LE RECENSIONI DEL SALOTTO: IO SONO LEGGENDA
LE RECENSIONI DEL SALOTTO
Richard Matheson, Io sono leggenda, Oscar Moderni Cult
L'AUTORE
Richard Matheson (Allendale, New Jersey, 1926 - Los Angeles 2013), iniziò a scrivere racconti giovanissimo, e ottenne il primo successo nel 1954 con Io sono leggenda. Scrisse molto per il cinema e la televisione (sue molte puntate di Ai confini della realtà), lavorando tra gli altri con Alfred Hitchcock e Steven Spielberg. Fra le sue opere Tre millimetri al giorno, Io sono Helen Driscoll, La casa d'inferno.
LA TRAMA
Robert Neville è probabilmente l'ultimo uomo vivente sul pianeta... eppure non è solo. Un morbo incurabile ha trasformato uomini, donne e bambini in vampiri assetati di sangue. Di giorno Robert attraversa le rovine della civiltà, seguendo le tracce dei mostri come un cacciatore sulle orme della preda, li studia, sperimenta nuovi modi per sterminarli. Di notte si barrica in casa, assediato dalle creature delle tenebre, e implora che sorga presto il sole... Rovesciando la situazione di Dracula, vampiro nel mondo degli uomini, Matheson immagina un uomo solo in un mondo di creature mostruose, dando vita a uno degli scenari più fortunati della letteratura e del cinema novecentesco. Quello che - con la sua scrittura ossessivamente cristallina, asciutta, ipnotica - Matheson dipinge è un mondo apocalittico, straniato, nel quale ogni valore e ogni certezza vengono stravolti. Chi sono i buoni e chi i cattivi? Ci sono davvero dei buoni e dei cattivi? O ci sono solo eventi e creature che sfuggono alla comprensione razionale e alla catalogazione scientifica? L'orrore, suggerisce Matheson, ci abita accanto. Postfazione di Giancarlo De Cataldo.
LA RECENSIONE
In quelle giornate nuvolose, Robert Neville non poteva dire con certezza quando arrivasse il tramonto, e a volte loro erano già in strada prima che lui fosse rientrato.
Con un approccio più analitico, avrebbe forse potuto calcolare approssimativamente l'orario del loro arrivo, e invece si affidava ancora alla vecchia abitudine di riconoscere l'imbrunire dal cielo, ma nelle giornate nuvolose quel metodo non funzionava. Ecco perché, in quei giorni, preferiva non allontanarsi troppo.
Percorse il perimetro di casa nel tetro grigiore del pomeriggio, con una sigaretta che gli penzolava dall'angolo della bocca e si allungava in una sottile scia di fumo sopra la spalla. Controllò ogni singola finestra per vedere se qualche tavola avesse ceduto. Dopo gli assalti più violenti, le assi di legno erano spesso spaccate o allentate, e gli toccava sostituire tutto, cosa che detestava. Quel giorno si era allentata una sola tavola. Stupefacente eh?, pensò.
Stati Uniti d'America - o quel che ne rimane, 1976. Robert Neville è un sopravvissuto. Dopo che una catastrofe batteriologica ha colpito gli esseri umani trasformandoli in vampiri, Neville si è trasformato in cacciatore di non morti di giorno e preda di notte. La sua casa è a metà tra un fortino e un laboratorio, in cui Neville cerca e sperimenta nuovi metodi e nuove cure per sopravvivere in un mondo allo sbando, fino a quando un incontro non stravolgerà persino quella parvenza di normalità che era riuscito a raggiungere.
Un mondo distrutto, un eroe che non è un eroe, vampiri creati non dalla magia ma da un batterio. Richard Matheson firma un grande classico della letteratura mondiale che sarà di ispirazione a molti grandi autori contemporanei (Stephen King in primis). Con uno stile asciutto, essenziale, a tratti crudo e brutale, Matheson dipinge un mondo straniante, disturbato e terrificante. Neville, il suo protagonista, è solo un uomo come tanti altri che si è ritrovato a vivere - o meglio, sopravvivere - alla giornata. Ai lettori non è dato sapere cosa è accaduto di preciso in passato, solo alcuni flashback di Neville li aiuteranno a far luce su pochi, fondamentali dettagli. Ciò che preme all'autore è il presente, il mondo post apocalittico in cui il protagonista si muove, il terrore che si è insinuato nella quotidianità. Ogni antico valore è perduto, la società che conosciamo è andata in pezzi: Neville è solo e questa solitudine pesa sia sulle sue spalle che sul suo spirito. Matheson tratteggia con maestria momenti e situazioni di grande impatto emotivo, sottolineando tutte le difficoltà sia fisiche che psicologiche di sopravvivere in una Los Angeles futuristica, almeno per l'epoca (il romanzo è del 1954). Il risultato potrebbe essere quello di una storia a tratti lenta, con poche scene d'azione effettive; è importante quindi ricordare di contestualizzare l'opera nel proprio tempo per poterla leggere con occhi diversi e apprezzarne la grandiosità. Per la prima volta infatti, il tema del non morto abbandona ogni pretesa magica e viene affrontato da un punto di vista fantascientifico: il vampirismo è colpa di un batterio e non di un'atavica maledizione. Anche i ruoli canonici della letteratura classica vengono ribaltati, in quanto in Io sono leggenda non si tratta più della lotta tra il singolo vampiro contro gli esseri umani, bensì di un mondo di vampiri contro un solo essere umano.
E allora una domanda sorge spontanea: se abbiamo a che fare con una malattia, possiamo ancora tracciare un confine tra "amico" e "nemico"?
E cosa succederebbe se ci fosse davvero una cura per il vampirismo e il mondo sarebbe forse pronto per un nuovo, improvviso balzo evoluzionale? Robert Neville sarebbe davvero destinato a diventare una "leggenda"?
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