INTERVISTA ALL'AUTRICE FEDERICA BAGLIVO

INTERVISTA ALL'AUTRICE FEDERICA BAGLIVO
Bentornati al puntualissimo appuntamento delle interviste de Il Salotto Letterario e de Il Salotto Creativo del gruppo Facebook MyMee-Express Yourself. Oggi ho il piacere di ospitare Federica Baglivo, autrice del romanzo Ithaka-Luna in Cielo e Rose in Terra per Dario Abate Editore. Accomodiamoci e lasciamo a lei la parola...


Ciao Federica, benvenuta nel mio salotto. Raccontaci qualcosa di te. 
Ciao Caterina, grazie per avermi accolta nel tuo salotto. Sono Federica, ho 25 anni, sono nata in Italia, vivo in Germania e l’Europa è la mia casa. Lavoro come consulente finanziario, sono appassionata di politica, teologia e Storia. Mi piacciono le lingue, parlo naturalmente italiano e tedesco, poi inglese, un po’ di francese e da un paio d’anni ho accolto l’ebraico come mia nuova sfida. Amo le rose, la luna e tutto ciò che è bello. Mi esprimo attraverso l’ispirazione e la poesia. 

Come ti sei avvicinata alla scrittura? 
Quando avevo sette anni la mia maestra (che non ringrazierò mai abbastanza: se ricordo ancora a memoria tutti i tempi verbali è solo merito suo!) chiese ad ognuno di noi di scrivere una poesia sulla pace e sulla guerra. Lo feci normalmente, come un qualunque compito. La mia opera piacque e venne pubblicata sul giornalino della scuola. Così decisi che volevo continuare. Scrivevo tantissime poesie e con due, una sul brutto anatroccolo e l’altra sulla lettera f, vinsi per due volte il premio Andersen sezione infanzia. In seguito passai ai romanzi, che componevo con normali fogli da stampante incollati con l’aiuto di mia madre e avevano sempre la pagina destra bianca perché dovevo farci i disegni. Con i miei fratelli guardavamo i cartoni animati e giocavamo a riprodurli, ma, mentre loro sceglievano un personaggio e lo interpretavano, il mio compito era di “reggere” la storia, cioè prendevo tutti gli altri e li facevo agire e parlare per creare le situazioni e le vicende in cui loro venivano a trovarsi. Quindi cominciavo ad aggiungere particolari, a sviluppare trame, a inventare nemici e compagni aggiuntivi, finché non iniziai a descrivere personaggi e storie tutti miei. Con il tempo la mia dedizione alla scrittura si è coniugata con la mia passione per la Storia e per la politica, attraverso i miei romanzi raccontavo i miei ideali, il mio europeismo, il mio modo di vedere i viaggi e i percorsi dell’uomo attraverso il tempo, di dare un senso alle decisioni, cantavo i grandi uomini e i loro principi, curiosavo nelle epoche, interpretavo gli avvenimenti. Quando google non era ancora di moda avevo una media di tre libri di Storia e due enciclopedie sulla scrivania e ad oggi ho fatto al mio smartphone le domande più assurde, dalle ricette tipiche della cucina nigeriana a se esistessero o no i fazzoletti negli anni cinquanta! 

Qual è il tuo genere preferito? 
Me ne piacciono molti, ma direi in assoluto il genere storico. Credo nel motto manzoniano del “vero per soggetto, interessante nel mezzo e utile per fine”. Il mio intento non è scrivere saggi eruditi o trattati di morale, ma di insegnare e trasmettere qualcosa attraverso le esperienze e le visioni dei miei personaggi. Amo gli scrittori che riescono a farmi imparare qualcosa senza che neppure me ne accorga. Mi affascina la bravura di talune ispirazioni nell’intrecciare perfettamente i fatti storici conclamati e i costumi delle varie epoche con la piccola storia e il piccolo mondo dei personaggi. A volte rimango senza fiato per quanto sono geniali certe trovate! 
Se invece parliamo di corrente letteraria quella che tengo più cara è senza dubbio il Romanticismo, del quale mi sento idealmente parte, per la sua passionalità e il suo fervore nel descrivere emozioni forti e autentiche e nel cantare i moti dell’animo, gli struggimenti e i sentimenti che imperversano nell’animo umano. 

