INTERVISTA ALL'AUTORE LUCA NAZZARRI

INTERVISTA ALL'AUTORE LUCA NAZZARRI
Bentornati al puntualissimo appuntamento delle interviste de Il Salotto Letterario e de Il Salotto Creativo del gruppo Facebook MyMee-Express Yourself. Oggi siamo in compagnia di Luca Nazzarri, autore della saga fantasy L'imperatore dei due mondi per PAV Edizioni. Siete pronti a conoscerlo? Accomodiamoci...


Ciao Luca, benvenuto nel mio salotto. Raccontaci qualcosa di te.
Grazie mille, felice di essere qui. Sono sposato, due figli, lavoro come amministrativo nel settore sanitario. Vivo a Magliano Romano, un piccolo paese a Nord di Roma, a pochi passi dal parco di Vejo. Ho molte passioni e oltre a scrivere, amo dipingere. Il Luca artista è nato con una matita e un foglio di carta. Da bambino iniziai con i fumetti, inventando storie e disegnando vignette di Topolino e Paperino. Visto che i giornalini che mi portava mio padre non bastavano mai, pensai di completare la mia voglia di leggere creandone di nuovi. Crescendo, ho cominciato a usare carboncino, tempera, pastelli e olio. Tra le mie passioni c’è anche il collezionismo, specialmente tutto quello che ruota intorno alle serie tv degli anni 70-80, sia animate, che classiche, dai Robot alle astronavi, tutto quello che ci ha fatto sognare da bambini.
Amo viaggiare, conoscere il mondo è la prima finestra aperta sulla fantasia, e per uno scrittore è fondamentale. Faccio sport e cerco il contatto con la natura continuamente, la migliore medicina dopo una giornata di lavoro. I miei mentori sono Tolkien e Stephen King, due “Mostri” assoluti, creatori di opere dalla fattura straordinaria e mondi ineguagliabili.
Faccio parte di un’associazione di volontariato che si occupa di tutte le necessità di una piccola realtà come il mio paese. Dal sociale, fino ad arrivare alla vera e propria pulizia di strade e giardini. Per ritagliarmi tutti questi spazi devo ringraziare mia moglie, splendida partner della mia vita e prima tifosa del Luca scrittore.
Lavorando in ospedale ho conosciuto molte sofferenti realtà, per questo una parte dei miei guadagni sono devoluti per la ricerca.

Come ti sei avvicinato alla scrittura?
Riprendendo il discorso iniziale, con il fumetto. L’evoluzione della scrittura è cresciuta parallela con l’adolescenza. Dal fumetto sono passato alle piccole storie, i supereroi, mostri e maghi. Poche pagine, ma importanti per un ragazzo che amava scrivere le sue fantasie. Poi ho conosciuto Stephen King ed è stato amore a “prima pagina”. Storie sempre nuove, paura e avventura, un vero genio. La mia vena artistica cominciò a prelevare nuova linfa, anche se il tocco finale, lo sbocciare del fiore c’è stato con l’incontro con Tolkien. Mi scontrai con Il Signore degli Anelli un giorno d’estate e rimasi folgorato. Finito di leggere in soli due giorni. Quell’enorme mondo, sconfinato, pieno zeppo di creature e incorniciato dentro una storia magica, mi diede l’impulso finale per tuffarmi nel mondo della scrittura vera. Era arrivato il momento di costruire il mio castello letterario. 

Qual è il tuo genere preferito? 
Il Fantasy, è una spanna sopra a tutti. Anche gli altri stuzzicano la mia vena artistica, e nel cassetto di progetti ce ne sono alcuni che toccano il genere giallo e addirittura storico, ma il fantastico è la fiamma principale che arde nella mia mente. Ho anche scritto un racconto dedicato agli anni 80, promesso a un vecchio signore che ci deliziava i pomeriggi quando eravamo bambini raccontando aneddoti della sua vita. Sono cresciuto a cavallo dei fantastici anni della rivoluzione musicale e cinematografica, ma la fantasia era una compagna fondamentale della giornata di ogni ragazzo nato negli anni 70, dove i giochi non erano incastonati dentro console e televisori, e le vere attrazioni erano quelle immaginate, dove ognuno di noi sceglieva di essere cavaliere o re, eroe o soldato. Si viaggiava in mondi fantastici con un bastone, correndo in strada o sopra un prato, la cosa più bella che le nuove generazioni, purtroppo, non avranno mai la possibilità di vivere. Ecco, io continuo a far valere quella promessa, mettendo su carta ogni idea incastonata nella mia testa. Il bambino fantasioso ancora corre sul quel prato. 

