LE RECENSIONI DEL SALOTTO: IL GIARDINO DEI SEMPLICI

LE RECENSIONI DEL SALOTTO: IL GIARDINO DEI SEMPLICI

Gerardo Bramati, Il giardino dei Semplici, Watson Edizioni


L'AUTORE
Gerardo Bramati (Sorengo, Canton Ticino, 1986) è il fondatore dell'agenzia di comunicazione Freelab, con sede a Lugano, e cura una rubrica sulle tecnologie digitali per la rivista illustrazione Ticinese. È appassionato di tiro con l'arco e ama da sempre tutto ciò che riguarda la storia delle isole britanniche, frequente meta dei suoi viaggi. Il Giardino dei Semplici è il suo romanzo d'esordio.


LA TRAMA
Inghilterra, anno del Signore 1498. 
Alan di Whitby non è un semplice monaco. La stazza possente, l'animo severo e il carattere schivo portano addosso il peso di un martello da fabbro e le ombre di ricordi lontani. Ora sfama orfani e bisognosi: non permetterà più agli eventi di lasciar emergere l'uomo che era. Ma mentre nello Yorkshire risuonano ancora gli echi di una guerra mai dimenticata, un relitto di cavaliere si presenta all'abbazia per chiedergli aiuto nel nome di un'antica amicizia, e la quiete è infranta. Un uomo è morto, un assassino si muove nell'ombra e padre Alan, fabbro, priore e soldato di Dio, deve scegliere.

                                              Speaker: Alfonso Zarbo

LA RECENSIONE
Pane nero e miele.
Ora che il cuore batteva lento nel petto e il respiro si era fatto lungo e dolce come nel sonno, nella sua mente si stava facendo largo quel profumo, intenso, piacevole, che riusciva a coprire l'odore del sangue. Quello sciocco aveva accettato la coppa di vino e adesso era morto. Perché mai avrebbe dovuto rifiutare? Forse non aveva nemmeno compreso appieno quello che stava accadendo.
Ciò che aveva scoperto.
A questo pensava mentre se ne stava ancora inginocchiato sul selciato, avvolto nel manto nero di quella notte amica. Muoveva la mano rapida incidendo carne e ossa, tracciando sulla pelle bianca dello sventurato linee che scintillavano di riflessi cremisi sotto un unico, pallido raggio di luna.
I suoi occhi saettarono verso le costruzioni a nord e oltre il pozzo a sud. Non c'era nessuno. Libero di proseguire, tornò ad ammirare la splendida opera d'arte che aveva appena portato a termine: là, al centro della nuca, poco sotto la massa di capelli corvini. L'avrebbe portata dietro con sé, se solo avesse potuto. 
Forse quel contrattempo era un dono divino: avrebbe tenuto occupate le menti curiose e le bocche insolenti tanto quanto bastava, permettendogli di concentrarsi indisturbato sull'unica cosa che contava veramente.

Perché nascondere tutto? Ora tutti dovevano vedere.

Inghilterra, fine 1400. La Guerra delle Due Rose fra Lancaster e York si è finalmente conclusa, ma il ricordo degli scontri è ancora vivo sulle terre dell’antica Britannia. E i ricordi bruciano come demoni dell’inferno, come ben sa padre Alan di Whitby, il priore dell’abbazia di Whitby nello Yorkshire del nord e oscuro protagonista di questo romanzo. Un delitto efferato e terribile è stato commesso presso l’abbazia di Goathland e l’unico in grado di risolverlo è padre Alan. Come Guglielmo da Baskerville del celeberrimo Il nome della rosa di Umberto Eco, lui è l’unico di tutta la regione ad avere la tenacia, lo spirito d’osservazione e la lucidità mentale necessari a far fronte a quello che appare a tutti gli effetti un segno del Demonio. L’Adso da Melk della situazione è padre Hobbes, maestro di grammatica, uomo di nobile spirito ma totalmente impreparato ai pericoli che i due monaci dovranno affrontare. Insieme a loro c’è (ex) sir Royce Greywood, lo sfregiato, cavaliere decaduto di nobile casata. Ora è alle dipendenze di Sir Martin, il lord della regione, e proprio in veste di suo emissario Greywood raggiunge padre Alan a Whitby per informarlo dell’omicidio che è stato commesso nelle sue terre. 

Il giallo si snoda tra passato e presente, alternando le vicende di un misterioso soldato a quelle dei monaci di Whitby, in più di un mistero da scoprire. Perché padre Alan, ex fabbro, ha un carattere talmente scontroso da risultare quasi spaventoso ai suoi confratelli? Qual è la croce che lo affligge e che deve trascinarsi dietro giorno dopo giorno? 

A fare da sfondo, le atmosfere del Medioevo inglese magistralmente dipinte dall’autore. A tratti, sembra davvero di sentire il vento gelido delle scogliere sferzare il nostro viso, mentre ci ripariamo dalla pioggia e dalla nebbia sotto il porticato dell’abbazia di Whitby prima e quella di Goathland poi. Se sentite nostalgia della serie TV del romanzo di Umberto Eco, questo è il libro che fa per voi. Gerardo Bramati è in grado di fornirci dettagli impressionanti degli edifici, dell’architettura del periodo, delle campagne dell’Inghilterra medievale e dei suoi abitanti. Uno splendido spaccato storico unito ad un affascinante mistero da risolvere, con colpi di scena che vi lasceranno a bocca aperta.

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