Parliamo un po’ del tuo libro. Come è nato? Di cosa parla? Quali sono i temi principali?


In realtà non mi ricordo quando sia nata la mia opera "Ithaka – Luna in Cielo e Rose in Terra". So solo che la sua gestazione è durata pochissimo, circa un anno, quando la mia media è almeno due, e la sua scrittura ancora meno, sei mesi, complice anche il fatto che è capitato di mezzo l’unico semestre universitario della mia vita in cui sono riuscita a dare tutti gli esami al primo appello e ho avuto un mese e mezzo di ferie prima dell’inizio delle lezioni, in cui scrivevo circa dieci ore al giorno. La prima immagine che l’ispirazione mi ha dato di questo libro è stato il nome della protagonista, appunto Ithaka. All’inizio credevo fosse nata su un aereo, ma poi ho scoperto che è nata su un’isola. Poi mi sono ricordata di certe scene che mi erano già state presentate da tempo, ma per le quali come spesso accade non avevo ancora trovato una collocazione e non sapevo nemmeno di che storia facessero parte. Sì, perché l’ispirazione a me mai una volta che dia le trame già messe in ordine! Alla fine per fortuna sono riuscita a rimettere insieme tutti i pezzi. 
Il romanzo tratta di Ithaka, una ragazza di vent’anni nata su un’isoletta greca in mezzo allo Ionio nel 1944. Il padre, poeta romantico, ha scelto per lei questo nome per legarla a qualcosa di sempre desiderato e spesso irraggiungibile, come è appunto la patria di Ulisse. Il padre di Ithaka, Frederick, non è greco ma tedesco, ma da quando lei ne ha memoria rifiuta ogni contatto con la sua terra natale e non vuole avere alcun tipo di relazione con lei. Dopo la sua morte, avvenuta prematuramente per via di una grave malattia al cuore, Ithaka decide di viaggiare fino in Baviera per rivelare il suo passato, le ragioni che lo hanno spinto alla fuga e al rifiuto. Nell’apparentemente tranquilla cittadina di Kreuzbach, tuttavia, si troverà davanti non solo le ferite ancora aperte e i segreti nascosti di questo passato, ma anche i suoi riverberi e le sue eredità in un presente che stenta a ripartire e a trovare la sua strada. Al fianco dei coraggiosi ragazzi dello Steinadler Kreis, un’associazione politica che si batte contro gli strascichi ancora presenti del nazismo, imparerà per cosa vale la pena lottare e per quali ideali bisogna essere disposti a sporcarsi le mani e a mettersi in gioco. 
Uno dei temi principali del romanzo è appunto il ruolo dell’individuo nella Storia, cosa fa di un uomo un eroe, la differenza tra vittime e colpevoli e il peso delle decisioni personali. La domanda che permea tutta la vicenda è come si sceglie da che parte stare, per cosa ci si dovrebbe battere e che cosa fa delle persone i responsabili di ciò che accade. Si parla ovviamente anche di Amore, della sua forza e di tutte le forme che esso assume nei personaggi e nelle loro storie. L’Amore romantico e passionale di Frederick per sua moglie, sua figlia e tutto ciò che c’è di bello al mondo; L’Amore di Oskar per la giustizia e per i suoi ideali, ma ancora di più per le persone care; L’Amore assoluto non corrisposto di Nathan per la sua patria; L’Amore infinito e universale perduto e a lungo cercato di Siggi; L’Amore che vince ogni sfida di Gerhi. Infine, l’intera opera è un canto alla poesia e alla bellezza e al loro straordinario potere redentivo, unito a quello della lotta per i principi, dualismo simboleggiato anche nella forma del prosimetro. 

