LE RECENSIONI DEL SALOTTO: IL PARADIGMA DELL'UOMO IN NERO

LE RECENSIONI DEL SALOTTO
Massimo Junior D'Auria, Il paradigma dell'uomo in nero, La Ponga Edizioni


L'AUTORE



Massimo Junior D'Auria (classe '89) è laureato in Lettere Moderne e si occupa di social media, editing e traduzione. Ha pubblicato diverse raccolte di racconti e storie a fumetti. Questo è il suo primo romanzo...

LA TRAMA
Se la vita è uno specchio, tu le stai mostrando il tuo lato peggiore. Pigro, demotivato, senza una direzione, ti ritrovi incastrato fra le angherie di un padre oppressivo, la distanza di un'ex fidanzata, che a differenza di te ha superato una rottura, e un mondo che sembra non voler fare altro che schiacciarti. Solo una persona sembra capirti. Quell'uomo stranamente familiare, quello strano individuo che sembra avere sempre le parole giuste per tirar fuori la tua grinta e spingerti a reagire, sempre più duro, sempre più aggressivo, sempre più inquietante. Ma chi è questo mistero vivente che sembra conoscerti tanto bene?

LA RECENSIONE
La sedia della sala d'aspetto è scomoda, la presenza dei braccioli dà dei precisi limiti che cozzano contro la forma non esattamente smagliante di Cesare, il metallo che li sorregge gli sfiora più volte in maniera fastidiosa la carne, si sente come se un demonietto dispettoso lo stesse punzecchiando. 
Guarda la borsa del computer poggiata sulla sedia a fianco, è un po' inclinata così ne aggiusta la posizione, l'ultima cosa che gli serve è che il pc vada per terra e magari si rompa. 
Evento che data la fortuna che lo accompagna sempre, potrebbe non essere così improbabile. 
Ha dovuto preparare delle presentazioni di alcuni prodotti come da bando d'assunzione e ha preferito portare il proprio laptop, poiché era permesso.
Tutto deve andare bene, non può permettere che la presentazione sul computer aziendale non vada e che la chiavetta usb si dimostri difettosa nel momento clou. 
Non può sbagliare, sarebbe l'ennesimo colloquio cannato e Cesare decisamente non può permetterselo, ha bisogno di un lavoro, ha bisogno di soldi, non ha bisogno di eventuali problemi compatibilità. 
In realtà, ha anche la necessità di una sua dimensione, ma in questo momento, il colloquio è la priorità. 
Vuole dare un senso, uno scopo allo studio che lo ha accompagnato per poco più di cinque anni e che per il momento non lo ha portato a niente, come successo del resto a molti altri.

Cesare Rosso è disoccupato, non ha più una fidanzata e fin da bambino è costretto a subire quotidianamente le angherie del padre. Il Primario Rosso, potente e stimato oncologo, è determinato ad avere un figlio vincente, un figlio che non disonori la famiglia con la sua inettitudine. La madre - o "Mamma Omertà" come la definisce Cesare - non interviene mai in sua difesa, è asservita al volere del capofamiglia e non si azzarda ad alzare la voce nemmeno quando il marito obbliga Cesare a promettere che intraprenderà di nuovo l'università per iscriversi alla facoltà di medicina. Il test d'ingresso non sarà un problema, si tratterà solo di un pro forma grazie alle influenti conoscenze del Primario Rosso. Il padre è disposto a tutto pur di cancellare l'onta di quella "scienza delle merendine" in cui Cesare si è laureato. Poco importa che suo figlio odi l'idea di diventare medico. 
Il ragazzo sembra non avere più scelta: dopo l'ultimo, catastrofico colloquio per una posizione aperta a candidati senza chili di troppo, la promessa estorta da suo padre e dopo aver scoperto che Eleonora, la sua storica ex fidanzata, ha dimenticato dieci anni della loro relazione in un soffio e sia andata avanti con la propria vita, Cesare è davvero arrivato  al capolinea. Se ne sta lì, a disperarsi in solitudine, quando viene avvicinato da un singolare personaggio vestito di scuro. L'uomo in nero sembra essere capitato proprio al momento giusto. Presentandosi come una sorta di psicoterapeuta, riesce a dare a Cesare la spinta che gli manca. Per il ragazzo è ora di smettere di comportarsi da piagnucolone, deve abbandonare le dannose cure del suo psichiatra e riprendere in mano la propria vita. 
Ma chi è davvero questo sconosciuto senza nome? E quali saranno le conseguenze delle azioni del nuovo Cesare?

Un thriller psicologico dalle atmosfere inquietanti, quello di Massimo Junior D'Auria. Il paradigma dell'uomo in nero, opera d'esordio dell'autore, è un romanzo breve, rapido ma allo stesso tempo intenso, le pagine sembrano scorrerci fra le dita senza riuscire a fermarle. 
Il lettore assiste impotente e muto alla degenerazione del personaggio di Cesare: la caduta verso il baratro della follia è inarrestabile, le azioni istigate dall'uomo in nero vengono distorte dal punto di vista del protagonista. Pagina dopo pagina, la corsa verso l'abisso è sempre più rapida. Superato lo scoglio iniziale, tutto il resto diventa man mano più facile e immediato. Anche il lettore ha l'impressione che ogni cosa gli sfugga di mano; gli eventi narrati vanno contro ogni logica. Sembra impossibile, eppure accade. Dal punto di vista di Cesare la vita ha di nuovo acquistato un senso e le sue azioni sono ampiamente giustificate.
Con il suo stile asciutto, diretto e senza fronzoli, Massimo Junior D'Auria cattura il lettore e lo trascina nel vortice degli eventi del romanzo, senza lasciargli il tempo di metabolizzare i repentini cambiamenti dei suoi personaggi. La suspense e il ritmo serrato non ci lasciano abbastanza tempo per dare una risposta alle nostre domande e quando infine la soluzione arriva è troppo tardi: il cerchio si è chiuso, la spirale maligna ha raggiunto il suo centro e il vortice degli eventi si interrompe bruscamente. Tutto sembra essersi ormai concluso, nel bene o nel male, eppure ancora qualcosa non torna e il lettore è libero di dare la risposta che ritiene più opportuna: qual è la vera identità dell'uomo in nero?                


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