LE RECENSIONI DEL SALOTTO: TRAGODIA. IL FIGLIO DENTRO

LE RECENSIONI DEL SALOTTO
Elisabetta Scaramelli, Tragodìa. Il figlio dentro, Independently published


L'AUTRICE
Nata a Cosenza il 7 ottobre 1974, consegue la laurea con lode in Disciplina delle arti, musica e spettacolo presso l’Università degli Studi della Calabria. 
Nel 2003 ottiene le qualifiche di Restauratore di manufatti lignei e dipinti e Grafico pubblicitario. 
Ha pubblicato autonomamente i primi due capitoli della trilogia Tragodìa – Il gelo nel cuore e Il figlio dentro – ed è in procinto di pubblicare il capitolo finale, La morte delle sirene. Tra i suoi progetti c’è la pubblicazione di un romanzo breve (introspettivo ma a tratti diaristico) e un romanzo storico ambientato in epoca medio bizantina.

LA TRAMA
Dopo aver assistito alla morte di suo figlio, Marcello cerca la pace tra gli olivi secolari e il verde della sua terra. Il suo stato d’animo, però, non gli consente di apprezzarne la bellezza e l’amorevolezza, pertanto si fa abbrancare dai ricordi taglienti e si nasconde agli occhi dei paesani, per paura che questi possano scoprire quanto in realtà sia stata dolorosa la sua vita.
Un incontro imprevisto, però, cambierà il corso delle sue pianificazioni e Marcello comprenderà quanto, invece, tutto sia rimasto uguale al passato. Attraverso amici buontemponi e schietti, riscopre il piacere della semplicità, delle bevute in allegria, dei piccoli gesti spontanei e gradualmente inizia a desiderare di rimanere a San Vito dei Normanni per sempre, per poi morire tra la sua gente ed essere seppellito in quel piccolo cimitero trascurato, accanto ai suoi cari.
Ma ha una missione da compiere e ben presto si vede costretto a lasciarsi la Puglia alle spalle, per intraprendere un viaggio che gli farà percorrere gli stessi passi di suo figlio. In valigia ha il diario scritto da quest’ultimo e una zavorra di promesse che vuole mantenere. Desidera che altri leggano quell’eredità, per entrare in contatto con i pensieri più intimi di un uomo che solo scrivendo era riuscito a mostrare i suoi veri sentimenti.
L’accoglienza a Torino allevierà i suoi tormenti. Quel grigiore invernale muterà in un colore pastello, grazie a incontri gradevoli che gli faranno desiderare di restare per sempre nella casa del defunto figlio, immerso nei ricordi di un amore mai tramontato, tra i suoi libri sottolineati e quella penombra che ormai non genera più oscuri pensieri. Diffonde amore e sorrisi. Aiuterà gli altri a rassegnarsi al dolore della perdita e scoprirà quanto sia efficace l’altruismo al fine di scrollarsi dal cuore parte delle afflizioni. Ma anche qui Marcello inizia a fremere. La sua vita è stata sempre un insieme di addii sui binari delle stazioni, pertanto, dopo aver ripulito l’onore di un inconsapevole carnefice, riparte per salutare un’ultima volta le persone che gli sono state più care, prima di compiere l’ultimo viaggio della sua vita.
Sebbene quel sentore di pace abbia lenito le sue ferite e gli abbia fatto dimenticare la sua malattia, questa non ha dimenticato lui. Un peggioramento improvviso lo farà scivolare nell’autocommiserazione e la sua fede traballante lo renderà asettico ed egoista. Ma Marcello non vuole morire con quell’inferno nell’anima. Vuole ricongiungersi con i suoi cari e cerca conforto nella preghiera e tra le braccia di frate Christodoulos, che diventerà il depositario del diario di suo figlio.

