INTERVISTA ALL'AUTRICE FRANCESCA BIANCHI

INTERVISTA ALL'AUTRICE FRANCESCA BIANCHI


Bentornati al puntualissimo appuntamento delle interviste del giovedì de Il Salotto Letterario e de Il Salotto Creativo del gruppo Facebook MyMee - Express Yourself. Oggi ho avuto il piacere di incontrare Francesca Bianchi, autrice del romanzo Veronica, il musicista e l'introvabile nota
Accomodiamoci e lasciamo a lei la parola...




Ciao Francesca, benvenuta nel mio salotto. Raccontaci qualcosa di te. 
Ciao, e grazie per avermi invitata. Mi chiamo Francesca Bianchi, E. è stato aggiunto in seguito. Sono originaria del Lago di Como anche se adesso vivo oltre la montagna, su quello di Lugano. Ho più di 30 anni ma meno di 40 e ho da sempre il sogno di diventare una scrittrice, e sono emozionatissima perché adesso pare che si stia realizzando. 



Come ti sei avvicinata alla scrittura? 
Sarebbe più corretto chiedermi quando non sono stata vicina alla scrittura. Ci sono nata con una testa piena di fantasia e ho sempre immaginato tantissimo. La scrittura è un modo per unire le storie alle emozioni, un modo per far notare quello che di solito passa inosservato. Mi piace lanciare il sasso e tirar via la mano. Un “non sono stata io a farti avere questo pensiero”, ma è arrivato, e un pochino ti ha cambiato. I libri ti cambiano, ti fanno crescere. La scrittura mi fa crescere perché è un modo per scoprire me stessa e capire fin dove posso arrivare. 

Qual è il tuo genere preferito? 
Il romanzo. Quello a cui non riesci davvero a dare un genere. Non è un giallo, non è d’azione, non è horror, è il racconto di una storia. Particolarmente adoro i libri scritti bene. Presto molta attenzione allo stile. Mi ci perdo proprio nelle parole! Mi incantano! Questo non significa che il libro debba essere un mattone, anche perché se è troppo mattone mi addormento! Ma un buon libro secondo me non è solo una buona storia, dipende molto anche da come viene raccontata. Una storia banale potenzialmente potrebbe essere un buon libro. 

Parliamo un po’ del tuo libro. Come è nato? Di cosa parla? Quali sono i temi principali? 


Veronica, il musicista e l’introvabile nota è il romanzo che ora si trova sul mercato, ma ha avuto molti fratelli maggiori che non sono ancora finiti e su cui sto lavorando ora. Mi sta dando tante soddisfazioni e sono contenta di averlo scritto e di averlo mandato alle case editrici. Non credevo ci sarebbe stata così tanta richiesta. A dire il vero non ricordo benissimo da dove mi è nata l’idea. Penso sia più corretto dire che negli anni ho avuto delle intuizioni e in questo romanzo ho unito queste intuizioni alle sfide di cui ti parlavo prima. Quel “vediamo se riesco a”. Volevo un libro che andasse contro l’etica, contro il “bisogna essere così, bisogna fare cosà”. Volevo un personaggio che non si ama di primo acchito, ma che si impara ad amare e a rispettare perché in fondo più vero di altri. Volevo metterci i colori, la musica, dei parallelismi. Volevo disseminare dettagli come faceva Bulgakov. Il tema principale è l’amore, ma non l’amore comune. L’amore eterno, l’amore per la musica, l’amore ossessivo, poi l’amore reale e prima di tutte queste cose l’amore per se stessi, che altro non è che egoismo. Sto scoprendo che in questo libro c’è più di quello che avevo pensato di mettere. Le cose ci sono entrate da sole, e le scopro a ogni presentazione, ogni volta che un lettore mi contatta e mi parla di quello che l’ha colpito. Ho spesso la sensazione che si tratti di diversi libri e non uno solo e questo è meraviglioso.



C’è un titolo di una delle tue opere che è particolarmente significativo per te? 
Io odio dare i titoli. Saramago diceva che il titolo deve essere il primo riassunto del testo. Non è facile raccontare tutto in poche parole. Il titolo deve racchiudere tante cose. Troppe. Sai cos’è la cosa divertente? Che quando inizio a scrivere qualcosa c’è sempre un titolo fittizio, che serve solo per dar nome al file e poi in corso d’opera cambia e diventa sempre di più quello definitivo. Veronica, il musicista e l’introvabile nota si chiamava Sorrisi. Fai bene a ridere perché se hai letto il libro puoi immaginare che non esiste titolo meno azzeccato per questo romanzo! Poi ti confido una cosa: mi sono ripromessa che in futuro userò titoli molto brevi! Non sai che noia scrivere questo titolo così lungo ogni volta che posto una foto o che ne devo parlare. Io lo abbrevio in Veronica. Un po’ come Francesca diventa Franci o Fra. 