C’è un titolo di una delle tue opere che è particolarmente significativo per te? 
Solitamente i miei titoli non vengono subito, ma si presentano dopo un po’ di tempo (ho già accennato al fatto che la mia ispirazione è disordinata). All’inizio il titolo di questo romanzo doveva essere solo Luna in Cielo e Rose in Terra, che oltre a rimandare all’aspetto teologico, uno dei temi cardine della vicenda, simboleggia ancora una volta la complementarietà tra i grandi ideali (la luna in cielo) e le azioni quotidiane da essi ispirate (rose in terra). Inoltre, quest’opera fa parte di una serie (i cui altri pezzi sono ancora nel cassetto!) di cui ogni episodio ha un titolo “dualistico” di questo genere. È stato l’editore a suggerire di aggiungere e di mettere in evidenza il nome della protagonista, per dare maggior forza alla vicenda: una scelta che mi è piaciuta molto, anche per l’aspetto simbolico, infatti Ithaka è la meta a cui tutti tendiamo e che cerchiamo di raggiungere nella nostra vita. Proprio come tutti noi, anche i personaggi devono trovare la propria strada e capire chi vogliono essere veramente. 

Da dove prendi ispirazione per scrivere? 
Comincio col dire che la mia ispirazione è perennemente presso di me. Basta che mi distragga un attimo e lei arriva per dirmi qualcosa. Dato che scrivo principalmente di politica, spesso si serve dei fatti del giorno, delle dichiarazioni degli esponenti di questo o quel partito, dell’esito di un voto in una regione sperduta. Anche la scuola e l’università erano fonti inesauribili, non solo le lezioni di Storia, religione o letteratura, ma magari anche una frase tradotta in greco o una metafora usata da un professore di economia. Un’altra cosa a cui non potrei rinunciare è la musica. Da piccola immaginavo sempre che i miei personaggi cantassero le canzoni che ascoltavo, a seconda di come si adattava il testo ai loro sentimenti o alle loro situazioni personali. Ammetto di farlo ancora e ammetto anche di non riuscire ad ascoltare o a farmi piacere una canzone finché non ho trovato il personaggio più adatto che possa cantarla. La mia ispirazione si intrufola anche nelle azioni più banali della vita quotidiana, da una scritta vista in treno ad una discussione sul nome di una varietà di pasta (esempi basati su fatti reali). Inoltre, a lei piace molto giocare con il simbolismo, cioè spesso mi fa vedere una scena o mi comunica la data di un compleanno senza dirmi il perché e senza di spiegarmi il significato sottostante. Quando magari dopo mesi riesco a scoprirlo rimango sempre a bocca aperta per l’ennesima trovata geniale della mia fantasia! Questo è anche un indizio per leggere i miei libri: pensate che niente è a caso, né la scelta delle parole né il susseguirsi dei fatti né la descrizione dei gesti. Numeri, date e nomi meno che mai. A buon intenditor… 