LA RECENSIONE
Torino era avvolta dal freddo e dalle luci. Le carrozze schizzavano con foga l'acqua delle pozzanghere e il gorgogliare nei vicoli richiamava l'attenzione dei topi. La stazione era affumicata da quel vapore che rendeva i passanti simili a visioni spettrali vaganti e minacciose, e come sempre, qua e là, qualche mendicante con la mano tesa, per implorare una moneta a chi si avviava incurante, spedito, disattento verso la propria destinazione. 
Il Po continuava a sbranare ciò che incontrava, ma la sua furia era sorprendentemente placata rispetto a quell'autunno grigiastro e funereo. Scorreva triste, solitario come un reduce che torna a casa dopo essersi disperso. Quel dicembre aveva portato sollievo e come i cuori di tanti anche quello del fiume aveva ripreso a battere con lentezza, ormai rassegnato davanti a quell'inverno implacabile e foriero di nuove incertezze.

Tragodìa. Il figlio dentro di Elisabetta Scaramelli è il secondo volume della trilogia composta da Il gelo nel cuore e La morte delle sirene. L'autrice prosegue la storia del primo romanzo, riprendendo la narrazione dal ritorno dalla Grecia che chiudeva il primo volume, anche se questa volta gli eventi fanno perno attorno a due differenti personaggi: Marcello, padre naturale di Ludovico, ed Eleonora, innamorata di Ludovico ma condannata ad un amore non corrisposto. Accanto a loro, si leva un coro di voci di personaggi minori le cui storie sono comunque intrecciate al protagonista di Tragodìa. Il gelo nel cuore
Numerose sono tuttavia le domande che si sollevano fin dalle prime pagine: come mai Marcello è solo? Cosa è accaduto al figlio appena ritrovato? Solo il prezioso diario di Ludovico è con lui e lì, proprio tra le ultime pagine, si celano alcune alcuni preziosissimi segreti, e per Marcello sarà necessario assicurarsi che non vadano perduti.

Marcello ed Eleonora sono di certo i due maggiori protagonisti del secondo volume di Elisabetta Scaramelli. Ma l'assenza è, a mio avviso, la terza grande componente de Il figlio dentro: Ludovico non c'è, eppure, pur non essendo fisicamente presente, egli continua a vivere attraverso le parole, le emozioni e i sentimenti di coloro che lo hanno conosciuto, amato e anche odiato. Il suo diario è un peso costante nelle tasche e nelle valigie di Marcello, il quale, pur consapevole che la sua vita stia ormai volgendo al termine, sa che non troverà mai pace prima di averlo affidato a mani sicure. L'ultimo lascito terreno di Ludovico, il suo testamento spirituale, dovrà necessariamente trovare un luogo in cui poter riposare. La sua memoria continua a vivere tra quelle pagine. 
Elisabetta Scaramelli conduce i suoi lettori in un altro viaggio fisico ed emozionale, lungo e intenso. Questa volta, grazie a Marcello, ci condurrà dalla Grecia fino al sud Italia, un luogo fatto di vita, calore e colori, e lo metterà a confronto con il grigiore e la freddezza della gotica Torino, in cui Eleonora, seconda grande protagonista dell'opera, vive un'esistenza fatta di obblighi e doveri. Se Marcello è libero di muoversi, di ritrovare vecchi amici e di affrontare le conseguenze delle proprie scelte, Eleonora deve  invece rispondere a pressanti obblighi sociali e famigliari. Suo padre insiste nel trovarle un marito, ma Eleonora è in penosa attesa del ritorno di Ludovico. Un attesa che sembra protrarsi all'infinito e che finirà per causare grande dolore non solo a lei, ma anche a tutta la sua famiglia. Tuttavia la speranza non è perduta. Il cammino è lungo e faticoso, ma l'amore è in grado di guarire le ferite del cuore e dell'anima e di restituire la pace alle anime inquiete.
Con il suo stile inconfondibile, ricco ed elegante, Elisabetta Scaramelli firma un altro volume intenso e indimenticabile, fatto di personaggi indimenticabili, di immagini e colori unici ma anche di lunghe sequenze psicologiche ed emozionali. Di nuovo, le porte di un nostalgico passato, fatto di segreti e ricordi, vengono riaperte per continuare a raccontare ai lettori di un mondo arcano e di terre ed eventi lontani ma ancora vivi nei cuori dei protagonisti.

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