Parliamo un po’ delle tue opere. Come sono nate? Di cosa parlano? Quali sono i temi principali?
Per un periodo della mia vita lo scrittore ha dato spazio al pittore, la vita dell’adolescente ha preso il sopravvento e il divertimento ha occupato ogni giornata, scuola a parte, naturalmente. Poi, la fiamma si è riaccesa dopo il matrimonio, specialmente con l’arrivo dei figli. Ricominciando a inventare storie e favole, una sera, capii che il cassetto si era aperto nuovamente. 


Oltre al piccolo romanzo citato prima, dal nome "Bim Bum Ba Le Giù", una giornata con gli amici nel 1982, e un fantasy per ragazzi che sta per uscire tra poco tempo, "L’Imperatore dei Mondi", la saga che ho cominciato nel 2015, è l’idea più “vecchia”, una fantasia nata da ragazzo. Volevo unire tutte le mie fantasie per far nascere qualcosa di particolare, che poteva amalgamare il classico fantasy con una delle mie passioni, il cinema. Vidi Mad Max, il film con Mel Gibson e capii che era il tassello mancante. Unire il post apocalisse con il mio fantasy era il traguardo raggiunto, l’inchiostro per la macchina da scrivere. Non è il classico post-bomba atomica o virus zombie, la storia inizia trent’anni dopo la furia degli elementi, l’evento che ha alterato in maniera esagerata l’equilibrio molecolare di ogni essere vivente. Il mondo si spezza in tre Aree ben distinte: Nord, Fascia centrale e Sud. Ogni essere vivente del mondo si risveglia cambiato, internamente ed esternamente. Uomini, animali e piante mutano, e sulla “Nuova Terra”, così viene ribattezzata la vecchia casa, cominciano a calpestare strade e deserti i Mutanti. 
I mutanti classici: deformati, giganti, nani, trasformati come il loro peggior “Io”. Poi i Mutanti Apparenti: persone dall’aspetto normale, ma zeppi di poteri esagerati che neanche loro stessi conoscono appieno. 
Infine, i “Sopravvissuti”, la piccola parte degli uomini scampata alla furia degli elementi. Il loro Leader è Argo, scienziato nel vecchio mondo e agguerrito condottiero nel nuovo. Insieme a sua sorella e a un gruppo di fidati ha costruito le Sette Torri, dove il genere umano vive e cerca di far ripartire il mondo.
Pace, collaborazione, voglia di condividere, amore. Questi sono i temi principali del romanzo e di riflesso del mondo reale. Dal mio portale, dove attraverso per entrare nel mio mondo virtuale, ogni tanto porto un pezzo del mondo vero e, a modo mio, cambio quello che desidero realmente. Nel romanzo, molti Mutanti sono più umani di alcuni sopravvissuti, e dove le due razze collaborano rinasce la speranza. Quando mi giro dal mondo virtuale, una grande differenza con questo non la vedo, quindi, cerco di far capire i problemi che attanagliano la vita vera con la scrittura. 














C’è un titolo di una delle tue opere che è particolarmente significativo per te? 
Ogni romanzo è come un figlio. Lo immagini, lo crei e diventa una parte di te. Tira fuori il meglio, anche se si tratta di paure e insicurezze, ma ti permette di parlarne senza problemi. Forse L’Imperatore dei Mondi- Libro Uno ha qualcosa in più. Però, quella lode che lo differenzia dagli altri è solamente affettiva. Dedicato alla mia famiglia, racchiude quella parte della mia vita che mi ha permesso di ricominciare a scrivere, a credere nelle mie idee e riaccendere la passione. 

Da dove prendi ispirazione per scrivere? 
Da ogni aneddoto della giornata, da quando mi sveglio, fino a cadere nelle braccia di Morfeo. Una chiacchierata, un pensiero, un capitolo letto prima di andare a dormire. Come ogni romanziere, naturalmente, una piccola parte del Luca scrittore ascolta i consigli immaginari del King o del Tolkien di turno. Però, è una mia convinzione da sempre, che ogni artista nasce con quel qualcosa in più che lo contraddistingue dalla normalità, quella magica “pazzia” che ti spinge a creare qualcosa, che sia un quadro, una scultura o un romanzo. Poi, la ciliegina sulla torta, la cornice, può derivare dall’esperienza, dalla lettura, dalla cultura in generale, ma quella fiamma che arde è qualcosa che nasce con l’artista fin da subito, dalla prima volta che si prende una matita o un pennello in mano. I miei eroi, amici immaginari e sfavillanti avventure sono già li, devo soltanto saperli far uscire nel modo migliore dal loro nascondiglio. 