Da dove prendi ispirazione per scrivere? 
Dalla gente, dalle situazioni, da quello che leggo, da quello che vedo, da quello che sento. Un po’ da tutto. Mi sembra sempre di vivere con alle spalle una telecamera. Appena c’è qualcosa di interessante me lo immagino ripreso e già è diventato due pagine di una storia. Piano piano si fa il contorno, il personaggio diventa sempre più vero, la situazione sempre più delineata, e quando sono sicura scrivo. Non so dove sto andando e di come verrà il testo, ma sono sicura di aver ben in testa i personaggi, il loro carattere e quello che ci vorrebbero dire. 

Ogni scrittore inserisce inevitabilmente una parte di se stesso nelle sue opere. C’è un personaggio in particolare che senti più vicino di altri? 
No. Cerco di parlare molto poco di me perché se entro troppo nel personale divento una lagna. Parlo attraverso i personaggi di parti di me, di pensieri che mi sono venuti. Sviluppo con i personaggi situazioni. Mi confronto con i personaggi proprio perché loro sono figli miei ma diversi da me e per questo si comportano in modo a volte inaspettato. 

Potresti raccontarci la tua esperienza con la casa editrice (o le case editrici) con la quale hai pubblicato? 
La casa editrice che mi ha pubblicato si chiama Robin edizioni. È stata la seconda a chiedermi di firmare il contratto, e l’ha fatto scrivendomi un email in modo così commovente che non avrei potuto dirgli di no. In quell’email c’era tutto quello che volevo: la conferma di aver scritto un buon libro. Mi emoziona ancora adesso leggerla. Alla prima casa editrice ho detto di no. Non eravamo d’accordo sul contratto e sono felice che sia andata così perché non si è comportata granché bene. In fondo posso dirti che negli ultimi due anni sto imparando a conoscere questo mondo da un altro punto di vista. A volte trovo cose fantastiche, altre volte meno. Ma è un continuo imparare e un continuo crescere e capire in che posizione ci si trova. Direi che nel mio caso sono contenta che sia andata così. Adesso è dura essere pubblicati senza nessun contributo. È una cosa sbagliata secondo me pagare le case editrici. Se il libro non è appetibile forse è perché non è pronto per essere pubblicato. Occorre lavoro e impegno da parte di tutti, prima di tutto da parte dell’autore. 

Hai partecipato a qualche evento (o eventi) per promuovere il tuo romanzo? 
Sono appena stata a Bari alla libreria Monbook, Mondandori Point, dove sono stata invitata per presentare il romanzo. È stato molto bello spostarmi dal nord Italia al sud Italia, anche perché la maggior parte delle presentazioni è stata al nord, considerato che io sono originaria della provincia di Como. Con questo non voglio dire che le altre presentazioni non siano state belle! Ogni serata è a se perché ognuno vede quello che crede in questo romanzo, ed è curioso! Per questo il dialogo è sempre stimolante. Se devo ricordare un evento che mi ha emozionato molto, non posso che parlare della presentazione in Villa Carlotta, Tremezzina. Si è sviluppata in modo diverso dalle altre e è stata meravigliosa.



Vito Signorile photographer


Vito Signorile photographer



Hai qualche consiglio da dare ad un aspirante scrittore alle prese con la sua prima opera?
Credici più di chiunque altro e non permettere a nessuno di dirti che non puoi farcela, diffida di ogni complimento e ragiona su ogni critica. Altro suggerimento: non innamorarti di una frase. Poi cancellarla o modificarla è dura. Sii il peggior critico di te stesso. 

Dove possiamo trovare il tuo libro? 
Con certezza in alcune librerie, come la Ubik di Como o la Monbook di Bari. Sicuramente online. Vorrei aggiungere che leggere un libro deve essere un piacere. Proprio per questo sulla mia pagina Instagram e Facebook ci sono un sacco di recensioni e citazioni così che ognuno possa farsi liberamente la propria idea e decidere se entrare o meno nel mondo di Tommaso. Io mi auguro di sì!



Vito Signorile photographer

Ringrazio Francesca per essere stata in nostra compagnia oggi. Le foto della presentazione di Bari sono del fotografo Vito Signorile. Qui di seguito trovate tutti i suoi contatti per non perdere neanche una news:

Canale YouTube
Pagina Instagram: @francescaebianchi

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