisogna avere il coraggio prima di acchiappare e poi di ascoltare, e infine di fare propri, cosa soprattutto per la poesia non facile. Si parla della famiglia, dell’amicizia, dell’amore, si parla dell’11 settembre, di autori come Neruda, si parla di grandi sogni e di importanti perdite – e a volte si trova anche la stessa storia raccontata da due voci diverse. Probabilmente è il mio libro più autobiografico.

Con Le Mezzelane aveva già pubblicato il pluripremiato “Istantanee donna”, una raccolta di poesie al femminile. Le andrebbe di parlarci anche di questo volume?


Istantanee donna (poesie al femminile) è un libro a cui tengo particolarmente per diversi motivi e ti ringrazio molto per la domanda. Nasce come conseguenza del fatto che, ad un certo punto, ho realizzato di avere tante poesie al femminile e che forse era arrivato il momento di sceglierne alcune e raccoglierle in un libro che avesse un preciso messaggio – quello del rispetto innanzitutto e della tutela poi delle fragilità, di tutte le fragilità. Con la sua pubblicazione ho deciso di teatralizzare la poesia, come qualcuno dice, e quindi “vestire” alcune delle poesie in esso contenute e di creare uno spettacolo con cui evidenziare ancora meglio il messaggio, con cui portare la poesia alle persone in una attività di avvicinamento e permettere una riflessione, un confronto, anche sul fatto che la poesia non è lontana da noi come sembra ma ci circonda, è quotidianamente con noi, espressione di noi. Lo spettacolo, ideato interamente da me e nel quale ho mescolato più arti – dalla recitazione al canto alla danza –, lo abbiamo portato in giro per l’Italia con ottimo riscontri e ha persino vinto il Premio “Affabula” della Città di Fucecchio come migliorare performance poetica. Permettimi di aggiungere che il tema del rispetto e della tutela delle fragilità sta diventando sempre più urgente.

Quinta e ultima domanda: progetti per il futuro?
In teoria ho già pronto il nuovo libro di poesia, il nono, ma prima di lavorarci ho il desiderio di partire con un nuovo spettacolo (dovrebbe essere il mio quarto, ad oggi) con cui promuovere il mio ultimo libro e parlare di alcuni temi, non sempre piacevoli, in esso presenti - con cui, come amo fare sempre, stuzzicare il pubblico e i lettori.

Ringrazio Davide per essere stato in nostra compagnia oggi. Vi ricordo che le sue opere sono disponibili sui maggiori store online e, ovviamente, sul catalogo delle case editrici.


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