Ogni scrittore inserisce inevitabilmente una parte di se stesso nelle sue opere. C’è un personaggio in particolare che senti più vicino di altri?
Nella trilogia che sto scrivendo, ce n’è uno, Rondal, il signore di Nuova Rosa Nera, la città vicino a una delle torri dei sopravvissuti. È il mutante apparente più umano di tutti, con le sue paure, la sua voglia di cambiare e la sua forza psichica e fisica. Non lo sa, ma è l’ago della bilancia per l’equilibrio della storia. Per amore della figlia si sforza di cambiare, di esaudire tutti i suoi desideri, anche a costo di perderla per sempre, una prova di coraggio insuperabile per molti. Nel corso della storia incontrerà creature che gli faranno capire il valore della vita, e lui, in conflitto continuo nella sua anima, si sforzerà di trasformarsi nell’eroe tanto atteso da sua figlia. Il grande leader dall’animo tormentato, ecco, il personaggio che preferisco è sicuramente Rondal. 

Potresti raccontarci la tua esperienza con la casa editrice (o le case editrici) con la quale hai pubblicato?
Il primo libro è stato pubblicato in self publishing, solo per il desiderio di averlo esposto sulla libreria di casa. È stata una bella esperienza, anche se il lavoro è stato abbastanza pesante. Curare il libro in ogni suo aspetto richiede impegno e molta attenzione, anche se la spesa rimane minima. Poi, con il passare dei mesi, e rimanendo sorpreso delle vendite e soddisfacenti recensioni, ho deciso che il secondo della saga doveva avere un approccio diverso con il lettore. E, naturalmente, far leggere la mia opera a professionisti veri, come quelli di una casa editrice. Appena terminato e corretto, lo spedii. Senza girarci troppo intorno, dopo proposte editoriali imbarazzanti, degne di un ladrocinio, arrivò la mail della Pav Edizioni. Posso dirti di ritenermi fortunato, una vera e propria famiglia, all’interno della quale lavorano persone preparate e sincere, che hanno creduto nel mio lavoro fin da subito. Mi hanno seguito giorno dopo giorno, consigliandomi in maniera esemplare fino alla pubblicazione. Auguro a tutti di poter contare su professionisti così, che lavorano con passione e determinazione, credendo nell’autore e investendo su di lui. 

Hai partecipato a qualche evento (o eventi) per promuovere il tuo romanzo?
Assolutamente si, impossibile non gettarsi nel mare della pubblicità. Oltre i social e il mio sito internet, dove ogni mio lavoro è accuratamente documentato, ho partecipato a piccoli e grandi eventi, presentazioni in tutte le salse. Dalla piccola libreria, alle sale ristrutturate di borghi medioevali, fino ad arrivare alle interviste in radio. Il contatto con il pubblico è quello che preferisco, avere il lettore davanti è qualcosa di magico, dove la storia viene condivisa in maniera totale. Ritornando al discorso della casa editrice, la Pav mi ha spalleggiato ogni volta ne avessi bisogno, specialmente nelle presentazioni più impegnative. Bisogna lavorare molto per far conoscere le proprie opere, e per noi, “scrittori della porta accanto”, che possiamo dedicare un tempo limitato alla nostra arte, avere un aiuto è fondamentale. 

Hai qualche consiglio da dare ad un aspirante scrittore alle prese con la sua prima opera? 
Crederci, crederci, crederci. Non mollare mai, anche quando la montagna da scalare sembra troppo alta o la salita esageratamente ripida. Anche pochi minuti al giorno davanti al proprio romanzo rendono accesa la fiamma, rafforzano la volontà e aiutano la fantasia. Delle volte, rimango serate intere a rileggere le pagine dei miei scritti, e questo soddisfa il mio ego. Altra cosa importante, non abbattersi davanti a valutazioni negative, nel bel mezzo della nebbia, come per incanto, la vostra strada si mostrerà improvvisamente. Le proprie idee non devono piacere a tutti, ma soddisfare chi cerca quel tipo di romanzo, quella particolare fantasia. Se faccio sognare mille lettori invece di diecimila, rimarrò soddisfatto mille volte. Se una sola persona riuscirà ad immaginare di essere uno dei vostri protagonisti, avete creato qualcosa di fenomenale. Distogliere un solo lettore dalla vita quotidiana vi renderà immortali, quindi, andate avanti senza girarvi e le soddisfazioni, prima o poi, arriveranno. 

Ringrazio Luca per essere stato in nostra compagnia oggi e qui seguito potete trovare tutti i suoi link di riferimento per restare sempre aggiornati:


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