Ogni scrittore inserisce inevitabilmente una parte di se stesso nelle sue opere. C’è un personaggio in particolare che senti più vicino di altri? 
Come hai detto tu, uno scrittore dà a tutti i personaggi qualcosa di sé. Io voglio bene a tutti loro, anche ai più odiosi. Quando l’ispirazione mi presenta un nuovo personaggio, prima di scrivere di lui devo conoscerlo bene e affezionarmi, altrimenti non riesco a trattarlo. Mi accorgo che anche loro mi influenzano, a volte quando mi trovo in situazioni difficili penso a cosa farebbero alcuni di loro. In passato ho avuto un personaggio con alcune manie strane e man mano mi sono accorta di avere iniziato ad averle anch’io; a tutt’oggi non ho ancora capito se lui le abbia trasmesse a me o se io, avendole già inconsciamente, le ho passate a lui, notandolo solo in seguito. A parte questo ho sempre avuto in ogni storia due o tre alter ego, che curiosamente sono di solito di sesso, nazionalità o anche religione diversa rispetto a me, come se in certo senso avessimo in comune soltanto il carattere e i principi e non l’esteriorità. Anche nel mio ultimo romanzo mi identifico in vari aspetti di alcuni personaggi. Nella protagonista, Ithaka, rivedo il mio percorso politico, iniziato nel più totale disinteresse e conclusosi con la comprensione del ruolo che le decisioni e le direzioni giocano nella vita di ognuno di noi e dell’importanza del nostro contributo negli esiti futuri. Frederick, che in un certo senso porta il mio nome, è la mia parte romantica e poetica, innamorata dell’Amore e della bellezza e sempre in giro a vagare in cielo accompagnata dalla luna. Martin e Oskar rappresentano il mio obiettivo di rimanere sempre fedele a me stessa e a quello in cui credo, al di là delle difficoltà e delle circostanze e fino alle più estreme conseguenze. In Nathan ritrovo tutte le battaglie combattute contro il mondo intero, perse e ricominciate da capo, il rifiuto di arrendersi e il coraggio di non rinunciare mai ai propri sogni e obiettivi. Alcune cose invece ai miei personaggi vorrei addirittura rubarle, come la spensieratezza e l’ottimismo di Gerhi, la parlantina e l’eloquenza di Joachim e quella fantastica comunità politica che è lo Steinadler Kreis. Almeno una volta nella vita mi sarebbe piaciuto andare a una delle loro riunioni! 

Potresti raccontarci la tua esperienza con la casa editrice (o le case editrici) con la quale hai pubblicato? 
La mia prima vera pubblicazione è avvenuta con questo romanzo, con la casa editrice Dario Abate Editore (DAE). Inviai il mio romanzo al primo concorso per opere inedite nel 2017, come in tutti quelli che ho fatto ovviamente non avevo troppe pretese, ma la speranza sotto sotto c’era sempre. Quando passai la selezione fui felicissima. Poi scoprii di essere arrivata ottava e pensai che per me non ci fossero più possibilità di pubblicazione: fui molto delusa e piansi una sera intera. A sorpresa annunciarono poi di aver selezionato diverse opere meritevoli anche tra quelle non vincitrici e raccomandarono di guardare nella casella di posta elettronica: lo feci e l’E-Mail era lì. La mia grande occasione! Essendo la prima volta non avevo idea di quanto fossero lunghi i tempi di pubblicazione e dato che sono la persona meno paziente di questo mondo l’attesa per me è stata a volte tutt’altro che semplice. Poi finalmente sono arrivate le fasi finali, ho aiutato a scegliere la copertina, ho potuto ammirare lo splendido lavoro di impaginazione e revisione e finalmente, il 14 giugno 2019, una settimana prima del mio venticinquesimo compleanno, vedere la mia opera pubblicata. Il sogno di una vita. Non posso che dire grazie. Con questa casa editrice, sotto il marchio how2, ho pubblicato anche due libri di lingua, uno per inglese e uno per tedesco, su loro proposta. Esperienza totalmente nuova per me, in cui mi sono cimentata con grande piacere e curiosità e mi sono divertita tantissimo. Sono anche molto soddisfatta del risultato devo dire. Spero di dare al più presto ancora notizie di me… 

Hai partecipato a qualche evento (o eventi) per promuovere il tuo romanzo? 
Quest’estate ho organizzato con l’aiuto della proloco locale una presentazione del mio romanzo nel suggestivo borgo antico di Specchia, nel Salento, dal quale ha origine una parte della mia famiglia, con una bellissima atmosfera allestita proprio ai piedi del castello. Sono stata intervistata da un professore e musicologo e ho avuto l’onore di condividere il palco con la bravissima cantante jazz Rosàlia de Souza, con la quale ho in comune l’impegno politico e gli ideali di libertà e giustizia. Per chi fosse interessato è possibile trovare foto e video dell’evento sulle pagine facebook della mia opera. 
Spero di riuscire ad organizzare eventi simili anche quest’anno (ho saputo che la mia opera sta avendo successo dalle parti di una certa torre pendente, presto i dettagli!)… 

