INTERVISTA ALL'ILLUSTRATRICE EVA BIANCHI

INTERVISTA ALL'ILLUSTRATRICE EVA BIANCHI

Benvenuti e bentornati all'appuntamento settimanale del giovedì interviste del Salotto Letterario e de Il Salotto Creativo del gruppo Facebook MyMee-Express Yourself. Oggi siamo in compagnia di Eva Bianchi, giovane illustratrice marchigiana che ci parlerà un po' di lei e delle sue opere. Siete pronti a conoscerla? Accomodiamoci...


Ciao Eva, benvenuta nel mio salotto. Raccontaci qualcosa di te. 
Ciao Caterina, grazie dell’ospitalità. Sostanzialmente sono una persona timida che non trova semplice parlare di sé, ma potrei iniziare dicendoti che lavoro nell’ambito dell’email marketing e che divido il mio (poco) tempo libero tra mio figlio e la passione per l’arte. Come tanti cerco di coltivare con un po’ di sacrificio e dedizione l’amore per il disegno, i libri illustrati e le graphic novel. 

Come è nata la tua passione per questo tipo di arte? 
Quando ero bambina disegnavo sempre ma la passione vera e propria è nata quando mi sono iscritta all’Istituto d’Arte di Urbino dove ho scoperto il mondo poco conosciuto del cinema d’animazione indipendente, del fumetto d’autore e dell’illustrazione. Che dire? Ho trovato talmente tanti stimoli, che ho iniziato letteralmente a divorare ogni albo illustrato o storia a fumetti che mi capitava sottomano. La cosa che più mi ha sorpreso è capire come il disegno sia uno strumento per esprimere tantissime emozioni ed esperienze che non sempre le parole riescono a definire. 

Quali sono i tuoi temi preferiti e perché? 
Disegnare per me equivale a pormi domande, quindi generalmente mi piace trattare tematiche legate alla sfera emotiva e al vissuto individuale. Sono molto interessata a riportare nelle mie tavole circostanze comuni, un po’ per una necessaria sensazione di vicinanza emotiva, un po’ perché credo che tantissime cose che vediamo e viviamo ogni giorno abbiano una chiave di lettura diversa. Questo è quello che cerco di esprimere con il disegno. 

C’è qualche immagine a cui sei particolarmente legata o che pensi ti rappresenti maggiormente? 
In realtà sono legata a tutti i disegni che ho fatto, perché sono tutti parte di un percorso in continua evoluzione con me, ma a due nello specifico sono particolarmente legata. 
Il primo non è un’illustrazione ma bensì un quadro che ho intitolato “Womb”, fatto un paio di anni fa, probabilmente uno dei lavori più “intimi” che ho fatto. Il motivo non riguarda tanto un fattore tecnico ma perché è stato il primo lavoro che ho realizzato dopo anni di stop dal disegno. Venivo da un periodo piuttosto duro e riprendere in mano matita, colori e pennelli è stato un po’ come il nuovo inizio di qualcosa. 



Il secondo è una breve storia a fumetti che ho realizzato per il primo numero di Umami, un libro autoprodotto dall’omonimo collettivo artistico di cui faccio parte. Ci tengo particolarmente perché è un progetto che nasce da una collaborazione tra giovani illustratori che hanno voglia di sperimentare e creare scambio. Credo che sia importante per chi disegna non rimanere chiuso nel proprio lavoro ma condividere e lasciarsi ispirare da immaginari e punti di vista diversi. 


Secondo te, quali sono le caratteristiche della “illustrazione ideale”? 
Questa non è una domanda semplicissima, ma indubbiamente posso dirti che metto al primo posto ciò che l’immagine comunica piuttosto che l’aspetto puramente estetico. Credo che un’ottima padronanza della tecnica sia necessaria, ma al tempo stesso vada usata (o non usata) a servizio di quello che viene rappresentato e non come punto di forza principale dell’immagine. In particolare nell’illustrazione editoriale credo che l’immagine debba riuscire ad evidenziare qualcosa di più rispetto al testo, sia sotto il punto di vista narrativo sia sotto quello emozionale. 

Quali sono le tue tecniche preferite grazie alle quali senti di poterti esprimere al meglio? 
Amo molto sperimentare diverse tecniche e non mi nego nulla, ma indubbiamente colori acrilici e pennelli sono gli strumenti con cui mi sento maggiormente a mio agio. Utilizzo spesso il colore nei miei lavori e le tecniche pittoriche sono più nelle mie corde. 

In questo momento stai lavorando a qualche progetto in particolare o stai pianificando qualcosa per il futuro? 
Ho appena terminato un corso di illustrazione editoriale ad Ars in Fabula, una validissima scuola a Macerata, dove ho potuto confrontarmi con un testo del grandissimo autore Gianni Rodari. È stata un’esperienza molto preziosa che mi ha dato tantissimi input per crescere nel disegno ed ho appreso tantissimo sull’illustrazione legata ai libri per l’infanzia. 


In questo momento sto sperimentando molto sia sulla carta sia in digitale, grazie ad un progetto di live painting che abbiamo realizzato come collettivo durante Nanometri Festival. L’ultimo lavoro, che tra l’altro ho terminato pochissimi giorni fa, è stato una reinterpretazione per la cover di un album musicale, è stato veramente divertente realizzarlo. 


Per il futuro ho parecchi progetti in pentola che spero vedano presto la luce! 

Hai qualche consiglio da dare agli aspiranti illustratori alle prese con i loro primi lavori? 
Premetto che mi classifico a pieno titolo tra gli aspiranti illustratori! L’unico consiglio che mi sento di dare è divertirsi nel farlo, sempre e comunque, perché disegnare regala tantissime soddisfazioni ma alle volte può divenire anche un po’ frustrante. Quindi credo sia fondamentale continuare sempre a “giocare” con carta e matita, anche quando diventa una professione.

Ringrazio Eva per essere stata con noi oggi e vi ricordo che potete seguirla su Instagram e Behance per restare sempre aggiornati e non perdere nemmeno un aggiornamento.


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