Hai qualche consiglio da dare ad un aspirante scrittore alle prese con la sua prima opera? 
Per prima cosa scrivete solo se volete farlo. Come hanno già detto alcuni autori più illustri della sottoscritta, se non ti esce da dentro come un ruggito e lotta con tutte le forze per essere messo su carta, allora non farlo, perché non serve. Ogni tanto mi hanno chiesto se smetterò di scrivere e in quell’attimo in cui mi sono distratta per pensare ad una risposta stavo sempre già pensando ai miei personaggi. Loro sono sempre con me, non mi abbandoneranno mai. Se il vostro obiettivo è avere successo e diventare famosi, ci sono mille modi meno faticosi e frustranti. Certo, se succede è fantastico, e io ce lo auguro con tutto il cuore, a tutti, ma tenete bene a mente che non è il motivo per cui avete iniziato e che non sarà quello per cui finirete. Ma tanto se siete scrittori queste cose le sapete già, sapete già che, nonostante le mille delusioni (io ho perso il conto di tutti i pianti che mi sono fatta per loro), massimo due giorni dopo sarete di nuovo seduti alla scrivania a sognare in compagnia di quel matto del vostro protagonista o a cercare sul primo sito disponibile se esistevano questi benedetti fazzoletti di carta negli anni Cinquanta. Un altro consiglio che posso dare è di seguire l’ispirazione, sempre. Ascoltatela. Abbiate pazienza con lei se non arriva, se vi fa vedere cose incomprensibili o se vi presenta le scene sempre in ordine sparso. Se aspettate il giusto tempo vi sarà tutto chiaro. Lasciate che faccia da intermediario tra voi e i personaggi, conosceteli, osservarteli, non abbiate la presunzione di interagire subito con loro se non ne sapete abbastanza. Visualizzateli e non descriveteli prima di averlo fatto, perché il rischio è che diventino delle macchiette e non esseri umani in carne ed ossa. Fate fare loro delle esperienze e vedete come si comportano. Accompagnateli senza interferire. Non stravolgete il loro carattere, non forzateli, non costringeteli a fare cose che non vogliono e, punto più importante, non abbiate mai la presunzione di considerarli vostra proprietà. Non inventate particolari che non avete mai visto. Se l’ispirazione non vi ha ancora svelato una data di nascita o il colore dell’abito del vostro protagonista al ballo, non prendetene uno a caso che vi piace, aspettate, ne varrà la pena, quando lo saprete noterete che non poteva essere altrimenti! Amate la vostra storia. Proteggetela. Coccolatela. Siatele fedeli sempre. Non la tradite mai, soprattutto davanti al vostro pubblico, e non rompete la quarta parete mentre parlate di lei. Se non siete i primi a crederci, come potranno farlo i lettori? Abbiate coraggio. Inviate il vostro manoscritto, partecipate a quel concorso. In fondo cosa avete da perdere? Certo, se va male si è frustrati, ma poi passa. Non ci sarà nessuna perdita in più rispetto al non aver mai partecipato. Avete solo da vincere. Dovete unicamente provare. Ancora. E ancora. E ancora.

Ringrazio Federica per essere stata in nostra compagnia oggi e qui di seguito potete trovare tutti i suoi link di riferimento per chiunque desiderasse approfondire e per restare sempre aggiornati:
Ithaka (qui potete trovare gli eventi e le novità relative al romanzo)
Ithaka - Luna in Cielo e Rose in Terra (qui è la protagonista stessa a parlare in prima persona e a raccontarvi la sua storia; non esitate a scriverle e a porle tutte le vostre domande)

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